Recensione: “Possession: Rovina” di Valentina C. Brin (Obsession Saga Vol. 2.2)
Londra, 1687. Sono trascorsi sei anni da quando Charles Rochester, duca di Norfolk, ha ucciso. I suoi peccati sono stati sepolti e adesso ha tutto ciò che ha sempre desiderato: una posizione di prestigio a corte, un’amante bella e manipolabile e, soprattutto, l’amore incondizionato di Dorian, il servo che gli ha rubato il cuore. Ma quando la ruota del destino comincia a girare, il mondo perfetto di Charles inizia a sgretolarsi. Un nuovo nemico ha giurato di distruggerlo ed è deciso a colpirlo sfruttando la sua debolezza più grande: i sentimenti che nutre per Dorian.
Adesso l’uomo che ama è anche colui che potrebbe rovinarlo e, se non starà attento, i segreti che ha protetto per tutti questi anni potrebbero venire a galla.
È arrivato il momento di decidere cosa conta di più: l’amore o il potere.
Non si può mentire per sempre.
Il sangue versato ha un prezzo.
Ed è ora di pagarlo.
**Attenzione!**A causa di scene crude, di tematiche violente e di sesso descrittivo tra uomini, si consiglia la lettura di “Possession – Rovina” a un pubblico adulto e consapevole.
Siamo alla corte d’Inghilterra attorno al 1700: intrighi, tradimenti, lotte per conquistare le grazie del re e una posizione sociale. Ci sono pochissimi amici di cui potersi fidare, e pure di loro bisogna diffidare. Bisogna essere scaltri e saper manipolare le persone e il duca di Norfolk è abilissimo in questo genere di cose, non prova rimorso, non prova pietà. Questa è l’ambientazione nella quale viene incastonata la storia d’amore tra Charles e il suo valletto.
Era bella. Era nuda.
Era sua se lo avesse voluto. Eppure adesso che l’eccitazione aveva lasciato il posto alla lucidità la vide per ciò che era davvero: un oggetto. Un bel soprammobile dai molti usi.
Nonostante vi siano sei anni di distanza tra Possession Rovina e il primo volume della duologia (Possession Ascesa), le due trame sono molto legate, poiché la precedente contiene il passato irrisolto di Charles, passato che non dovrà mai essere svelato a nessuno, soprattutto al suo amante, e che tuttavia rischia di essere portato alla luce a causa degli avvenimenti che si sviluppano nonostante ogni tentativo di contrastarli.
Charles è una figura ambiziosa, e che si rapporta con gli altri con una personalità fredda, calcolatrice e senza cuore; deve mantenere il ruolo di seduttore e sfruttare le proprie abilità per conquistare un ruolo di potere. Ma quando è con Dorian riesce a sentirsi pulito, illuminato di purezza, cerca questi momenti insieme a lui con disperazione e riesce a ricreare un angolo di paradiso tutto per loro in cui non esistono pregiudizi, non esiste cattiveria, e non esistono le altre amanti.
Pur non essendo io particolarmente sensibile al senso di gelosia, devo dire che è stata una lettura meravigliosa e toccante, totalmente coinvolgente, e che ha continuato a frullarmi in testa e nel petto per diverso tempo (immagino sia difficile sperare in un terzo episodio, ma vorrei implorare Valentina di regalarci almeno uno spinoff!).
Le affondò le mani tra i capelli, il volto nascosto contro il suo collo. La inchiodò. La penetrò. E rinnegò Dorian ancora, spinta dopo spinta.
Questa doppiezza di Charles e il carattere remissivo di Dorian sono gli elementi che danno vita a un racconto dark romance. La relazione d’amore che entrambi desiderano così ardentemente, allo stesso tempo procura anche un dolore a entrambi. Più stanno insieme e più si fanno sanguinare il cuore.
