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Recensione “Giacomo Casanova” di Matteo Strukul

Venezia, 1755. Giacomo Casanova è tornato in città, e il precario equilibrio su cui si regge la Repubblica, ormai prossima alla decadenza, rischia di frantumarsi e degenerare nel caos. Lo scenario politico internazionale è in una fase transitoria di delicate alleanze e il disastroso esito della Seconda guerra di Morea ha svuotato le casse della Serenissima. Il doge Francesco Loredan versa in pessime condizioni di salute, e l’inquisitore Pietro Garzoni trama alle sue spalle per ottenere il consenso all’interno del Consiglio dei Dieci e influenzare così la successione al dogado. Il suo sogno proibito è arrestare il seduttore spadaccino, e per far questo gli mette alle calcagna il suo laido servitore Zago. Rubacuori galante e agile funambolo, Casanova entra in scena prendendo parte a una rissa alla Cantina do Mori, la più antica osteria della laguna, per difendere una bellissima fanciulla, Gretchen Fassnauer, apparsa a consegnargli un messaggio: la contessa Margarethe von Steinberg vorrebbe incontrarlo. La nobile austriaca intende sfidarlo a una singolare contesa: se riuscirà a sedurre la bella Francesca Erizzo, figlia di uno dei maggiorenti della città, allora lei sarà sua. Casanova accetta, forte del suo impareggiabile fascino. È l’inizio di una serie di rocambolesche avventure che lo porteranno ad affrontare in duello Alvise, il focoso spasimante di lei, uccidendolo. Il guaio più serio e inaspettato è però un altro: Casanova, per la prima volta, si innamorerà davvero. Le fosche macchinazioni dell’inquisitore avranno successo e Giacomo verrà incarcerato ai Piombi, mentre Francesca finirà murata in convento. Con il cuore spezzato, Casanova nutrirà il sospetto che l’intera vicenda sia stata architettata dalla diabolica contessa per toglierlo di mezzo. Evaso, si metterà sulle sue tracce e, fra inseguimenti, imboscate e intrighi notturni, arriverà ad affrontarla in un ultimo faccia a faccia mozzafiato: scoprirà di essere stato pedina in un gioco di spie fra Venezia e l’impero austriaco e infine si troverà ad accettare a sua volta un incarico della massima segretezza.

Casanova è tornato a Venezia, e subito è allarme bomba, chi estasiato ed eccitato della sua ricomparsa, ovviamente donne, chi spaventato, i mariti, e chi oltraggiato, l’inquisitore Pietro Garzoni: uomo ostinato e spietato.

Ad animare la splendida città arriva la contessa del Tirolo Margarethe von Steinberg che attira Casanova in una sfida alquanto conturbante: sedurre la giovane e innocente Francesca Erizzo in cambio di una notte con lei. Casanova è pur sempre un uomo, e attratto più dalla sfida che dalla passione, accetta. Tramite amici e stravaganti esibizioni attira la giovane donna, ma forse non è solo la sfida a spingerlo. Possibile che Casanova, il grande seduttore, si possa innamorare? Vi riporto cosa ne pensa di lui Francesca:

Però c’era in lui qualcosa di decadente e di eroico a un tempo che l’abbagliava. Era come se, dietro a quegli occhi color acquamarina, si celasse un fuoco, una fame di vita e di emozioni che bruciava il cuore e l’anima e che l’avrebbe fatta fremere di vita, se solo si fosse data una possibilità. Per questo era grata a Casanova: da quando era apparso si era sentita vibrare di passione. E aveva anche capito che avrebbe lottato anche lei per essere se stessa, senza cedere a ricatti. A qualsiasi costo.

Ma può un uomo quasi dannato amare qualcuno veramente o ad attirarlo è solo la sublime bellezza e innocenza di Francesca?

Garzoni lo odia con tutto se stesso e cerca di prendere in mano il governo veneziano prima che Casanova gli rompa le uova nel paniere, accusandolo di tutti i mali veneziani. E la Contessa che piani ha? È solo invaghita del bellissimo playboy o c’è qualcosa di più subdolo dietro al suo piano?

Il libro è molto ben scritto, Strukul prepara una trappola molto ben congegnata per i poveri amanti però ammetto di aver fatto molta fatica a digerire le somiglianze con il noto romanzo epistolare “le relazioni pericolose” di Pierre – Ambroise – Francois Choderlos de Lachlos del 1782 soprattutto nella rassomiglianza tra la Contessa austriaca e la Marchesa de Merteuil. Però lo stesso autore lo riporta in nota, pertanto è mezzo perdonato.

Per il resto è un libro che non aggiunge nulla di nuovo, anche perché il tema si presta poco alla novità, ma impasta bene il vecchio. Mi sono piaciute molto sia la figura controversa di Zago, spia di Garzoni, sia la povera Gretchen, serva della contessa. È una storia che si lascia leggere, piacente e densa di sotterfugi, quindi niente affatto noiosa.

Ammetto che mi aspettavo qualcosa di meno scontato e magari più azzardato: soprattutto nella figura di Casanova l’autore non aggiunge nulla di nuovo e anzi lo rende quasi troppo prevedibile. È un peccato, Strukul aveva tutte le carte in mano per scrivere un libro diverso. Lo so che la paura è far arrabbiare gli storici, ma così si corre il rischio di passare per scontato. Spero che la prossima volta osi osare di più.

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