Recensione: “Amami adesso” di Pepper Winters (The Indebted Series n.4)
“Lei mi ha guarito. Lei mi ha spezzato. L’ho liberata. Ma siamo insieme in tutto questo. Finiremo tutto questo insieme. Le regole di questo antico gioco non possono essere infrante. “
Nila Weaver non riconosce più se stessa. Ha lasciato il suo amante, perso il coraggio e infranto la sua promessa. Due i debiti da assolvere. Troppi per scappare.
Jethro Hawk non riconosce più se stesso. Ha accolto quello che ha sempre evitato e ora affronta la punizione, di gran lunga più grande di quanto temesse.
E’ quasi ora. La resa dei conti.
Il Terzo Debito sarà l’ultima prova.
Ho atteso questo libro per più di un anno, quarto libro di una serie che ho incrociato per caso, inizialmente sottovalutato e che poi mi ha rubato l’anima con l’amore dolce e maledetto tra Nila e Jethro; e come da aspettative, non sono rimasta delusa. La Winters ha creato una storia con dinamiche al limite del credibile, ma proprio perché quel limite non lo passa, appaiono reali e ti coinvolgono. Sarebbe più corretto dire che ti stravolgono, perché il suo modo di descrivere ogni attimo e ogni sensazione, cattura ogni cellula del corpo e della mente, tanto da immedesimarsi facilmente nei due protagonisti. Questo è il libro delle scelte, Nila deve scegliere ancora una volta se vale la pena rischiare tutto per Jethro e lui deve trovare la forza di ribellarsi, ma per ottenere questo Nila arriverà quasi al capolinea.
«Ti avrei aspettato a braccia aperte. Avrei detto felicemente addio alla mia vita e ti avrei lasciato tormentarmi perché mi avrebbe reso una persona migliore, una persona più forte, una persona all’altezza di quello che provo per te». Mi irrigidii. «Quindi non dirmi che vorresti non avermi mai incontrata, Jethro Hawk, perché vivrei migliaia di debiti solo per il dono di avere te che mi ami».
«Se te ne vai, non tornare mai più. Non ti riconoscerò più, non ti guarderò…né bacerò. Lo capisci? Mai più, Jethro. E’ la tua ultima possibilità” Mi passai le mani nei capelli. “Non so neanche perché te la stia dando. Dopo quello che hai fatto la scorsa notte, non meriti una possibilità di spiegare. Meriti di morire di una morte miserabile e di lasciarmi in pace».
Una nota negativa è come l’autrice risolve la malattia di Jethro. Finalmente, dopo tante chiacchiere e allusioni, viene svelato il suo mistero, ma trovo che la Winters abbia esagerato un po’, creando una situazione al limite del paranormale che stona col tenore del racconto. Inoltre, troppi capitoli dedicati al momento della spiegazione, (che in realtà è contenuto in uno solo), troppi giri di parole che non fanno che aumentare l’agonia, lasciandoti perplessa perché la spiegazione non richiedeva tutta questa argomentazione. A parte questo, bisogna ringraziare la Winters per un capitolo interamente dedicato a Kestrel, personaggio secondario ma di vitale importanza per l’intera storia, in cui permette di apprezzarne maggiormente l’animo leale e gentile. Geniale anche come, con la spiegazione della malattia, tutti i comportamenti e i discorsi tenuti acquistano un senso diverso. Andando a ritroso nel racconto infatti, ogni gesto o frase rimasta in sospeso acquista un significato inequivocabile. Inoltre, bisogna lodare la scelta del linguaggio perché con pochi giusti vocaboli, l’autrice riesce a trasmettere l’intensità del dolore, (e dell’amore) di Jethro; tutta la sua sofferenza sgorga fuori dai suoi discorsi come fosse un fiume, rendendo appieno la sua lacerazione interiore.
«Cosa vuoi da me, Nila? Vuoi sapere che ti amo maledettamente, più di quanto riesca a sopportare? Che sono distrutto perché so che non sono abbastanza per te? Cosa?”………Lottando per non perdere la testa, prese un profondo respiro.
Combatteva la verità. Combatteva le lacrime. Combatteva se stesso.
Ma… Lentamente… Gradualmente…
Lui. Perse. La. Battaglia.
Si ruppe. La diga, la barriera dietro cui si era sempre nascosto, si frantumò.»
Ovviamente, essendo un dark romance, è ricco di scene di sesso, alcune anche brutali. Ma la vera brutalità nasce dalle personalità dei personaggi antagonisti, Cut e Daniel, rispettivamente padre e fratello minore di Jethro, le cui auree malvagie permeano l’aria coprendo tutto di uno strato di sporco oltre il quale si intravedono una vasta gamma di sentimenti positivi. Devo dire che, ho trovato la Winters geniale e diabolica nell’aver dato vita a dei personaggi così infidi e crudeli da non rispettare nemmeno i membri della propria famiglia. Insomma, questo libro lo consiglierei? Credo proprio di si! La trama è incredibile, perversa, volendo sconclusionata, (non sempre l’autrice è chiara nello spiegare i concetti), ma crea una rete di sentimenti talmente fitta e avvolgente che, se si riesce ad andare oltre le scene esplicite, non si può non rimanerne coinvolti.
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