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Recensione: “Mi vivi dentro” di Alessandro Milan

 

 

Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui è appena arrivato e cerca di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte. E succede che nella fretta i due si scambiano per errore i cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi, e da un dialogo surreale nasce un invito al cinema, poi una mostra, un aperitivo, una gita in montagna. Francesca è bassina, ha i capelli biondi sparati, due occhioni azzurri che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra. Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. E da lei impara, giorno dopo giorno, a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà, a capire il significato della resilienza. E così anni dopo, insieme, con il sorriso sulle labbra, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie. Senza arrendersi mai.

Quanto dolore può sopportare una persona? Quando un proprio caro è ammalato di tumore e lotta per la sua vita, tutto quello che ti succede attorno non è nient’altro che una pallida imitazione di esistenza. Si tira avanti pensando, sperando, che tutto si risolva e che Dio non possa decidere di portarti via ciò che più ti è prezioso. Continue corse in ospedale, per gli esami, le cartelle di casa piene di esiti di TAC, PET che possono rasserenarti o farti cadere in un grosso sconforto.

È con questa prospettiva che Alessandro Milan, giornalista a Radio 24, ci racconta la sua esperienza vissuta con sua moglie Francesca (la sua Wondy), morta di cancro lo scorso anno.

La loro è una bellissima storia d’amore ma purtroppo non ha un lieto fine. Ebbene sì, in questo libro si piange, si piange tanto, però non sarei onesta se non vi dicessi che in alcuni passaggi si ride tantissimo. Francesca e Alessandro sono una coppia spettacolare, sono due giornalisti famosi e benché la sfiga, (passatemi il termine), si abbatta su di loro non si danno per vinti: lottano per la vita. Francesca non si arrende mai, spera sempre di vincere la bestia che è in lei e sconfiggerla, per questo si sottopone a radioterapia, chemio e farmaci sperimentali che le regalano sei anni di vita, sei anni meravigliosi, vissuti godendo attimo per attimo e alternandoli a momenti pesanti a causa delle cure.

Mi vivi dentro è un libro che consiglio a tutti, specialmente a chi (purtroppo) ha avuto parenti con questa problematica. Quello che scrive Alessandro per molti versi è proprio ciò che normalmente si pensa; a volte ci si sente persi, smarriti, catapultati in un mondo dove tutto ti appare triste, dove gli sbalzi d’umore sono continui, la lotta per sopravvivere e i continui pensieri di frasi sbagliate e momenti persi quando tutto era oscuro e ci si credeva immortali.

Un libro scritto da un uomo ma con una delicatezza infinita, un libro che possono leggere tutti senza distinzione di sesso o età, un libro che ti aiuta a superare attimi terribili e che trasmette una forza nel cuore non indifferente.

Per ultima cosa vorrei lasciarvi con un pezzo del libro che penso possa essere di aiuto a chi si trova in situazioni simili.

Wondy parlava del tumore nella maniera giusta: senza pietismi, senza piangersi addosso, al contrario con ironia, crudezza, leggerezza

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