Recensione “La resa di Piers” di Eloisa James (serie Lieto Fine #2)
Denti bianchi come perle, voce da usignolo, un viso talmente perfetto da far piangere d’invidia gli angeli. Così le fiabe descrivono le loro protagoniste. Ma esistono davvero donne tanto incantevoli? Esistono: Linnet Berry Thrynne è una di queste rarissime creature che brillano più del sole. Ma si sa, troppa bellezza genera invidia, cattiveria, pettegolezzi, e Linnet si ritrova additata come una donna di facili costumi. Tutta colpa della corte serrata del principe Augustus Frederick del Sussex che ne ha compromesso la reputazione. E così Linnet, “la Bella”, si trova costretta a un matrimonio riparatore con un fidanzato scelto per lei dal padre: Piers Yelverton, conte di Marchant. Medico geniale, ma dalla fama terrificante, soprannominato “la Bestia” per la sua durezza, Piers vive recluso nel selvaggio Galles e si dice sia del tutto insensibile al fascino femminile. Ma Linnet non si lascia intimidire e giura che riuscirà a domare la Bestia. Non sa di correre un grave pericolo: quello di innamorarsi di un uomo che non la potrà amare…
La Bella e la Bestia è una favola molto antica, scritta nel 1740 da Madame Gabrielle de Villeneuve alla quale mi sono ispirata solo marginalmente, considerato che ho tralasciato molti particolari, incluso quello della magica trasfigurazione dell’eroe. Piers, infatti, è stato trasformato da un evento meno portentoso, ma non per questo meno traumatico: la morte dei tessuti del quadricipite destro. Come avrete certamente notato, il mio debito maggiore l’ho contratto con una storia ben più moderna: quella del Dr House, una serie televisiva della Fox, ai cui brillanti sceneggiatori porgo i miei omaggi.
Scelgo le parole della stessa autrice per iniziare a commentare questo fantastico romanzo: a lettura ultimata posso solo riportare la sensazione che mi è rimasta incollata per tutto il romanzo. Il sapore del mare.
Questo è il secondo romanzo della serie dedicata alle favole della nostra adolescenza, o se volete, della nostra formazione come donne e uomini di oggi.
Chi non conosce la Bella e la Bestia? Eppure, per l’ennesima volta, la cara James fa centro. Se Piers è la Bestia, è una versione davvero affascinante della stessa, gamba alla Dr. House inclusa, con lo stesso carattere infernale del nostro attore preferito; e che dire di Linnet? Una madre scostumata, una ragazza morigerata e ligia al dovere, compromessa suo malgrado da un principe farfallone che, per un bacio rubato, e neppure tanto piacevole, e un corteggiamento assiduo, la mette in una situazione assurda. Complice la moda e un abito stile impero indossato a un ballo, Linnet è fritta: la gente mormora compiaciuta di una gravidanza e lei, che neppure si è lasciata sfiorare (contatto umidiccio di labbra a parte), è finita in un guaio enorme. E il principe causa del misfatto? Sparito: lo cercano al “Chi l’ha visto” dell’epoca; un cavaliere coraggioso, proprio.
«Mi rifiuto di credere che tutto questo sia scaturito dal nulla!» sbottò il padre, da qualche parte alle sue spalle.
«Sì, ammetto di essere stata baciata dal principe» replicò, secca, Linnet. «Ma non avrebbe suscitato scalpore se non fossimo stati visti dalla baronessa Buggin.»
«Baci… puah! I baci non significano nulla. Ciò che voglio sapere è perché si vocifera, e con convinzione, che tu aspetti un bambino. Il suo bambino!» Il visconte Sundon la raggiunse e guardò la strada deserta insieme a lei.
«I motivi sono due e, come sarete felice di sapere, nessuno di essi riguarda un bambino.»
«Parla, dunque.»
«Giovedì scorso, alla matinée musicale di lady Brimmer, ho mangiato un gambero avariato.»
«E dunque?» la incalzò il genitore.
«Si è rivelato indigesto» seguitò Linnet. «Non ho fatto in tempo a raggiungere la toilette e ho dato di stomaco nel vaso d’un alberello d’arance.» Tremò impercettibilmente al ricordo dell’accaduto.
E ora, che fare?
Arriva in soccorso un bravo duca anziano e sventurato, il cui mefistofelico figlio non può avere eredi e neppure buona creanza: la prima cosa, a causa dello sventurato incidente che l’ha reso zoppo, l’altra, a causa del proprio brutto carattere.
Linnet può scegliere: va in sposa a questo conte “Bestia” dottore, oppure va in sposa al conte “Bestia” dottore. Una scelta difficile…
«Ieri sera sfoggiavo un vestito nuovo che, a quanto pare, ha indotto la gente che mi vedeva di profilo a pensare a una mia gravidanza.»
Il padre la voltò e la fissò all’altezza della vita. A me sembri la stessa di sempre. Forse un po’ troppo esposta alle correnti d’aria sulle spalle. È necessaria una simile mostra delle tue grazie?
«Sì, a meno che non voglia assomigliare a una grassa matrona» ribatté Linnet, con asprezza.
Se il senso dell’umorismo dell’autrice mi ha contagiata (ho riso come una matta e, credetemi, chi ti vede farlo pensa davvero che il cervello abbia lasciato la sua sede verso altri lidi), la sua vena romantica mi ha conquistata.
Piers le confermò esattamente quello che stava pensando. «Vi è stato detto che sono soprannominato “la Bestia”?»
La ragazza arricciò il naso. «Come ogni tata chiama ogni bimbo di due anni. E adesso? Intendete forse dare un soprannome anche a me? Perché se è così, sappiate che la faccenda non m’interessa affatto. A Londra mi definiscono già con i peggiori appellativi che si potrebbero attribuire a una lady.»
«Be’, in tal caso voi e mia madre avete un punto in comune. Abbracciare una poco di buono dovrebbe farmi sentire come a casa.»
Con qualche difficoltà, Linnet riuscì a puntargli il bastone contro il petto. «Vi spiace spostarvi? Non è appropriato.»
Piers non si mosse. Il suo sguardo brillava, acceso da un’emozione che travalicava la decenza, e Linnet ebbe la certezza di essersi sbagliata sul suo conto: il fatto che fosse impotente non escludeva che provasse desiderio.
Non ho nulla da ridire sullo stile di scrittura della James. È di mio gusto. L’unica pecca è stata la punteggiatura errata nei dialoghi, all’inizio del romanzo, ma questo non è certo attribuibile all’autrice. Un po’ troppa “licenziosità”, secondo me, nella descrizione degli incontri infuocati che intercorrono tra i due protagonisti: seppur giustificati dall’autrice con l’inesperienza di Linnet, sono esageratamente moderni per i costumi dell’epoca.
Un romanzo bellissimo, mi ha assorbita, catturata, incantata e fatto ridere con le lacrime. Non potevo chiedere di meglio.