Recensione: “Se ti accorgessi di me” di Sharon Huss Roat
L’ansia sociale di Vicky Decker l’ha spinta a elaborare complicate strategie per passare inosservata e non essere mai al centro dell’attenzione. L’unica con cui riesce a essere se stessa è la sua amica Jenna. Quando Jenna si trasferisce, però, Vicky rimane completamente sola e per combattere quell’isolamento ormai insostenibile, decide di creare una falsa identità sui social, ritoccando le foto di altre persone come se fossero sue e postandole sul profilo Instagram @Vicurious. Improvvisamente comincia ad avere dei follower e ben presto si ritrova a vivere una nuova vita, senza nemmeno aver lasciato la sua cameretta. Ma più cresce il numero dei follower e più le diventa chiaro che ci sono moltissime persone, là fuori, che si sentono esattamente come lei: #sole e #ignorate nella vita reale. Per aiutare loro, e se stessa, dovrà rendere la sua realtà virtuale molto più reale…
Chi di noi durante l’adolescenza non ha mai sofferto di sociofobia? Negli anni 2000, quando frequentavo il liceo, questa “malattia” della mente non aveva questo nome e si banalizzava chiamandola semplicemente timidezza.
La nostra protagonista, Vicky Decker, soffre proprio di questa ansia sociale che non le permette di condurre una vita semplice e tranquilla. Qualsiasi cosa abbia a che fare con la società come: dover lavorare in gruppo, parlare a uno sconosciuto o in pubblico, recarsi in mensa per pranzare, le provoca diversi disturbi a partire dal cardiopalma fino a portarla a chiudersi in una stanza per ore con la speranza di non essere notata.
Ormai è troppo tardi per arrivare in tempo alla mia lezione, così prendo una salviettina igienizzante dallo zaino (ne ho sempre una scorta a portata di mano) e pulisco il sedile del water. Passerò qui il resto dell’ora. La campanella non è ancora suonata, ma lo farà da un momento all’altro, e il pensiero di dovermi precipitare in classe dopo il suono della campanella mi fa venire da vomitare un’altra volta.
Arrivare in classe in ritardo è una delle primissime cose sulla lista delle banalità quotidiane che ora mi terrorizzano. La Lista del Terrore. Si tratta di un elenco che ho iniziato a tenere dall’inizio dell’anno e che aggiorno ogni qualvolta qualcosa mi agita o mi fa provare imbarazzo o il desiderio di sparire. È un elenco talmente lungo, ormai, che per me è diventata quasi una sfida ricordare tutto quello che include. Un po’ come ricordare i nomi di tutti i cinquanta gli Stati. La lista comprende:
iniziare una conversazione
arrivare tardi in classe
il contatto visivo
il posto a sedere assegnato
dover scegliere il mio posto
dire qualche stupidaggine
l’appello in classe
finire un compito per prima
finire un compito per ultima
i progetti di gruppo
le presentazioni individuali
la mensa
mangiare davanti alla gente
la palestra
starnutire in pubblico
Ad alimentare ancora di più questa sua fobia ci pensa la madre che non capisce ciò che Vicky sta attraversando e cerca di spronarla a uscire di casa e a farsi degli amici, peggiorando così le cose.
L’unica ancora di salvezza che ha Vicky è la sua amica Jenna che però si trasferisce in un’altra città; la ragazza si sente abbandonata e il suo malessere peggiora ulteriormente.
Vorrebbe davvero provare a farsi una vita come i ragazzi più popolari della sua scuola che si scattano selfie postandoli su Instagram, ma lei è la ragazza invisibile, che ha paura di essere giudicata e derisa. Cosa fare allora se non creare un account con un’identità falsa che può fare tutto ciò che lei non farebbe mai? Ecco allora che nasce @Vicurious, una ragazza dai capelli arancio˗viola che non ha paura di mettersi in mostra postando foto improbabili di lei con personaggi famosi o in luoghi fantastici… e, in poco tempo, raggiunge un numero di followers impressionante!
Vicky riuscirà a fare amicizia con Lipton, un ragazzo carino amante del Minecraft, ma potrà tenergli nascosta la sua doppia identità? E se qualcuno dovesse scoprire chi è in realtà @Vicurious?
“Se ti accorgessi di me” è un romanzo che mi ha colpito molto. Mi sono sentita molto affine a Vicky e alle sue preoccupazioni forse perche anch’io, nel periodo adolescenziale, ho sofferto di questa, che ho poi scoperto chiamarsi, ansia sociale (anche se in minor misura rispetto a Vicky). Se avessi dovuto stilare una mia Lista del Terrore all’epoca avrei scritto: parlare in pubblico per paura di essere giudicata, iniziare una conversazione con qualcuno, arrivare in ritardo, passare davanti ai gruppetti di ragazzi fuori la scuola, affrontare ogni giorno quei tre o quattro soggetti che non avevano nient’altro da fare e prendevano in giro le persone timide che non riuscivano a difendersi.
La nostra protagonista è proprio così; preda dei giudizi altrui quando non riesce a spiccicare una parola o schernita per un fiume di parole che non hanno né capo né coda.
L’autrice è stata molto brava a raccontare una storia con un tema secondo me molto importante e forse sottovalutato da molti. Questo è un libro che dovrebbero leggere non solo i ragazzi che soffrono di sociofobia, in quanto potrebbero trovare consigli per cercare di superare questo ostacolo, ma soprattutto quei ragazzi che provano gusto nel mettere in difficoltà chi non riesce a parlare per via della timidezza… provate per una volta a mettervi nei panni di chi viene preso in giro. Come vi fa sentire l’essere irriso senza aver fatto assolutamente niente per meritarlo? Non credo farebbe piacere a nessuno essere umano dotato di sentimenti, che poi sono proprio ciò che ci distinguono dagli animali.
Il provare compassione per qualcuno, aiutare chi è in difficoltà, confortare chi si sente solo, non sono sentimenti di cui vergognarsi, ma dei valori che ognuno di noi dovrebbe coltivare dentro di sé, custodire nel cuore e non perdere mai.
@Vicurious è l’eroina che ha dentro Vicky, dotata di questi sentimenti e in cerca su Instagram di persone come lei da confortare e aiutare; un suo semplice commento con un hashtag: #iotivedo, #tuesisti, è un piccolo gesto, un tendere la mano a chi si sente solo e invisibile.
Probabilmente questa è la recensione più lunga che io abbia scritto da due anni a questa parte, ma è proprio perché Sharon Huss Roat è riuscita a coinvolgermi con la sua storia in maniera viscerale.
Il romanzo è uno Young Adult ma credo fermamente che questa sia una lettura adatta e, soprattutto, utile a tutti, perché insegna e fa riflettere.