Recensione “Candance Brewer – The Dark Rose” di J.D. Greene
La vita di Candance Brewer sembra destinata al successo: frequenta Legge a Yale, i suoi amici l’adorano, è bella e stimata. Niente sembra frapporsi tra lei e il desiderio di diventare un avvocato, fino a quando l’incontro con un misterioso e bellissimo studente di medicina la travolgerà. S’innamorerà perdutamente dello sfuggente Francis e farà di tutto per conquistarlo, ignorando le conseguenze che il loro amore avrà sulla sua vita.
La storia con Francis Rosebelt la trascinerà verso una realtà in cui nulla è come sembra. Candance dovrà fare i conti con il terribile Lucien, il fratello di Francis, e i segreti della loro potente famiglia.
Tutto quello che ha sempre pensato di sé verrà capovolto e si troverà ad essere combattuta tra i due fratelli.
Da un lato Francis, il ragazzo perfetto dalla bellezza radiosa e aperta, generoso e sensibile, disposto sempre a sacrificarsi per tutti. L’uomo che le dà forza e sicurezza, l’amore della sua vita.
Dall’altro Lucien, misterioso e cinico, un uomo spregiudicato dalla bellezza angelica e il fascino torbido, verso il quale sentirà emergere un’affinità istintiva che andrà oltre l’amore.
Chi sono in realtà i due fratelli? E che ruolo ha Lucien nella prima causa legale che Candance si trova ad affrontare nel suo tirocinio?
La risposta a queste domande aprirà le porte a nuovi e più inquietanti quesiti su sé stessa e a una nuova visione del mondo.
Iniziamo col dire che non è un romanzo autoconclusivo. Ciò significa che è difficile dare un giudizio complessivo, perché quello che ho letto sembra essere appena un assaggio di quella che sarà una storia completa. Al momento non è neppure chiaro se si tratti di un paranormal nel senso più classico del termine oppure di un romanzo psicologico, dato che tutto si gioca su una caratteristica della personalità umana che sarebbe esacerbata fino a creare un personaggio con caratteristiche fuori dall’ordinario.
Vide oltre la forza di un potere senza fine, l’arroganza, il fascino del viso perfetto che aveva davanti a sé. In lui dimorava anche una solitudine sconfinata. Oltre al lampo d’acciaio che brillava inquietante in quel blu intenso, vi era il solco di cicatrici profonde e ferite che non aveva mai chiuso.
Un altro elemento che rende confuso il genere letterario è il fatto di aver sviluppato la trama in tre spezzoni differenti: un classico romance YA nella prima parte (specifico qui che il romanzo è del tutto casto), quando Francis e Candance sono ancora studenti e danno il via alla loro storia d’amore; un legal drama alla Erin Brockovich nella seconda parte, in cui i due protagonisti sono già laureati e alle prese col mondo del lavoro (il romance passa del tutto in secondo piano); per finire con un finale che strizza l’occhio al paranormal o forse al dark romance (ne ho avvertito appena un sussurro, ma l’autrice è stata abilissima nel farne sentire l’eco nelle pagine successive).
Al tocco delle sue dita, Francis si fermò in attesa e lei ne approfittò per sfilargli dalle mani l’asciugamano e farlo cadere a terra. Tendendosi verso il suo volto, lo baciò ancora. A lungo e con una dolcezza carica di attesa e trepidazione.
Ognuno dei tre spezzoni avrebbe potuto trainare il conflitto centrale del libro, e avrebbe potuto reggere senza l’esistenza così dettagliata degli altri due. In particolare, ho amato molto la parte più romantica e la figura “angelica” di Francis. Ma è ovvio che è il cattivo “Lucien” a catturare le lettrici, e quelle poche pagine che descrivono l’incontro tra lui e Candance sono davvero capaci di trasmettere i brividi.
La mano di Lucien restò sospesa in aria, all’altezza delle scapole di Candance, per qualche istante, incerta. Fino a che lui non decise cosa fare. Assaporò ancora una volta il gusto della tensione racchiusa in quell’attimo in cui le loro vite erano sospese, poi posò delicatamente il polpastrello del pollice al lato della colonna vertebrale dove la luce era ancora chiara.
È un romanzo scritto molto bene, con uno stile evocativo in grado di trasmettere in modo pieno le emozioni, in particolare quella di sentirsi sopraffare dalla forza anche solo verbale di un leader naturale, come un maschio alfa. Ed è proprio grazie a questa capacità di farci immedesimare nelle sensazioni di chi subisce il carisma della persona autorevole, grazie al fatto che questa sensazione diviene nel lettore una emozione reale e vissuta, che si rimane nel dubbio che tutto il concetto su cui si basa il romanzo possa essere solamente una metafora, anziché descrivere delle caratteristiche innaturali, paranormali.
Ogni sillaba da lui pronunciata assumeva le stesse forme di una goccia che cada in un lago sotterraneo, espandendosi all’infinito in cerchi concentrici. Fino a occupare ogni più segreto angolo dei suoi pensieri.
Ho assegnato tre stelle e mezzo soprattutto a causa delle divagazioni eccessive, in attesa di vedere come si evolve la storia e quanto l’autrice metterà a frutto la sua capacità espressiva sugli aspetti psicologici, e perché no, anche più torbidi.
Lucien chiuse gli occhi e si portò il pollice sulle labbra e, dopo essersi fatto inebriare dal suo profumo, assaggiò il suo sapore con una delicatezza che sfiorava la più torbida delle sensualità.
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