Recensione in Anteprima: “Madness” di Mary Lin (Viper Serie, #1)
Reel: un uomo e il suo inferno.
La sua instabilità emotiva e le sue reazioni estreme gli hanno fatto perdere il club di cui era il vice e la donna che amava, e ora lotta costantemente coi demoni che gli sconvolgono la mente, aggrappato alla vita, soltanto grazie alla brama di vendetta.
Avery: una ragazza e la sua solitudine.
Dopo un’esistenza completamente dedicata agli altri e mai a sé, la sua determinazione e la sua volontà la conducono alla ricerca dell’unico familiare che le è rimasto, il solo col quale può condividere la sua tristezza e la sua frustrazione.
Reel e Avery, tenebra e luce, assieme lotteranno per tornare a vivere, superando il confine tra giusto e sbagliato, tra sano e malato.
E questa è la loro follia
Anche nell’anima più plumbea se hai il coraggio di ascoltare, riuscirai a udire un cuore che batte ripetutamente implorando solo di essere amato!!!
Il libro di cui vi parlo oggi è Madness, primo capitolo della nuova serie Viper di Mary Lin, un libro che ha messo a nudo ogni mia debolezza, e ha devastato ogni mia più piccola certezza, rendendomi schiava pensante di un personaggio così lontano dal mio mondo.
Ho atteso questo libro, con la consapevolezza che non appena avessi avuto la possibilità di leggerlo, il mio approccio sarebbe dovuto essere di massima apertura mentale. Ho letto e adorato ogni libro di quest’autrice, quindi sapevo benissimo cosa aspettarmi, ancora di più stavolta, perché il protagonista, Reel, lo abbiamo già incontrato nella precedente serie Rebels, precisamente in “Fire”, e quindi il suo atteggiamento non mi era assolutamente nuovo.
Quello a cui non ero davvero preparata, era riuscire a sentirmi così legata a lui, da piangere per la sua sofferenza, odiarlo per la sua brutalità, amarlo per l’uomo che poteva essere e che continua ripetutamente a torturare.
Questo libro, non è per tutti, non parla di un amore qualunque, parla di amore disumano eppure a volte così docile, parla di sofferenza, debolezza, paura, terrore, parla di salvezza, di luce nell’ombra, di demoni sconfitti o semplicemente assopiti, parla di sentimenti, i più contrastanti che potrete mai sperare di provare. Vi scoprirete disorientate davanti a certi pensieri, scombussolate, eppure vi sarà impossibile distogliere lo sguardo o anche solo il pensiero, perché Reel nella sua oscurità riuscirà a ingabbiarvi e non avrete scampo.
Perché Reel non è solo ombra, non è solo delirante male. È anche questo: un meraviglioso abbagliante oceano di emozioni che lasciano senza fiato.
Reel, onestamente non so se sarei riuscita a percepirlo in maniera così viscerale, se non lo avessi conosciuto dalla precedente serie. La storia che lo riporta alla luce, in questo romanzo, non ha dei trascorsi piacevoli, come può un’anima così perversa trovare pace tra le braccia di un altro essere umano?? Questo mi sono chiesta prima di iniziare a leggere, e ogni riga mi ha dato una risposta, e mi ha permesso di perdermi costantemente nei meandri contorti della sua terrificante follia.
Reel è un personaggio complicato, cattivo, buio, spaventoso, brutale, ma è anche molto di più, è un ragazzo debole nella sua risolutezza, è devastato, è chiuso nel suo mondo fatto di morte e sangue, fatto di tradimenti e di odio, e questa ragazzina dall’anima candida sconvolgerà ogni sua convinzione e lo porterà a guardarsi dentro, incrociando due occhi grigi duri e tormentati, che chiedono solo di non essere abbandonati ancora.
Ho imparato a capire che, quando fissa l’esterno oltre il vetro, in realtà sta guardando i suoi occhi. Si perde a fissarli fino a farli diventare liquidi e foschi di tetra malinconia, da togliere il fiato. Non perché siano occhi meravigliosi, ma perché sono meravigliosamente terrificanti. Reel si perde in qualcosa di così triste che mi tira a fondo con sé e quel qualcosa mi sommerge, facendomi soffocare e rabbrividire per il denso gelo. Vorrei frugare nei suoi pensieri, nei suoi ricordi per poter illuminare quei cupi luoghi e donargli un sorriso, anche tiepido, anche piccolo, ma un sorriso sincero.
