Recensione: “Neve di Praga” di Veronica Deanike
In una Praga romantica ma corrotta si consumano passioni effimere come la neve: destinate a dissolversi.
Là dove tutto è solo apparenza, due anime distanti si scontrano in un vortice di passione che ambisce a qualcosa di più importante: l’amore.
Questo romanzo breve è stato un’ardente delusione: dopo un inizio molto promettente, stimolato dalla bella copertina e dall’ambientazione nella città incantevole di Praga, dopo una bella nevicata, con le luci dei mercatini di Natale che iniziano ad accendersi e dove avviene l’incontro tra i due protagonisti, la storia precipita in un già visto e già letto avvilente.
Si ripropone il cliché della bella ragazza italiana, stagista in un albergo di lusso, che cade nelle grinfie del padrone dell’albergo, ricco e spietato, corrotto dal denaro e dalle donne, dipendente dalla cocaina.
Lei un personaggio inconsistente e sciocchino, lui il prototipo del macho senza pietà, maschilista e prevaricatore.
Le scene di sesso risultano fini a se stesse, senza una storia che le sostenga, anziché far sognare chi legge, schiantano per la noia e la ripetitività che le contraddistingue.
Un vero peccato: la vicenda, se sviluppata adeguatamente e con una maggiore introspezione psicologica dei protagonisti, avrebbe potuto decollare e trasformarsi in una storia d’amore più realistica; nonostante lo scontato lieto fine, sono rimasta con l’amaro in bocca e un certo nervosismo.