Recensione in anteprima: “Panni Sporchi – Serie Un’Indagine Di Cole McGinnis #3” di Rhys Ford
Per Cole McGinnis, ex poliziotto diventato investigatore privato, ogni giorno presenta una nuova sfida che spesso comporta, purtroppo, sofferenza e morte. Claudia, la segretaria che gli fa da madre, si sta ancora riprendendo da un colpo d’arma da fuoco, mentre il suo ragazzo Kim Jae-Min, non ancora dichiarato, di punto in bianco si trova a dover ospitare la sorella adolescente. Nel frattempo, Cole affronta i suoi problemi di famiglia, in particolare quel misterioso fratellastro giapponese che il suo fratello maggiore, Mike, è deciso ad accogliere a braccia aperte.
Come se i suoi drammi personali non bastassero, Cole viene avvicinato da Madame Sun, un’indovina i cui clienti stanno morendo a una velocità allarmante. Lei è convinta che qualcuno li stia uccidendo e vuole che siano svolte delle indagini al riguardo, ma la polizia pensa che si stia immaginando tutto. Cole accetta il caso nella speranza di tranquillizzarla, ma si trova davanti a un nodo gordiano di menzogne e tradimenti in cui nessuno è chi dovrebbe essere, e la morte sembra l’unica carta presente nel mazzo dell’indovina.
“Avevo capito che portava guai nel momento stesso in cui era entrata dalla mia porta. Vestita di un abito di velluto rosso scuro che all’orlo e ai polsini aveva più volant bianchi di una torta nuziale, Ava Hernandez era un angelico ritratto di dolce innocenza, con soffici capelli color mogano, occhi castani lucenti e luminosi, e un incisivo scheggiato. In capo a una decina d’anni probabilmente suo padre sarebbe stato seduto nel portico a vegliare sulla sua virtù con una doppietta. In effetti doveva essere già lì con quella dannata doppietta per beccare lo stronzo che l’aveva fatta piangere, dato che il suo visino era bagnato di lacrime quando mi aveva piazzato un porcellino di ceramica rosa incrinato sulla scrivania dichiarando che era lì per assumermi. E se il porcellino non fosse bastato, ci aveva aggiunto una tavoletta di cioccolata un po’ sciolta e un unicorno giocattolo viola chiaro con la criniera riccia color arcobaleno. Ero condannato fin dall’inizio. Aveva una triste storia da raccontare, e io ero l’unico uomo in grado di aiutarla. Un paio di tizi di una gang avevano rubato la sua barboncina meticcia, Pookie, e lei era decisa a riaverla indietro. Sapeva dove abitavano, la zona brutta di una strada un po’ distante dalla sua casa, ma i poliziotti non erano particolarmente interessati, e l’Animal Control era stato ben poco d’aiuto. Pronta al combattimento, con il suo abbonamento e tutti i suoi risparmi, si era messa su Internet per cercare un investigatore privato, si era infilata il suo miglior vestito della domenica, ed era venuta in metropolitana per assumermi. Niente male per una ragazzina di nove anni con un capitale netto di tre dollari e cinquantun centesimi. Avevo ammirato la sua spavalderia. Poi avevo telefonato a sua madre perché venisse a prenderla. Avevo accettato il caso. In cambio della tavoletta di cioccolato. Le avevo restituito il porcellino e l’unicorno. In quel momento era sembrata la cosa giusta da fare. Adesso, nel bel mezzo di una calda notte di Los Angeles, inseguito dalla muta selvaggia dietro di me, stavo cominciando a pensare che avrei dovuto tenermi l’unicorno.”
In questo terzo libro di Ford veniamo immediatamente portati al centro di una nuova indagine di Cole, che non ha saputo dire di no ad una cliente molto particolare, ed è per questo che siamo in pieno inseguimento, con un cagnolino dentro al marsupio, mentre, tanto per cambiare qualcuno ci sta sparando addosso. E mentre il nostro Cole tenta di schivare le pallottole, e anche i denti dei cani che lo inseguono, il lettore sorride alle sue divertenti elucubrazioni mentali scoprendo il motivo per cui si è ancora una volta cacciato in una situazione pericolosa ed assurda. Avrebbe dovuto essere una missione adatta anche ad un bambino, ma niente per Cole è mai semplice e poco dopo si ritrova in prigione assieme al suo amico ed ex collega Bobby. Dopo essere stato debitamente rimproverato da Kim Jae- Min, il suo ragazzo, che lo ha recuperato alla centrale di polizia, Cole viene contattato da una nuova potenziale cliente, una famosa indovina coreana che è convinta che qualcuno stia sistematicamente uccidendo i suoi clienti. L’ex agente è convinto che tutto sia frutto di coincidenze ed accetta solo di prendere qualche informazione, ma non appena comincia a fare domande ed indagini più approfondite i cadaveri cominciano a moltiplicarsi. E ancora una volta, quella che avrebbe dovuto essere una indagine facile e senza pericolo, si rivela molto più difficile e temibile del previsto, e se questo non bastasse Kim Jae- Min è in profonda crisi, e ancora una volta Cole sembra sul punto di perdere l’uomo che ama.
Per gustare appieno questo libro sarebbe consigliabile aver letto i precedenti, perché spiegano molto della mentalità e del concetto di famiglia coreana. È importante, per capire appieno la crisi che investe la relazione fra Kim Jae-Min e Cole; l’ex poliziotto ha alle spalle una vita difficile e piena di avvenimenti dolorosi, il suo compagno Rick è stato ucciso dal suo collega Ben, che ha sparato ad entrambi e poi si è suicidato. Dopo aver trascorso un periodo terribile, durante un’indagine, Cole ha conosciuto Jae- Min e se n’è perdutamente innamorato, ma la loro è una relazione difficile. Per i coreani essere gay è un vero e proprio disonore, non sposarsi e non avere figli è un concetto che non concepiscono, per loro famiglia e figli vuol dire immortalità, e per questo Jae- Min lo ha sempre tenuto nascosto. Ma ora, l’arrivo improvviso della sorella e un’imprudenza di Cole ha messo Jae- Min con le spalle al muro, e il giovane non è sicuro di riuscire a sopportare che la sua famiglia lo ripudi. Per Cole la possibilità di perdere il giovane coreano è un dolore atroce, ma per amor suo è disposto anche ad accettarlo nonostante lo ami con tutto se stesso.
“Tenerlo stretto faceva male quanto avergli sentito dire che aveva avuto intenzione di dirmi addio. Lui aveva tenuto stretto me quando era andato in pezzi in automobile dopo la peggiore cena della mia vita. Io potevo reggere e tenere stretto lui. Anche se ognuna delle sue lacrime mi bruciava attraverso come se fossero gocce di metallo fuso sulla mia anima di plastica, lui valeva bene quel dolore, valeva tutta quell’angoscia. “
Ma oltre al dolore per la crisi che attraversa l’uomo della sua vita, Cole deve anche fare i conti con la sua di famiglia, dopo che la donna che gli ha fatto da madre e suo padre lo hanno cacciato per le sue inclinazioni sessuali, tutto ciò che gli è rimasto è il fratello maggiore che non lo ha mai abbandonato e la sua incantevole ed adorabile moglie. Ora però, inaspettatamente, un nuovo fratello ha fatto la sua comparsa. La madre naturale che loro hanno sempre ritenuto morta, ha in realtà vissuto lontana con una nuova famiglia e con un figlio, che ora è intenzionato a conoscere i suoi due fratelli e non intende desistere, nonostante Cole sia restio ad incontrarlo. E mentre Jae- Min deve prendere una decisione, Cole deve destreggiarsi fra ex colleghi che non lo vogliono tra i piedi e cadaveri che si moltiplicano.
La parte propriamente poliziesca è molto ben fatta e l’unica difficoltà nel seguirla sono i tantissimi nomi coreani che rendono difficile, in un primo momento, capire esattamente di quale personaggio si stia parlando, ma andando avanti con la lettura ci si fa l’abitudine. La storia d’amore fra i due protagonisti è dolcissima, le scene di sesso sono descrittive ma non minuziose e sono inserite molto bene nella trama, non risultando mai eccessive. L’autore riesce a coinvolgere facendoci soffrire per Cole, un personaggio davvero bello che la vita sembra mettere costantemente alla prova. Più defilato in questo libro il personaggio di Jae- Min che fuori dal contesto coreano, apparirebbe assurdo nel suo desiderio di essere accettato da una famiglia, che appare evidente non lo ama affatto. Mentre sempre più interessanti appaiono i componenti della famiglia di Claudia, la segretaria di Cole che lo ama come un figlio e che avevamo lasciato ferita. In questo episodio sarà Sissy la nipote, che assieme al fratello Mo la sostituirà, per qualche tempo, rispondendo al telefono dell’ufficio del detective. L’autore ne da una deliziosa e divertente descrizione.
“Lui era robusto come una tavola di sequoia mescolata con del granito e non avrebbe permesso a nessuno di dare dei problemi a sua sorella. Del resto Sissy non era una timida violetta, nonostante la sua struttura minuta da salice. L’avevo vista in una partita di football davvero tosta con fratelli e cugini. Ripensandoci, forse Mo era lì per impedire a Sissy di stendere chiunque la facesse incazzare. Avevo il forte sospetto che ogni bambino nato dai discendenti di Claudia dovesse superare l’addestramento per Berretti Verdi prima che gli permettessero di usare il cognome di famiglia.”
La scrittura è inconfondibile, piena di ironia e con descrizioni dei personaggi bellissime che riescono a renderli vividi e originali. Nonostante i cadaveri incontrati durante l’ indagine e i momenti di pericolo, l’autore mi ha strappato più di un sorriso e una risata, rendendo la lettura davvero piacevole; forse l’unica cosa che mi ha lasciato perplessa è stato scoprire il perché tutto sia cominciato, e cosa abbia spinto l’assassino ad agire, ma questa è una considerazione assolutamente personale. È una serie davvero gradevole, che ha trame intricate e ben strutturate e personaggi davvero unici. Questo tipo di lettura ci permette di dare uno sguardo ad una società riservata e particolare come quella coreana con le sue consuetudini, per noi difficili da comprendere. E ancora una volta l’autore ci ha regalato un finale davvero inaspettato, che ha aperto un nuovo scenario per la prossima indagine che io non vedo l’ora di poter leggere.
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