Recensione: “Eternità” di Maggie Shayne (Serie Gli Immortali vol. 1)
300 anni fa, Raven St. James fu impiccata per stregoneria… Ma si risveglia tra i morti, scoprendosi viva. È una Strega Suprema immortale, una di quelle buone. Un messaggio di sua madre la mette in guardia: ci sono altri, gli Oscuri, che prolungano la propria esistenza rubando i cuori di quelli come lei. L’amore proibito per la giovane misteriosa costò a Duncan Wallace la vita… Trecento anni dopo, Duncan si innamora nuovamente di lei, tormentato da vaghi ricordi di un passato che non può essere reale. Lei gli parla di un’altra vita, sostiene di essere immortale. Duncan è sicuro che sia un po’ matta, ma non riesce a starle lontano. E la Strega Oscura a caccia del cuore di Raven è più vicina di quanto entrambi credano.
Finalmente una storia sulla stregoneria ambientata nel 1689, dove si sente proprio il clima dell’Inquisizione e tutta l’oscurità che accompagnava quel periodo.
È una storia dall’intreccio ben congegnato che si snoda in due periodi: il primo è quello della dolorosa e cruenta impiccagione di Raven e la sua amata madre, a causa della denuncia di una parente; il secondo, circa 3 secoli dopo, è ambientato in tempi più moderni e dal clima decisamente più liberale.
L’incipit è intriso della consapevolezza che alla morte non si sfuggirà, ma ameremo subito Raven per la dignità con cui si pone sul patibolo, e per il cruento senso di impotenza che prova la madre, la quale sacrifica se stessa per proteggere l’amata figlia.
In punto di morte le svelerà un incredibile segreto, che avvolge tutto il racconto in un clima di mistero e di magia.
Ma si parla di magia antica, senza fronzoli o incantesimi lanciati da una bacchetta, bensì dettati dall’antica religione Wicca e da segreti millenari tramandati di generazione in generazione.
Sulla piazza del paesino, dove una folla inferocita chiede morte, arriva Duncan, apprendista in abito telare, che prova pietà per quelle due donne, che pur essendo accusate di una cosa talmente abominevole come la stregoneria, intercede per salvarle da morte certa.
Ma il suo mentore, Nathaniel Dearborne, viscido individuo e cattivo della storia, non cede e le condanna alla pena capitale.
Con la morte, a cui seguirà il risveglio e la consapevolezza, comincia l’avventura di Raven, che si dipanerà nel vecchio continente fino ad arrivare al Nuovo Mondo.
Dolce e intensa la storia d’amore dei due giovani, un’emozione che arriva al cuore e ci fa sperare che ci siano anime così candide sparse nell’universo, che ci infondano sicurezza e speranza verso questo sentimento.
La passione tra i due è ben descritta, con scene di puro erotismo, senza sfociare nell’ovvietà.
Bello il personaggio di Arianna, vezzosa e moderna, a cui vi legherete per la forza d’animo e per il legame con Raven, che vi sorprenderà.
Un po’ debole Duncan nella prima parte, personaggio molto ancorato alle regole religiose del vecchio mondo, mentre Raven mostra sin da subito, affiancata alla fragilità della sua giovane età, una forza d’animo prorompente.
Pur essendo un testo scorrevole, la traduzione italiana lascia qualche pecca. Alcuni punti mal tradotti e un editing piuttosto frettoloso fanno perdere un po’ di tempo durante la lettura.
Alcuni dialoghi, poi, sono incomprensibili o piuttosto forzati mentre a volte capita di non capire se il personaggio sta pensando o rispondendo a una domanda.
Conoscendo l’autrice per le sue opere precedenti, è stato un peccato veder “pasticciare” un libro che ha molte potenzialità di trovare un ampio pubblico di lettori, considerato che nella parte finale c’è il primo capitolo del prossimo episodio, che intriga fortemente e ci porta nelle Highland scozzesi alla ricerca di un personaggio ancora più inquietante.
Se cercavate in una storia fantasy un “principe azzurro”, ebbene, per dolcezza, Duncan ha conquistato ampiamente il posto.
Buona lettura!
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