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Recensione: “Big Apple” e “Point Break – Book One, In the City” di Marion Seals (serie Living in New York #1 e #2)

Care Fenici, oggi Ipanema ci parla di due libri da 5 stelle, “Big Apple” e “Point Break – Book One, In the City” di Marion Seals

Dora e Lex. Assistente personale e grande capo. Giovane e ambiziosa, lei, miliardario e casanova, lui.  Sì, avete ragione, gli stereotipi ci sono tutti, e… no, non è un romance come quelli che avete letto finora.

“Mi chiamo Dora Monroe, ho venticinque anni e vivo a New York. Che culo, direte voi.  Vivo nella parte brutta di New York: il Bronx.”

Fedora Monroe, per gli amici Dora, originaria del Connecticut, lavora in una famosa casa editrice della Grande Mela, come assistente personale del proprietario, in attesa della grande occasione.

“Speravo di farmi notare abbastanza in fretta, ma dopo ben 743 giorni – sì, avete letto bene, SETTE-CENTO-QUARANTA-TRE, li ho contati – ancora nessuno si è inginocchiato ai miei piedi per supplicarmi di correggere le bozze di chicchessia. Chi dovrebbe promuovermi? Il mio capo, ovviamente. Chi è il mio capo?”

Alexander Maximilian Stenton III, rampollo di una delle famiglie più ricche e in vista degli Stati Uniti, tanto bello e intelligente, quanto presuntuoso e dispotico.

“Il mio nome è Alexander Maximilian Stenton III, ma gli amici mi chiamano Lex e la ragione non me la ricordo più. Nasco in una famiglia alto-borghese, con infiltrazioni nobili da parte di madre. La mia bisnonna sposò un conte e questo fa di noi i privilegiati tra i privilegiati. Ovvio che non conterebbe un cazzo se non fossimo anche schifosamente ricchi.

Ecco che, quando il romanzo di un’autrice di punta della casa editrice rischia di non essere pubblicato nei tempi previsti, Dora ha la possibilità di fare ciò per cui è nata: l’editor. Da qui, complice un segreto professionale che se rivelato farebbe perdere milioni di dollari, le vicende di Dora e Lex si intrecceranno in un incastro (im)perfetto di emozioni: litigate, sesso sfrenato e un’antipatia reciproca saranno gli elementi costanti del loro rapporto.  A tutto questo si aggiungeranno le vicende dei loro amici e conoscenti che, tra situazioni pericolose e imprevisti comici, faranno da sfondo a un legame che andrà crescendo di giorno in giorno a dispetto dei due protagonisti.  Riusciranno Dora e Lex, così in apparenza inconciliabili, a trovare un punto di incontro? O il loro orgoglio e la diffidenza reciproca li allontaneranno per sempre?

Non si può recensire Point Break Vol.1 e Vol.2, la seconda parte della storia Living in New York, senza prima parlare un poco di Big Apple, la prima parte di questa mini-saga contemporaneo-newyorkese. Perché per capire bene tutti i retroscena di Point Break, sebbene il Vol.1 e il Vol.2 siano completamente stand-alone, bisogna prima acclimatarsi all’atmosfera generale in cui si muovono i personaggi, abituarsi allo stile fluido ma velocissimo, rapido e morbido di Marion Seals nel caratterizzare tutti i personaggi di questo magnifico prodotto narrativo self-published.

Cominciamo con il dire che Dora e Lex, i protagonisti di Big Apple, sfatano ogni cliché del romance catalogato e indicato come regola base: Lex, l’eroe maschile è uno stronzo fotonico, qualcuno che mai avvicineresti anche soltanto per chiedere l’ora. Dora (diminutivo di Fedora) è la sua tuttofare. Ha un carattere tutt’altro che docile e non si cura di mandare a quel paese (per ragioni di recensione, evito di usare parole più colorite) il suo capo, anzi, fa di tutto per farsi licenziare. E invece, complice un segreto professionale che se venisse rivelato causerebbe la perdita di svariati milioni di dollari e la possibilità di fare il lavoro dei suoi sogni ovvero la editor, ecco che i due si trovano perfettamente incastrati in una missione comune tra litigate, insulti più o meno velati, sesso sfrenato e antipatia reciproca che sfocerà in un amore torrido.

Capite bene che come coppia leader di romantico non hanno, all’apparenza, nulla. Eppure “acchiappano” subito il lettore, appassionano al punto da non riuscire a mollare il libro neppure per andare… a fare pipì. Lex e Dora si punzecchiano, a volte davvero arrivano a dirsene di santa ragione e infine si amano in un modo così passionale – e con scene grafiche di torrido sesso che, davvero, scaldano anche in pieno inverno – da lasciare il lettore con gli occhi a cuoricino, persi nel vuoto.

Lo stile di Marion Seals non è mai banale, il testo è impostato magnificamente, la storia procede senza intoppi e tutto il progetto di questo romanzo auto-pubblicato è di grandissimo livello.

Ma restate fermi lì, tenete in caldo il concetto: “antipatia reciproca” e “battibecchi”. Perché è un tema ricorrente che nelle due parti del sequel, Point Break, avrà la sua importanza

Attenzione: da questo momento, possibili SPOILER sulla trama del precedente romanzo. Leggere solo se disposti a conoscere alcune parti della fine del primo volume.

 

Il destino li ha fatti incontrare.

Il pericolo li ha costretti a fuggire.

L’amore li metterà di fronte ai loro limiti.

Randy Bennett ha sempre saputo ciò che voleva da New York: la possibilità di essere se stesso e di realizzare tutti i suoi sogni.  Per Charlotte Davis la City è una porta chiusa su un passato ingombrante, ma anche un nuovo lavoro, fatto di certezze e razionalità.  Ryons e Finnigan, ex Forze Speciali e contractor alla BLACK EAGLES, vedono nella metropoli il luogo dove poter continuare a fare ciò che hanno sempre fatto: proteggere le persone, lasciando scorrere il tempo in una rassicurante routine. La Grande Mela, però, ha in serbo per tutti loro una sorpresa.  Ognuno di loro sarà messo alla prova, con il rischio di perdersi.

 

Point Break Vol.1 è in pratica uno spin-off, racconta la storia di ben quattro personaggi minori – uno in realtà non poi così minore, trattandosi di Randy, il migliore amico gay di Fedora; chi ha potuto leggere Big Apple ha imparato ad adorarlo letteralmente e a tempestare la pagina Facebook dell’autrice di richieste di fan fiction su di lui: stilista, gay dichiarato, slut senza remore, aperto e provocatore, sarà una nota rosa shocking in tanto nero (i completi alla Men in Black che gli agenti della sicurezza indossano come divisa di ordinanza).

Come suo contraltare abbiamo Iceman, che abbiamo anche lui incontrato sporadicamente nel primo romanzo. In realtà si chiama Finnigan ed è uomo dal passato misterioso, che di sicuro nasconde qualcosa di drammatico nel suo vissuto, sfodera una corazza granitica, ed è il migliore agente in forza alla Black Eagles, l’agenzia paramilitare di Ryons, colui che si occupa di proteggere la vita di Lex e di Fedora. Uomo integerrimo e rigidissimo questo Ryons, terzo protagonista della seconda serie, misterioso e austero, impenetrabile e inattaccabile ma che si intenerisce alle feste che la sua cagnona Regina gli fa quando torna a casa. E infine ecco che appare la quarta e non ultima protagonista di questa fortunata serie: Charlotte, cugina di Fedora, avvocato tributarista con un passato triste e arido alle spalle e che l’ha resa una sorta di sfinge insensibile alle questioni sentimentali. Vive una vita arida e programmata, senza un briciolo di disordine o emozione, caratteristiche che lei sostiene con entusiasmo perché sono meccanismi di difesa che ha attivato in modo da non essere più tradita e abbandonata dalle persone a cui è affezionata.

Questo secondo episodio, suddiviso in due parti – una uscita a gennaio, l’altra da pochi giorni – è lievemente differente dal primo Big Apple, in quanto è più incentrato sull’azione, sul mistero che si cela dietro alla strana violazione di un computer, e due ancor più strani tentativi di omicidio; non a caso l’autrice ha definito questo romanzo come appartenente al genere “romantic suspense” e non romance classico.

Lo stile che abbiamo già imparato a conoscere di Marion Seals è sempre fluido e rapido, gli scambi di battute tra i protagonisti tutti a fuoco e il lettore si meraviglierà nello scoprire la bravura dell’autrice nel cambiare registro per ben quattro personalità e non solo due, come di solito avviene nei romance classici.

Quattro punti di vista, quattro caratteri differenti, chimica che cresce e si sviluppa tra le due coppie in modo lento e a volte esasperante ma comunque esaltante. In pratica si arriva alla fine del primo episodio senza quasi accorgersene. E, viene da dire: fortunati i lettori che ancora non hanno letto Point Break vol.1, perché non hanno dovuto aspettare cinque mesi il secondo capitolo appena uscito.

Fortunati i lettori, dicevo, che però dovranno aspettare a questo punto qualche giorno per leggere la recensione della sottoscritta di Point Break n.2. Perché, scusate se vi lascio così “appesi”, ma vado a leggermi il secondo capitolo di questa meraviglia. E vi farò sapere non appena avrò raggiunto l’ultima pagina del libro.

 

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