Recensione: “Le regole del gioco – The indebt#6” di Pepper Winters
L’amore cerca di trionfare, ma l’oscurità continua a regnare sovrana…
Sono innamorato di lei, ma potrebbe non essere sufficiente per impedirle di essere l’ultima vittima dell’Eredità del Debito. Ora so chi sono. So cosa devo fare. Staremo insieme. Spero solo che sia sulla terra e non in cielo.
Si tratta di questo. L’amore o la vita. I debiti o la morte. Chi vincerà?
Adrenalinico, stupefacente, da cardiopalma; questo libro ha tutte le caratteristiche del romanzo perfetto. Quando ho iniziato a leggere questa saga, ho trovato il primo libro abbastanza scontato, con una trama surreale e scene al limite del pornografico, eppure alla fine mi sono ritrovata a chiedermi come sarebbe andata la storia tra Jethro e Nila. Per questo motivo sono andata avanti, e mi sono ritrovata ad aspettare i vari capitoli con impazienza perché a ogni nuovo libro quest’autrice ha saputo conquistare il mio cuore e la mia stima con episodi ad altissimo livello emotivo, situazioni sempre nuove, mai scontate e spesso crudeli, rivelando un grande coraggio sia dal punto di vista creativo che da quello stilistico. La Winters, infatti, riesce a creare tensione attraverso le parole, usando i termini giusti al momento giusto, lasciando che la passione e il tormento esplodano dalle pagine e si fondano.
Questo è il libro in cui ritroviamo la vera Nila, forte, impavida, attaccata alla vita, che si libera finalmente da vincoli e convenzioni per passare ai fatti, la Nila che vive e lotta seguendo l’istinto e scendendo a patti con la sua parte oscura.
Chiudendo gli occhi, evocai tutto quello che amavo, tutte le persone, tutti i motivi per cui io sarei sopravvissuta e Daniel no. Jethro. Vaughn. Mio padre. Sarei sopravvissuta per loro. Non importa quello che dovrò fare. Mi abbandonai completamente alla sete di sangue. Feci l’unica cosa per cui ero nata. Adempii la promessa fatta ai miei antenati.
Questo è il libro in cui Jethro appare come l’eroe che dovrebbe essere sin dall’inizio, smettendo di lottare contro la sua natura, accettandola e sfruttandola a proprio vantaggio per riuscire a prevalere, sfidando se stesso e un’eredità che lo lacera da sempre.
Questa era la mia vera eredità. Avevo guadagnato la fedeltà degli uomini restando fedele a me stesso. Adesso avrei reso il mondo un posto migliore e avrei eliminato quelli che non meritavano di sopravvivere.
Questo è il libro in cui finalmente tutti i tasselli vanno al loro posto e, benché la spiegazione dei debiti sia sempre stata piuttosto fumosa (l’autrice usa tanti giri di parole senza mai specificare nulla), la storia, nell’insieme, acquista significato e chiarezza.
Questo è il libro in cui Bonnie e Cut si rivelano in tutta la loro malvagità, soprattutto Cut. Nelle mie letture non ho mai trovato un personaggio così negativo: è l’antagonista per eccellenza, spietato, diabolico, cattivo fino al midollo ed è eccezionale nella sua negatività, riuscendo fino all’ultimo a tenere le redini di tutta la faccenda, tanto che si fa fatica a credere che, in fondo, un barlume di bontà ci sia anche in lui, idea rafforzata dall’ultimo capitolo, in cui si ricordano gli eventi passati che rischiano di spazzare via quel briciolo di compassione che si può provare per lui grazie alla sua redenzione finale.
E finalmente, le sue emozioni mutarono dal sadico odio, per una vita intera di scelte sbagliate, al supplicare e alla vergogna, e all’accettare tutto pienamente. Chinò la testa mentre colpivo di nuovo, le lacrime gli sgorgarono dagli occhi. Non per il dolore. Ma per la consapevolezza di aver fatto tutto questo alle persone che amava. Aveva fatto tutto ciò volutamente ai suoi figli. E non vi era un crimine peggiore di quello. L’avevo spezzato, gli avevo mostrato l’errore del suo passato, insegnato com’era stato per noi. Aveva reso omaggio a Emma Weaver. Aveva chiesto scusa a Jasmine. Si pentiva per Nila. E finalmente, finalmente, si era sottomesso a me e al mio potere.
Purtroppo, però, questo libro stupendo ha una grande pecca: la vera storia termina ben prima della fine; i capitoli finali, che raccontano la ripresa della normalità, sono sdolcinati e totalmente fuori luogo e sopprimono in breve tempo l’immensa fiamma che quest’affascinante storia aveva alimentato, snaturandone i protagonisti e concentrandosi troppo su spiegazioni psicologiche ed emotive di cui sinceramente non sentivo l’esigenza.
Insomma, cento pagine di troppo cui non trovo spiegazione, ma nonostante questo, tanti complimenti a Pepper Winters che è riuscita a creare una vicenda appassionante e travolgente, mantenendo alta l’attenzione del lettore fino alla fine.
Mi mancheranno Nila e Jethro. E Kerstrel. E Vaughn. E Flaw. E Jasmine. E perfino Cut e Daniel. E nonostante non ami molto rileggere i libri, penso che per questi farò un’eccezione.
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