Recensione: “Una nuova vita” di Keira Andrews (Gay Amish Series vol. 2)
Sono fuggiti nel mondo esterno ma riusciranno a essere veramente liberi?
David e Isaac hanno trovato la felicità l’uno tra le braccia dell’altro. Nella lontana San Francisco, Aaron, il fratello di Isaac, li aiuta a esplorare la confusa vita “inglese” e a lasciarsi alle spalle l’opprimente ombra delle radici Amish. Per la prima volta, David e Isaac possono essere apertamente gay, eppure si sforzano di riconciliare la sessualità con la loro fede.
Almeno non devono nascondere la loro relazione, il che dovrebbe rendere tutto più facile. Giusto? Ma mentre Isaac frequenta la scuola con profitto e si fa nuovi amici, David deve combattere per scendere a patti con la realtà del mondo esterno. Perseguitato dal senso di colpa per aver abbandonato la madre e le sorelle a Zebulon, viene sopraffatto dalla frenesia della città mentre lavora per far crescere la propria impresa di carpenteria.
Anche se finalmente David e Isaac dormono fianco a fianco ogni notte, la paura e l’insicurezza potrebbero allontanarli.
Ma se veramente era stato per punirlo per i suoi peccati, allora, cosa sarebbe capitato alla sua famiglia, adesso che peccava apertamente? Il Signore lo avrebbe punito di nuovo, facendo loro ancora più male stavolta? Oppure Isaac sarebbe stato il prossimo? Concentrandosi sul ritmo del proprio respiro, David si costrinse a riportare lo sguardo sulle vetrine che passavano oltre, a guardare la gente sui marciapiedi intenta a vivere la propria vita.
In alcuni momenti è stato angosciante leggere dell’immane senso di colpa che pervade David, uno dei due protagonisti di questa bella e problematica storia d’amore. David ha appena 22 anni, un’età in cui uno dei nostri ragazzi giocherebbe alla Playstation e andrebbe a scuola, ma per un Amish, significa essere un uomo adulto, e ancora di più per lui, che ha perso il padre ed è rimasto l’uomo di casa. Per le infinite regole della loro religione, avrebbe dovuto sposarsi ed entrare nella chiesa, ma David non è riuscito a portare a compimento la finzione con cui convive da tempo. Lo abbiamo conosciuto nel libro precedente della serie, “Una passione proibita”, e abbiamo assistito al suo innamoramento di Isaac, un dolcissimo ragazzo che è diventato suo apprendista come falegname. Ma il loro amore, in una comunità come Zebulon, è considerato un abominio agli occhi di Dio. Ed è per questo che ora li ritroviamo a San Francisco, ospiti in casa del fratello di Isaac, Aaron, che molti anni prima ha preso la decisione di lasciare la sua comunità e per questo ne è stato bandito. Aaron si è ben integrato, è sposato con una dottoressa filippina ed è ben felice di poter aiutare e riabbracciare suo fratello. Dopo che se n’è andato, infatti, i genitori non hanno voluto che avesse contatti con loro o con i fratelli. Per i due giovani tutto è nuovo, entusiasmante e difficile. Ci sono momenti di gioia profonda nelle scene passionali, che l’autrice ci regala. C’è la felicità delle gite, che aprono i loro occhi su un intero mondo: una corsa in tram, trovarsi di fronte l’oceano, mangiare un hamburger. Ma basta un secondo e qualcosa fa scattare in loro il ricordo di casa.
La loro vita è stata scandita dalle regole dell’Ordnung, un codice che stabilisce regole per ogni cosa. Tutto è vietato, persino le cose più assurde: le grucce per appendere gli abiti, i vestiti colorati, le fotografie e la tecnologia, andare al cinema, persino gli orli degli abiti devono avere centimetri precisi. Non possiedono documenti né certificati di nascita. Se il potere di fare tutto ciò che vogliono li esalta e li rende felici, non possono però che provare sensi di colpa ogni volta che infrangono una delle regole, specialmente ricordando i loro familiari.
David trova bellissimo avere un bagno caldo nella propria stanza, ma non può fare a meno di pensare che sua madre e le sue sorelle devono uscire fuori e spaccare il ghiaccio per usare la latrina in cortile. E mentre Isaac decide di tornare a scuola e riesce a farsi degli amici, integrandosi ogni giorno di più, David, che ha ripreso con successo la sua attività di falegname, è sempre più oppresso da incubi, attacchi di panico e senso di colpa, che a volte annulla nell’alcool.
Il loro amore sarà abbastanza forte da resistere al rimorso e alle pressioni esterne?
È un libro molto bello, che parla di argomenti profondi e di una comunità che vive in un modo che noi stentiamo a comprendere. Un mondo in cui tutto sembra peccato, e Zebulon in particolare è una delle comunità più severe, una delle poche dove non esiste il Rumspringa, quel periodo di tempo in cui un giovane Amish può sperimentare la vita di un normale adolescente e viaggiare. Crescere in un posto del genere e capire di essere gay deve essere terribile, la tua vita una menzogna continua, nessuna possibilità di essere capito, sapendo che se si venisse a sapere, saresti bandito per sempre e ripudiato dai tuoi genitori. Un luogo in cui non puoi fare domande perché le risposte sono già scritte da tempo e immutabili.
Da bambino, a tutti i suoi perché veniva risposto con citazioni dell’Ordnung, o con un semplice: Perché è così che facciamo. Una volta, aveva chiesto a Padre perché Dio si interessasse alla larghezza delle falde dei loro cappelli, e aveva insistito finché l’uomo non lo aveva sferzato con la frusta del calesse. Non aveva mai più fatto domande a casa.
Neppure dopo essere fuggiti, l’indottrinamento continuo ti abbandona, e ogni gioia viene poi compensata con sensi di colpa che opprimono il cuore. L’autrice è stata bravissima nel raccontare lo stato d’animo di questi due ragazzi, così giovani, anelanti alla libertà, ma incapaci di liberarsi del tutto del passato; il finale ci lascia con grande ansia, nell’attesa del prossimo libro, dove scopriremo se a vincere sarà la comunità Amish o l’amore proibito.
La scrittura è molto scorrevole e i personaggi sono delineati in modo dolce e veritiero. La comunità Amish viene trattata con grande rispetto dall’autrice, senza esprimere nessun pregiudizio. Documentandomi un po’, ho scoperto che l’80-90% dei ragazzi, dopo il Rumspringa ritorna per battezzarsi e vivere nella comunità, ma non ho potuto non chiedermi se sia effettivamente una libera scelta o una decisione dettata dalla paura di non sapersi inserire in un mondo che in parte non capiscono, e dal fatto che, una volta andati via, i ragazzi non potranno più comunicare con le proprie famiglie.
Non è una lettura leggera, ma coinvolge e fa riflettere, e adesso devo proprio andare a leggere come finirà la storia di questi ragazzi dolcissimi, nel prossimo libro della serie dal titolo “La strada verso casa”.
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