Recensione “Sei tutto il mio cuore” di Melanie Marchande (Secretary Series #2)
Nel mio letto c’è un miliardario sexy e sarcastico, e ha un anello al dito.
Com’è successo? Ah già. L’anno scorso ho scoperto che il mio insopportabile capo era segretamente un autore di bollenti romanzi rosa, e io la sua ignara musa. Questo genere di cose incanta facilmente una ragazza, soprattutto se è un po’ svitata.
Per fortuna io sono un’amante della normalità. Prossima fermata, un felice matrimonio! Cosa potrebbe mai andare storto? Non ho affatto sentimenti ambivalenti sull’uomo che per cinque anni mi ha reso la vita un inferno. E Adrian non ha mica accumulato una lunga lista di nemici nella sua scalata al potere. E decisamente non siamo affatto troppo testardi per mettere da parte l’orgoglio per far funzionare le cose. Okay, forse invece è proprio così che stanno le cose. Ma alla fine, l’amore vincerà su tutto. Almeno spero.
Eccoci giunti al secondo capitolo di questa bella storia d’amore, leggermente differente nello stile narrativo perché, a differenza dei precedenti, questa volta il punto di vista dei due personaggi emerge alternativamente e ci permette di osservare dall’esterno lo svolgersi degli eventi. La narrazione è sempre in prima persona ma finalmente possiamo gustare anche lo scorrere dei pensieri, delle ansie e delle insicurezze di Adrian, che amo sempre di più.
I protagonisti restano due persone decise e testarde ma il sentimento che li unisce è di una dolcezza disarmante: entrambi non si capacitano di suscitare un amore così profondo nell’altro, come se percependo l’intensità di quanto portano nel cuore, avessero difficoltà nel contemplare che l’altro possa ricambiare, nel senso oggettivo di vivere la medesima realtà, divisa tra la scintilla dell’amore e della passione e i vissuti del loro passato, eredità pesanti e chiaramente ancora da elaborare.
Li ritroviamo esattamente dove li avevamo lasciati alla fine del primo libro, nel giorno delle loro nozze alle Hawaii. Emozionati e impazienti di cominciare la loro vita di coppia e, nel contempo, intimiditi dalla potenza del loro legame e delle scelte cui ha portato. Adrian ha atteso cinque anni, tra ripensamenti, incertezze e tentativi di lasciare andare l’unica donna che gli sia entrata nel cuore. Non può più aspettare, deve saperla sua. La mia adorata Meg, “morbida e formosa e voluttuosa” che qui ci appare più consapevole di sé stessa e decisamente appassionata e disinibita, mi ha colpita moltissimo, particolarmente per il fatto che riesce a mantenere la sua vivacità di spirito e la sua determinazione nella quotidianità mentre ha scoperto la piacevolezza di lasciarsi andare ed affidarsi nell’intimità, traendone un piacere tutto nuovo per lei e molto appagante. Diciamolo: Adrian è un amante notevole !
La trama già in parte svelata nella sinossi, non è particolarmente innovativa, ciò che la rende speciale sono i salti temporali, molto frequenti, nel passato dei due protagonisti che arricchiscono la narrazione con elementi importanti a definire i tratti caratteriali odierni di entrambi e ci regalano piccoli pertugi, dove il lettore curioso non può esimersi dallo sbirciare, in cui si trovano dei rimandi a episodi già avvenuti ma solo subodorati, in cui vediamo davvero nascere e consolidarsi il legame tra Meg e Adrian, non tanto per quanto riguarda la sfera sessuale quanto piuttosto l’evolversi del loro rapporto. Quel filo sottile e invisibile che lega due persone nel profondo, composto da attimi vissuti, scontri, scelte compiute, a volte contro la ragione, che strutturano le fondamenta di ogni relazione di qualità. Al di là delle tensioni di Adrian, delle incertezze di Meg e dei ritorni più o meno graditi di alcuni personaggi “scomodi” che avevamo già conosciuto, il dato che emerge più lampante è che i neo sposi devono fare i conti con la quotidianità. Imparare a viversi, concedersi una confidenza in più anche quando si pensa di aggravare l’altro o rischiare di sembrare fragili e impauriti. Assimilare il particolare che, effettivamente, il loro è un grande amore e questo può far paura ma soprattutto che loro due, insieme, sono più forti e la loro unione li rende persone migliori.
Non penso che questo libro sia superfluo, come spesso affermo quando leggo i seguiti di romanzi inizialmente autoconclusivi. Ho avuto piuttosto l’impressione che i due personaggi abbiano preso vita e spazio nella mente dell’autrice al punto da farle sentire l’esigenza di raccontarceli ancora un pochino. Alla Marchande va riconosciuto il merito di essere andata oltre lo scontato ed aver osato immergersi in un aspetto della vita di coppia un pochino difficile da romanzare. Penso che chiunque abbia vissuto una lunga relazione d’amore, sappia benissimo di cosa parlo: quel periodo di assestamento, dopo la festa e la luna di miele ma prima di essere in grado di accettare noi stessi e l’altro così com’è, e amarlo per questo. Avrebbe potuto fermarsi alla storia d’amore e probabilmente ne sarebbe venuto fuori comunque un bel racconto, ma non così intenso, non così profondo. A volte osare può sembrare folle ma in questo caso è stata la scelta vincente.
Sono sempre stata avara nel dare un giudizio alto dei libri che leggo, perché quando cerco io le recensioni su letture che mi interessano, vado sempre a guardare i voti di mezzo. Mi sembrano i più realistici. Eppure, in questo caso, e per i motivi che ho ampiamente enunciato, non posso non ribadire il mio assenso completo.
Questa serie merita, davvero.
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