Recensione “Demon’s Kiss” di Gena Showalter (Lords of the Underworld #2)
In una remota fortezza di Budapest, sei seducenti guerrieri immortali sono legati da un’antica maledizione che nessuno è mai riuscito a infrangere…
Un guerriero possente e signore della Morte… Una temibile dea, portatrice di caos e disordine…
Ma nessuno dei due è padrone del proprio destino…
Anya, dea dell’anarchia, decide di mettere in campo tutte le proprie arti per sedurre Lucien, il guerriero che accompagna le anime dei defunti nell’oltretomba, e benché lui cerchi disperatamente di resisterle alla fine lo conquista. I due non sospettano nemmeno lontanamente di essere solo delle pedine nelle mani di Crono, che cerca con ogni mezzo di metterli l’uno contro l’altra. Riusciranno a sconfiggere le forze invincibili che li controllano e a liberarsi dalle rispettive condanne evitando il crudele sacrificio d’amore che il perfido titano vorrebbe imporre loro?
Inizio dicendo che sono rimasta affascinata dal personaggio di Lucien sin dall’inizio: come è possibile vivere in due mondi contemporaneamente e far conciliare il tutto con una vita familiare? Lucien infatti è il traghettatore delle anime, essendo posseduto da Morte, ma è anche il capo dei guerrieri, per cui ha un doppio ruolo di conduttore: sia dei suoi amici nelle battaglie, sia delle anime nell’aldilà.
Quello che più ho apprezzato in questo libro però è il personaggio di Anya, che non è la classica fanciulla che deve essere salvata e protetta, ma è una Dea molto irrequieta, con un carattere forte e aggressivo che da subito prende il sopravvento su Lucien. A differenza delle altre storie, qui abbiamo una lei che rincorre, e un lui che cerca di allontanarla per motivi molto diversi da quelli che il lettore può immaginare.
Ma la tenacia di Anya alla fine vince e, nonostante non abbia apprezzato il finale, in cui come al solito il protagonista maschile diventa sempre un po’ troppo melenso rispetto alla sua indole bellicosa, ho amato tantissimo la caparbietà della ragazza nel volersi imporre su questo guerriero grande grosso e ostinato (caratteristica che accomuna un po’ tutti i guerrieri a causa della loro condizione di guardiani dei demoni).
Inoltre devo dire che mi piace molto la scelta dell’autrice, abbastanza coraggiosa, riguardo al finale nella parte in cui Anya decide di rinunciare a ciò che le è sempre stato caro per amore di Lucien. Il suo personaggio, a differenza del guerriero, durante il racconto non sembra propenso a cambiare, per cui fino all’ultimo sembra un finale piuttosto improbabile.
Concludo complimentandomi con l’autrice per il corale; in questo libro comincia a delinearsi la storia d’insieme dell’intera saga e già dai primi accenni (l’arrivo di altri guerrieri, le informazioni di Anya, la possibilità di salvezza, ecc…) preannuncia delle vicende che di certo sapranno tenere alta l’attenzione al di là delle singole storie dei protagonisti, che potrebbero risultare un po’ scontate.
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