Recensione: “Il tempo degli Dei” di Giovanni Magistrelli
Buongiorno Fenici, oggi Tracy ci parla di “Il tempo degli Dei” di Giovanni Magistrelli
Fine Seconda guerra mondiale. L’umanità si prepara a un nuovo inizio, fatto di pace e speranza.
Ásgarðr, Regno eterno. Il pantheon degli dei norreni è riunito dal sovrano, Óðinn, per punire gli Æsir che hanno agito dietro il conflitto su Miðgarðr, la Terra. Loki, Baldr, Týr e Thòrr vengono esiliati tra i mortali.
Roma. Sotto la Basilica di San Pietro, il reverendo Giulio Viola guida un’organizzazione segreta di sensitivi, che percepiscono l’arrivo sulla Terra dei quattro Æsir esiliati. La scoperta fa entrare in gioco, oltre al Vaticano, le guide religiose delle principali religioni monoteiste, ciascuna a difesa di dogmi millenari.
In un susseguirsi di colpi di scena, da Dubai a Roma, da Teheran a Las Vegas, ognuno dovrà fare i conti con la propria coscienza, alla ricerca della verità assoluta. Perché, ormai, è giunto Il tempo degli dei.
Già a partire dalla cover, questo libro ha solleticato la mia curiosità.
La convivenza di vari simboli religiosi, da sempre portatori di discussioni infinite sulle varie tesi teologiche, mi è sembrata una chiave di lettura diversa da tutto quello che finora avevo letto.
L’incipit ci porta in pieno clima della seconda Guerra Mondiale, con le sue barbarie, i suoi morti, la distruzione di ogni sentimento umano e le tragiche conseguenze che ciò ha ingenerato.
Si viene così a scoprire che tutto quello che ne è derivato, non è stato solo per bieco egoismo umano ma una sordida manovra tramata nell’ombra nientedimeno che… da Loki.
Ora vi verrà da chiedervi: cosa c’entra il dio del Caos in una diatriba che dovrebbe avere come base di discussione le varie religioni monoteiste?
Eh, c’entra, c’entra.
L’egregio autore Giovanni Magistrelli ha intessuto una trama di uno spessore così complicato e articolato da lascarvi a bocca aperta.
La trovata geniale di incastrare eventi degli ultimi 60-70 anni con spiegazioni che coinvolgono gli dei di Ásgarðr, il Regno eterno, lascia il lettore abbastanza stupefatto e piacevolmente sorpreso.
Gli Æsir stavano in silenzio, intimoriti dalla furia di Óðinn, trattenuta a stento.
«Loki ha cominciato tutto questo. Lui ha appiccato il fuoco e noi abbiamo provato a spegnerlo, ma abbiamo, forse, peggiorato la situazione.»
Si fermò e guardò Thòrr e Týr.
«Siamo dei, ma ci siamo comportati come gli abitanti di Miðgarðr. Ci siamo immischiati nelle loro faccende e li abbiamo portati dove forse loro, da soli, non sarebbero arrivati. Da quando furono creati si sono evoluti, ma si sono macchiati di ogni tipo di crimine. A volte, per capriccio, abbiamo contribuito a peggiorare i loro peggiori istinti. Ma mai come questa volta. Mai.»
La narrazione parte da Roma, dalla scoperta che la Santa Sede utilizza sensitivi per poter controllare ciò che succede nel mondo, sia per la tutela della dottrina cristiana, sia per poter controllare che alcuni segreti gelosamente custoditi non vengano alla luce.
E sono segreti di una portata talmente alta da scardinare ogni credenza degli ultimi millenni.
In uno sconvolgimento che crea panico di momento in momento, si diventa partecipi di confronti tra i grandi capi delle dottrine mondiali che, mai come in questo caso, devono venire a patti con ciò che sta accadendo e con ciò che non dovrebbero sapere.
Rivelazioni e ammissioni così importanti da rimettere in discussione la stessa nascita del mondo e della Terra chiamata qui Miðgarðr.
Gli eventi si intersecano così naturalmente da portare il lettore a fermarsi un attimo a riflettere: e se tutto ciò fosse vero?
Cosa faresti, se tutto ciò in cui hai creduto fosse solo una menzogna?
Ebbene, eccovi precipitati nel vostro incubo peggiore, dove sembra di trovare una risposta a tutto ciò che vi sembrava finto, strano, inspiegabile. Alcuni tasselli vanno a combinarsi in maniera così naturale da portare il lettore a rimettere in discussione non solo le proprie credenze, ma anche tutto il vissuto umano.
Un esperimento che mi è piaciuto tantissimo, che mi ha dato una visione del mondo alternativa e che in un certo qual modo ha anche attutito un po’ delle mie perplessità.
In fondo a volte, darsi una spiegazione, per quanto fantasy, è sempre meglio che non averne affatto.
Molto curata l’edizione, articolata e ben dettagliata soprattutto nelle località. La precisione dell’autore ti porta a vivere ‘in loco’ il momento e quasi a respirare l’aria di ciò che sta accadendo. Anche la parte che riguarda le armi attesta una cultura molto variegata, così come quella dei personaggi, sia mitologici che umani, da renderteli, alla fine della lettura, quasi come amici di vecchia data.
Il finale? Non vi lascerà con l’amaro in bocca, anzi. Vi regalerà qualche sospiro di sollievo e, per una volta nella vita, una speranza negli ‘dei’… qualsiasi abbiate scelto di seguire.
Vi auguro buona lettura.