Non fu facile. Il modo in cui Dorian si voltò dopo aver posato il vassoio sul tavolo gli annodò la gola; lo sguardo ferito che campeggiò sul suo viso quando i loro occhi si incrociarono gli chiuse lo stomaco. Avrebbe dovuto abituarsi, si disse. Avrebbero dovuto farlo entrambi, perché quello sarebbe stato il loro futuro: fingere davanti agli altri di non rappresentare nulla l’uno per l’altro. Lui per lo meno avrebbe dovuto farlo di certo se intendeva far sopravvivere la propria casata, e il valletto avrebbe dovuto imparare a conviverci, che gli piacesse o meno.
Questo loro rapporto è costantemente in bilico. È un vaso crepato a cui ogni giorno si aggiunge una nuova incrinatura: prima o poi è destinato ad andare in frantumi, per quanta colla si possa mettere.
Dorian chiuse gli occhi cercando di allontanare il dolore. Lo percepiva sulla pelle: gli aggrediva la faccia e stava per riempirgli gli occhi di lacrime. Si sentiva pieno di crepe. Se non avesse trovato il modo di tapparle – se non avesse ricacciato indietro il dolore –, sarebbe finito in pezzi.
Ho continuato a credere in Charles e a fare il tifo per lui praticamente fino alla fine, fino a quando è diventato, accidenti, davvero indifendibile.
Il finale è stato come andare sulle montagne russe. Continuavo a credere che ce l’avrebbero fatta, ma poi tutto si sgretolava di nuovo. Mi struggevo su come avrebbe fatto Valentina a recuperare una situazione così devastata, dopo eventi completamente imperdonabili, irrisolvibili. Invece poi succedeva qualcosa che mi faceva sperare di nuovo.
Mi si è sgretolato il cuore.
Ho odiato entrambi. Ho odiato Charles quando ha fatto qualcosa di così terribile e incomprensibile, e ho odiato Dorian per la sua ottusità, ingenuità, per pretendere cose che in quell’epoca erano inammissibili: (una relazione omosessuale non aveva alcuna chance di essere accettata, portata alla luce del sole o essere esclusiva), per non saper guardare al di là del proprio dolore e non sapere leggere lo stesso negli occhi dell’altro, che l’epoca storica portava a non avere scelta.
Ho odiato Dorian quando non riusciva a forzare davvero la mano, a fare il tutto per tutto per ottenere la pace, a concedere il perdono. Quando si chiudeva nella sua rabbia inesplosa, nel suo mutismo, non osando sfruttare una libertà di parola che nell’intimità Charles gli consentiva, per quanto il loro rapporto fosse sempre stato asimmetrico.
Invece Charles l’ha fatto. Nel modo più crudo, più focoso, più annichilente, eppure ha tentato il tutto per tutto, fino all’ultima riga.
«Parlami. Dimmi cosa ti passa davvero per la testa.»
«Perché?»
“Perché i tuoi silenzi mi fanno paura.”
Perché le parole poteva smontarle, combatterle, distruggerle e riplasmarle, ma contro i silenzi non poteva vincere. E i silenzi allontanavano le persone.
«Perché quello che provi è importante.»
Dorian tremò. Fece per voltarsi, ma Charles lo afferrò per un braccio. Non gli avrebbe permesso di scappare. Non adesso né mai.
«Parlami. Grida, insultami, ma non darmi il tuo silenzio.»
«Lasciami», gli intimò Dorian.
Infine un appunto sull’autrice: lo stile di questo dark romance è molto raffinato. A differenza degli altri romanzi dark contemporanei, dove l’intensità viene creata dalla punteggiatura, frasi corte e da uno stile incalzante, ridondante, avvolgente, conturbante, nei romanzi della Brin si apprezza uno stile narrativo scorrevole ma non banale; molto ricco, sapiente, colorato, con un uso del linguaggio consono allo stile storico, ricco di metafore e decorazioni, ricami, fraseggi piacevoli.
Last but not least, è doveroso segnalare la cover: mi ha affascinata da subito, e la trovo perfetta per lo stile, il contenuto, le emozioni trasmesse dal romanzo.
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