Recensione: “Infinite volte” di Brittainy C. Cherry (Elements Series vol. 2)
“C’era una volta un ragazzo, e io lo amavo. Logan Francis Silverstone e io eravamo davvero agli antipodi. Mentre io mi scatenavo, lui rimaneva immobile. Lui era silenzioso e io il tipo che non riesce a smettere mai di parlare. Vederlo sorridere era quasi un miracolo, mentre era impossibile vedere me anche solo con le sopracciglia aggrottate. La sera in cui ho visto con i miei occhi il buio dentro di lui, non sono riuscita a distogliere lo sguardo. Insieme eravamo due metà che non diventano mai davvero una cosa sola. Insieme eravamo un dieci e lode e un sette in condotta allo stesso tempo. Due stelle che brillavano nel cielo notturno, alla ricerca di un desiderio, di un domani migliore. Fino al giorno in cui l’ho perso. È stato lui a buttare via tutto ciò che eravamo, e l’ha fatto in un solo momento. Senza pensare che questo ci avrebbe cambiato per sempre. C’era una volta un ragazzo, e io lo amavo. E per alcuni momenti, brevi respiri, pochi sussurri, addirittura attimi, penso che mi abbia amata anche lui.”
Appena terminato il libro della Cherry sento il dovere di avvertire le lettrici: donne/ragazze/fanciulle/donzelle, se siete in un momento di particolare fragilità emotiva, rimandate questa lettura a tempi più allegri perché vi spezzerà il cuore!
Strano, io non ero particolarmente instabile emotivamente quando l’ho iniziata, eppure questo non ha evitato che mi rompessi in tanti piccoli frammenti e mi lavassi il viso con calde e copiose lacrime… Sono stata ingenua, conoscendo l’autrice avrei dovuto prevederlo.
La storia di Alyssa/High e Logan/Lo è la seconda della Elements Series. Dopo l’elemento Aria del primo romanzo, in cui la Cherry ci ha raccontato l’amore tra Elisabeth e Tristan, questa è la volta del Fuoco: quello che scalda e brucia l’anima di due persone incomplete, provate dalla vita e dagli affetti. Una storia di abbandoni, mancanze, assenze ma anche, e soprattutto, di dipendenze. Quella di Logan dalla droga, un abisso nel quale discende sempre più a fondo, arrivando a mettere in pericolo non solo la sua vita ma anche quella delle persone a cui è più legato; e quella di Alyssa dal bisogno smisurato di essere amata e accettata per quello che realmente è e non per ciò che sua madre vorrebbe che fosse.
Lo è quello che distrugge tutto, allontana le persone a cui sta a cuore e cerca di tenersi lontano dai sentimenti, perché i sentimenti sono pericolosi e l’amore è un’arma con cui la vita non esita a ferirlo in ogni occasione.
High è la fiducia, la forza, la passione, “lo sballo più grande”. Lo, come low, e High sono due metà che solo rimanendo insieme possono completarsi: lui esprime a parole i pensieri di Alyssa; lei realizza i sogni che Logan le racconta. Così, nonostante lui tenti di sfuggire all’inevitabile, l’amore li unisce e li rende una sola cosa, fino a quando i demoni di Lo ritornano più potenti e vivi che mai, rovinando la speranza e riducendo ancora una volta la vita in macerie.
La narrazione inizia con l’incontro di entrambi i protagonisti all’età di diciassette anni e prosegue per i successivi cinque anni. In questo lasso di tempo Alyssa e Logan sono costretti ad affrontare dolore e perdita, tristezza e solitudine, ma per quanti tentativi possano fare sono perfettamente consapevoli che vivere senza l’altro non è mai vivere, è solo esistere.
Un ruolo decisivo in tutta la storia spetta ai personaggi secondari, Kellan fratello di Lo; Erika sorella di High; le madri di entrambi; il padre di Lo, figura negativa che odierete profondamente!
Non voglio dirvi di più e non svelerò nulla della trama, perché credo che questo libro vada letto e assaporato. Forse a qualcuno potrà sembrare eccessivamente drammatico o addirittura patetico, ma per quanto mi riguarda, ancora una volta, l’autrice mi ha coinvolto nel brutto e nel bello delle vicende dei suoi personaggi in maniera struggente e delicata, e io l’ho adorato.
Io vi ho avvertite, ora non vi resta che leggerlo!
A cura di: