Recensione: “Adam” di Giovanna Roma (Deceptive Hunters Series Vol. 01)
Ho sempre saputo come sarebbe stata la mia vita. La mia storia è stata scritta da qualcun altro e non è certo una trama felice. Solo. Letale. Killer. Circondata dalla feccia della società. Dipendente. Vuota. Niente legami. Fuori dal lavoro non esiste una vita vera per me. Soltanto il baratro. Tutti si proclamano innocenti, finché il mio proiettile non decide per loro. Io vedo cosa nascondono dietro la maschera. Li scopro animali. Poi qualcuno si mette in mezzo e complica le cose. Qualcuno mi ha urlato in faccia e sono stata costretta ad affrontare i mostri nella mia testa. Inizia la caccia. Inizio la fuga. Ora un bivio cambierà per sempre ciò che sono. Ora tutto sarà diverso. Finalmente sarò solo io e nessun’altra.
Chi è Adam Moord?
È un treno in corsa che sfreccia folle e inarrestabile lungo il suo cupo binario di oscura malvagità.
E dinanzi a questo, noi lettori abbiamo due sole possibilità: saltare in carrozza e correre assieme a lui, rendendoci complici delle sue crudeli efferatezze… oppure fermarci lungo le rotaie e lasciarci annientare dall’inevitabile impatto violento.
Ma arrestare la sua corsa… mai. Perché questa non è un’opzione contemplata.
Ne sa qualcosa Eleanor, giovane spogliarellista in un locale di Amsterdam, dipendente dalla droga come unico strumento per tenere a bada i tremendi demoni del suo passato.
Tuttavia un incontro fortuito, nel locale dove lei lavora e dove Adam si reca per tenere d’occhio la sua prossima vittima, cambierà irrimediabilmente la vita di Eleanor.
«Impara a non istigare chi non conosci.
Non si lancia carne fresca al leone, se non per sfamarlo.
E io ho ancora tanta fame, bambina.»
Esatto, il leone. Il predatore. Il gelido assassino di professione. È quello che Eleanor inconsciamente stuzzica con uno spogliarello che ad Adam non basta affatto, perché un uomo come lui non si accontenta di un assaggio.
No, lui arriva sempre in fondo. E poi è la fine.
Ed Eleanor è combattuta fin da subito, perché compiacere per una sola volta un uomo così pericoloso, assecondando un mero bisogno carnale, per lei potrebbe essere fatale.
Ma il pericolo affascina. Eccita. Attrae come una sporca calamita.
Anche quando la ragazza diventa testimone di un omicidio a cui non avrebbe mai dovuto assistere e ad Adam non resta altro da fare se non eliminarla, dopo aver ottenuto da lei preziose informazioni su una persona ancora importante per la stessa Eleanor. Informazioni molto ambite anche da altri criminali agghiaccianti come Adam.
Inizia dunque un’odissea fatta di fughe adrenaliniche, sparatorie di una violenza inaudita e rese dei conti con tremendi demoni del proprio passato, il tutto dominato da una fame animale, da un erotismo bruciante, da un’ossessione malata e quasi disperata.
Se cercate la dolcezza, rassegnatevi… perché non la troverete.
Se cercate l’amore, siete completamente fuori strada.
Se cercate la redenzione, avete scelto il libro sbagliato.
Perché Adam non cambia. Mai. Ficcatevelo bene in testa.
Resta sempre un bastardo psicopatico e un diavolo senza cuore, dalla prima all’ultima pagina.
«Quante volte ho aspettato il buio per agire? Finché non sono diventato io l’oscurità.
Allora ho compreso che il male non è un film dell’orrore, una fantasia letta sui libri.
No. È una realtà, qualcosa di tangibile, fatto di ossa, muscoli, sangue, tessuti umani.
Fatto di me, di molti.»
In questo libro non esistono neppure fanciulle indifese da salvare, bensì una giovane e grintosa combattente, una sorta di tenace sopravvissuta che si ribella a colpi di unghie per non soccombere a un destino quasi scontato.
Giovanna Roma ha uno stile così crudo e con un impatto così diretto, da prenderti per i capelli e trascinarti nel mezzo dell’azione, mentre ti trasmette un inaspettato gusto per l’oscuro e per il sadico che non sapevi nemmeno di possedere.
O magari lo sapevi e attendevi solo che fosse risvegliato da un gelido sicario, partorito dalle tenebre di un’Amsterdam in cui sangue e violenza vanno a braccetto con una lussuria così corrosiva e incontrollata da ribaltarti i sensi sottosopra.
Per poi travolgerti con una valanga di angoscia per colpa di un epilogo che potrei definire originale, o forse inaspettato, o magari il più coerente di tutti.
Ma sicuramente capace di scioccare e destabilizzare.
Com’è successo a me, che purtroppo non ho ancora trovato la forza per digerirlo. E forse non la troverò mai.
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