Recensione “Per gioco o per amore” di R.L. Mathewson (Neighbors Series #2)
Zoe è abituata a badare a se stessa e da tempo ha accettato l’idea che la fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo. Così quando perde il lavoro e la sua vita inizia ad andare a rotoli, non si aspetta che le cose migliorino. E di certo non si aspetta che a venirle in aiuto sia proprio quell’idiota del suo vicino. Ma non ha più nulla da perdere, così, quando lui le offre un accordo che apparentemente porterà vantaggi a entrambi senza danneggiare nessuno, Zoe decide di fidarsi di lui e incrocia le dita. Anche se ormai dovrebbe aver imparato che dietro ogni opportunità può nascondersi uno scherzo del destino…
Trevor Bradford ama le cose semplici; per essere felice gli bastano una vita tranquilla, del buon cibo e la donna perfetta. Di quest’ultima, in particolare, ha un’idea molto precisa: sa esattamente come deve essere. E sa anche che non assomiglia affatto alla sua sciatta vicina. Così, quando scopre con orrore che sta pensando un po’ troppo a quella insipida ragazza della porta accanto, decide che il modo migliore per togliersela dalla testa è viversela fino in fondo. Continuerà a frequentarla, ma solo finché non troverà la perfezione.
In questo secondo volume della serie Neighbors di R.L. Mathewson incontriamo altri due personaggi stravaganti: Zoe e Trevor. Due persone completamente agli antipodi ma che sono fatti l’una per l’altro anche se sembrano non accorgersene mai.
Zoe è una ragazza simpatica, intelligente, perseguitata dalla sfiga: perde il lavoro, perde la casa e la sua vita comincia ad andare a rotoli. Trevor, il suo vicino, bello come tutti i Bradford, decide di aiutarla; d’altronde quella ragazza potrebbe tornargli utile per dei piccoli lavoretti in casa sua, come pulire, stirare, fare il bucato (ovviamente pagando per i suoi servigi). E così comincia la strana relazione tra i due ragazzi; una relazione d’amicizia che ben presto si trasforma in un patto.
“Puoi rispondere a una domanda?”, gli chiese, sinceramente sorpresa che lui volesse fare un patto con lei. “Perché vuoi fare questo proprio con me? Potresti avere nel tuo letto qualsiasi altra donna”.
“Ebbene”, disse con un sorrisetto subdolo mentre piegava la testa e le stampava un bacio sul collo, facendola ansimare piano, “sei una persona discreta, sappiamo entrambi come la pensiamo e io ti desidero”, le disse, baciandole con insistenza l’orecchio.
Lei notò che lui non aveva detto quanto fosse bella o graziosa e si costrinse a non restarne delusa. Era già abbastanza che un uomo come Trevor avesse scelto lei e non aveva alcuna intenzione di rovinare tutto prima ancora di cominciare.”
Anche in questo romanzo la Mathewson ci presenta due protagonisti che vivono una vita molto simile alla nostra: sono due ragazzi che lavorano sodo, con dei problemi che cercano di risolvere; Zoe, ad esempio, è una donna curvy che non accetta il suo aspetto fisico e decide tutto a un tratto di seguire una dieta rigida che le farà tutt’altro che bene. Trevor, invece, è un Bradford e, come tutti i Bradford, ha un’ossessione innata per il cibo, è stato abbandonato dal padre ed è dislessico. Questi personaggi, dunque, sono veramente descritti come persone che potremmo incontrare ogni giorno e non come degli amministratori delegati milionari o delle donne perfette che si svegliano al mattino con nemmeno un capello fuori posto.
La Mathewson anche in “Per gioco o per amore” utilizza l’umorismo che ormai è un must che la contraddistingue dalle altre autrici; la trama del romanzo è sempre semplice e procede senza intoppi. Non mancano ovviamente le scene da bollino rosso che caratterizzano i romanzi della Mathewson.
Ho apprezzato molto il fatto che, nonostante la leggerezza del romanzo, si sia parlato di due tematiche importanti come la mancata accettazione del proprio aspetto esteriore e la dislessia. L’autrice sa bene quello che scrive e non ha minimamente sottovalutato nessuno dei due problemi.
Non era un medico, ma non poteva credere che le milleduecento calorie che si era imposta giornalmente fossero sufficienti a mantenerla in salute, soprattutto perché molte volte non arrivava nemmeno a raggiungerle. Non che le contasse, le calorie, non lo faceva, ma lei teneva un diario della dieta sul tavolo della cucina e lui non poteva fare a meno di dare una sbirciata ogni mattina e quello che aveva visto lo aveva fatto molto arrabbiare. Zoe stava morendo di fame.
Rispetto al capitolo precedente devo dire che c’è stato un bel passo in avanti e spero che nel terzo l’autrice ne faccia ancora un altro.
Se volete leggere qualcosa di frizzante e divertente, condito da una buona dose di scene hot, questo è il romanzo che fa per voi.
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