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Recensione “L’ultima marea” di Claudia Tonin (serie Le cronache di Gaia #3)

Nel 2197 le ventenni Johanna e Tashia hanno completato i loro studi su Marte e sono da pochi mesi su Gaia per perfezionare la loro istruzione e poter dare il loro contributo alla società. Anche Sam e Marco si stanno preparando per il loro futuro. I bambini sono cresciuti e sono diventati degli adulti determinati a realizzare se stessi e i loro sogni.

Sotto il governo di Amélie Rousseau, Europa è diventata una colonia ben avviata ma il vento della rivolta arriva fin lì costringendo la governatrice a tornare su Marte per parlare con il suo rivale di sempre Andrej Kurikov. Il loro incontro segnerà l’inizio della rivolta che la resistenza marziana prepara da vent’anni.

La fiamma della rivoluzione divampa inarrestabile travolgendo Marte e Gaia ma anche le vite di Johanna e Sam. I due amici d’infanzia si troveranno da parti opposte della barricata a combattere una guerra che non hanno voluto e che minaccia le vite delle persone a loro care.

Sono passati vent’anni da quando abbiamo conosciuto Moira e le sue amiche nel primo travolgente libro della serie: ora finalmente siamo giunti allo scontro finale.

Amélie su Europa ha creato una colonia dove per l’uomo non sarà mai possibile vivere, l’ultimo rifugio dell’ideologia di Gaia in caso di sconfitta. Le Sorelle Fondatrici sono morte e i loro cloni portano avanti i piani minuziosamente preparati da Han Chan Mei e dalle donne che erano riuscite a creare una società diversa, anche se non priva di difetti. Tashia, una delle prime bambine “speciali” di Gaia e pronta per attuare la sua missione, quella per cui si è preparata tutta la vita, Johanna è al suo fianco, ha visto il suo amico Sam cambiare e nonostante l’amore che sente per lui, sa che ormai l’influenza del padre lo ha reso un nemico di Gaia, e quando l’insurrezione divampa su Marte per lei molte cose cambieranno.

Nonostante la rivolta sia stata accuratamente preparata per anni, niente va come dovrebbe: Andrej dovrà fare i conti con la sua coscienza e la sua incapacità di prevedere quale sarebbe stata la reazione violenta di molti uomini, una volta in possesso delle armi. Lo stesso Ivan, da quel ragazzo problematico e pieno di rabbia che era, diventerà una macchina da guerra inarrestabile, un assassino che non si fermerà di fronte a nulla. Ma soprattutto, Andrej ha sottovalutato la resistenza di Gaia e delle sue donne, che non si arrenderanno e che faranno ciò che una volta aveva fatto lui stesso, ovvero creare una resistenza e impedire che la distruzione dell’uomo divampi in ogni luogo.

L’ultimo capitolo di questa serie è assolutamente magnifico, ma anche estremamente triste. Il divampare della guerra porterà alla luce il peggio, nascosto in ogni personaggio.

Andrej sarà quello che più di tutti si renderà conto dei suoi sbagli: vedrà i ragazzi che ha cresciuto diventare degli assassini senza freni, vedrà morire molti dei suoi amici, e scoprirà di avere perso l’amore dell’unica donna che abbia mai amato, che si rivolterà contro di lui e contro i suoi sistemi.

Sono pagine intense e appassionanti, dove l’uomo ancora una volta si rivela incapace di imparare dai propri errori.

Anche la perfetta società di Gaia si trova a fare i conti con le sue mancanze: il suo test neuro-abilitativo ha creato un grande scontento nelle donne che si sono viste assegnare lavori umili, senza nessuna possibilità di elevarsi. Donne delle pulizie, operaie di basso livello, donne che nella società di Gaia avrebbero dovuto tutta la vita eseguire la stessa mansione invisibili e infelici, si sono unite alla resistenza che offre loro la possibilità di crearsi un futuro diverso e diventare mogli e madri.

Del resto, anche i farmaci che inibiscono qualsiasi desiderio sessuale, si sono rivelati con l’andare degli anni uno sbaglio: molte donne, compresa Moira, si sono unite sentimentalmente ad altre donne smettendo di prendere le medicine e dimostrando che una società senza qualsiasi tipo di amore è destinata al fallimento. Persino Tashia, l’ultimo regalo di Han Chan Mei al genere femminile, si rifiuta di sottostare a queste regole.

La resa dei conti tanto a lungo agognata sarà estenuante e non darà gli esiti sperati.

È un finale aperto quello che ci regala Claudia Tonin. La speranza che dagli errori si possa creare una società più giusta, in cui l’amore può ancora trovare posto, e dove ci sia la possibilità di rimediare ai propri sbagli sarà in parte delusa. Non è il tipo di finale che preferisco, ma è molto più verosimile di qualsiasi altro, e non lascia amareggiati. È facile intuire chi sia Jack e questo mi lascia la speranza che l’autrice un giorno riprenda in mano il destino di Gaia e ci mostri cosa sono riusciti a costruire su Marte gli ideali di Johannes, e cosa sia successo alla contesa vecchia Terra. Una serie che è davvero difficile lasciare fino alla parola fine, coinvolgente ed intrigante.

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