Avery, è forse il personaggio che più ho ammirato, la sua tenacia, nonostante i soprusi, è a stento comprensibile, il suo attaccamento a Reel è qualcosa che trascende l’innamoramento, è servizievole con lui, ma è allo stesso tempo tenace e caparbia, e di fronte alla bestia, il più delle volte, cerca di non arretrare, anche se lui la spinge in tutti i modi possibili a odiarlo.
Non riesco a trattenere il dolore dalla gola sofferente. «Credevo…» Fa male. «Credevo che stessi annegando.»
Non risponde, non si muove.
E adesso voglio vederlo, adesso voglio guardarlo.
Apro gli occhi e lo faccio.
Gelido, inanimato, vuoto. «E tu lasciami annegare.»
Mi straccia l’anima. Mi straccia il cuore. Mi straccia la carne.
Reel si solleva dal letto, abbandonando il ghiaccio delle sue parole sul mio viso. Distoglie gli occhi cupi dai miei irrorati di lacrime. Si allontana dopo avermi spenta per la seconda volta.
«Non posso…» sussurro, «non voglio», prima che la porta si chiuda.
Mi sono costantemente chiesta, mentre leggevo, come si può comprendere un amore così, eppure io stessa, così incline ai sentimenti belli e luminosi, mi sono ritrovata a cercare in Reel, anche nel suo momento più feroce quel qualcosa, un barlume, che spiegasse e scusasse il suo comportamento. Mi sono ritrovata proprio come Avery a cercare di vedere oltre la sua coltre d’insanità.
Madness è un libro che ti entra nelle ossa e si nutre della tua anima, cattura le tue fragilità e rende reali le tue debolezze. Il modo di scrivere di Mary Lin è a dir poco magistrale, riesce a farti vivere i suoi personaggi come se tu potessi assorbirli pagina dopo pagina, e ti ritrovi a cercare un appiglio nella realtà ormai sfocata, solo per non perdere la testa.
Di tutti i romanzi di quest’autrice, questo è stato in assoluto il più complicato da digerire, e allo stesso tempo è stato anche il più veloce da amare, perché mai mi era capitato di desiderare ardentemente qualcosa di buono e tangibile per un protagonista così. È stato esaltante, a tratti anche devastante veder sviluppare la storia di Reel e Avery in mezzo a tanti momenti tetri, eppure in quei piccoli, infinitesimali frammenti di luce c’era nascosto dentro tutto l’amore più crudo, malato forse, non accettabile, assolutamente tormentato, ma era sempre e comunque amore.
Quanto è stato difficile per me, scrivere questa recensione non ne avete idea, perché a parole non si può descrivere tutto quello che ho provato, e che sto provando mentre rivivo, con più flash, la storia di Reel e Avery. Io che amo i lieti fine quelli con le rose e i cuori, mi ritrovo qui completamente persa e asservita a un personaggio che con le sue tenebre mi ha corrotto l’anima.
Avery è ciò che di più normale mi sia mai capitato. È così normale che mi fa sentire un uomo integro, nonostante i pensieri corrotti che affollano la mia mente.
Eppure questa perversione sembra così giusta, quando stringo lei che gode tra le mie mani di assassino.
Ciò che sono con lei ha un senso di pulito.
Sto farneticando.
Voglio farla stare bene, nella distruzione che mi rende un mostro.
Quindi, alla fine non vi dirò di leggere questo libro, se cercate chissà cosa, no, vi consiglierò questo libro solo se siete pronte a mettere da parte ogni più piccolo pregiudizio, e a lasciarvi sconvolgere da sensazioni che a volte avrete paura persino di provare, che vi lasceranno sgomente e allo stesso tempo vi faranno correre a scrivere in privato all’autrice, di poterne avere ancora!!!
Madness è tutto questo e assolutamente di più, è buio pesto, di quello freddo che sferza il viso senza sosta, di quello che ti fa piangere e disperare, ma infondo lontano da tutto quel nero, un piccolo chiarore ti permette di vedere, di sperare che almeno qui, in questo romanzo, il mostro trovi davvero il suo posto nel mondo, accanto ad una “Bambolina” che lo aiuterà per sempre a respirare e a diventare magari un uomo migliore.
Inspiro con forza, avvicinando il volto al suo, premendo la fronte alla sua, facendo mio di nuovo il suo respiro. «Cazzo, Avery», chiudo gli occhi e strofino le labbra sulle sue, lasciandole assaggiare il suo sapore, «se sapessi cosa stiamo facendo, non sarebbe così meraviglioso.» Apro gli occhi e blocco i suoi coi miei. «L’unica cosa che so è che sento il cuore a mille dopo un oceano di niente.»
Recensione a cura di: