Recensione : “IL REGNO DEL MALE” Sandro Ristori
Titolo: Il regno del male
Autore: Sandro Ristori
Genere: Fantasy
Casa editrice: Newton Compton Editori
Pagine: 466
Prezzo: ebook € 0,99 – Cartaceo € 14.89
Il primo episodio di una saga travolgente
Quando il sacerdote avvicina la fiamma al braccio di Kausi e Coral, il segno si accende subito.
E la loro vita è condannata: chi porta il Segno non può vivere con gli altri. I due ragazzi devono abbandonare il villaggio, valicare le Grandi Paludi, inoltrarsi in una terra di cui si parla solo nei miti e nelle leggende, e dalla quale nessuno ha mai fatto ritorno. Tutto il Regno è in ginocchio: da ovest una terribile epidemia di peste infuria e decima intere Regioni; il re è troppo debole e pavido per opporsi ai suoi avidi duchi e ai barbari che premono alle frontiere del nord; a sud intere popolazioni sono in marcia per sfuggire alla fame e alla guerra. E quando nella Tredicesima regione l’erede del duca Courtenaray finisce nelle mani di Rakha, ragazza dal fascino misterioso e con una strana luce negli occhi, gli eventi iniziano a vorticare sempre più velocemente, scatenando una tempesta capace di travolgere ogni cosa. Nobili corrotti schiacciano la miseria della plebe, l’ambizione e la sete di potere spingono oscuri personaggi a tramare nell’oscurità. Quale sarà il destino del Regno?
Due ragazzi
Un mondo in rovina
Una storia leggendaria
Affrontare la lettura di questo libro implica una buona dose di coraggio e conoscenza del mondo fantasy. Perché? Ebbene, bisogna confrontarsi con la paura e superarla! Infatti qui non si legge di fate e folletti, ma si entra in un mondo molto oscuro, dai toni forti e dalle sequenze crude, insomma non è per tutti i palati.
All’estero questo tipo di lettura viene considerato un sottogenere del fantasy, chiamato in gergo ‘grimdark’, ossia un mondo distopico dove la narrazione è violenta e non presenta alcun tipo di moralità.
Gli eroi non sono forti e coraggiosi, non sono quelli che affrontano la situazione sapendo che qualcosa di buono accadrà. No, sono persone normali, travolte dagli eventi, che si ritrovano a dover affrontare un destino avverso e da cui non emergeranno vincitori.
In questo primo episodio occorre essere avvezzi a scene violente, immagini cruente, come la peste che decima la popolazione, descritta minuziosamente con le sue escrescenze putride, oppure l’omicidio del nemico a opera di barbari, con vistosi descrizioni di parti del corpo smembrate.
Insomma, persino Martin dell’era “Cronache del ghiaccio e del fuoco” applaudirebbe.
Seguirete la storia di Coral e Kausi, due ragazzi che vivono in una delle poverissime regioni del regno, che si ritrovano, a tredici anni, a doversi sottoporre alla prova a cui li costringe una legge del regno, per mano del sacerdote incaricato per l’ispezione.
Ed ecco che la fiamma avvicinata al loro braccio, rivela il Segno che tutti aborriscono: una sorta di “L” che identifica il “popolo del segno”.
Da quel momento il loro destino li costringerà a vagare attraverso paludi putride e territori circondati da fama orribile, per poter adempiere al loro viaggio. La vita di questi poveri ragazzi non era già tutta rosa e fiori, tra lavoro duro e la fame, dove l’unico giorno dell’anno che potevano divertirsi è quello del compleanno dell’erede del regno, ma è solo destinata a peggiorare.
In un certo qual modo mi ha ricordato i viaggi classici, come quello del Signore degli Anelli, in cui Frodo e Sam devono compiere la loro missione, ma mentre lì si aveva quasi la certezza che il bene avrebbe vinto, qui nulla da’ un segnale di speranza.
Infatti Coral, pur catturando il nostro affetto durante la vicenda, diventa un uomo duro e sanguinario, uguale a coloro che lo hanno condannato a quella vita.
Non esiste, né si percepisce, speranza di redenzione.
Come afferma lo stesso autore nel libro, qui il concetto di bene o male non si distingue. Sono uno speculare all’altro e non potrebbero esistere se non in funzione di loro stessi.
Quindi il bene esiste? E il male? E se si esercita il bene, si sconfiggerà il male?
Ebbene, non c’è risposta.
Non esiste il bene, non esiste il male.
Il bene e il male sono un’unica cosa, e questa cosa è il Flusso.
Il Flusso è l’Energia, l’Energia è la vita.
L’unica cosa che si percepisce è che questo viaggio vi trascinerà, vi farà creare empatia con alcuni personaggi di cui si assiste alla crescita e al cambiamento.
Lo stile è scorrevole e incalzante, le descrizioni sono minuziose e il linguaggio a volte è talmente crudo da essere addirittura scurrile, soprattutto nei dialoghi e nelle descrizioni.
Ci sono tutti gli elementi per incuriosirvi, se siete lettori fantasy o se volete sperimentare un genere nuovo che trova, finalmente, anche un ottimo elemento nel panorama letterario italiano.
Sono sicura che l’autore saprà stupirci ancora.
Nel frattempo godetevi le belle mappe di cui è corredato il libro, che vi faranno comprendere il valore di questo lavoro, dove un regno nuovo è stato creato dal niente, ma ha preso piede a una velocità talmente fulminea, da farvi quasi immaginare che esista davvero.
Scoprite le varie regioni di cui è composto, che vi verranno indicate man mano che procederete nella lettura.
Buon viaggio!
recensione a cura di
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