Recensione in Anteprima: “Uomini del Re” di Elizabeth Kingston (serie Welsh Blades #1)
Care Fenici, una grande anteprima oggi per Lucia: “Uomini del Re” di Elizabeth Kingston
La fama di Ranulf Ombrier per la sua abilità con la spada è pari solo alla sua notorietà come assassino prediletto di re Edward I. Le sue azioni gli hanno fatto guadagnare terre, un titolo e una pessima reputazione. Ma inizia a temere per la sua anima e segue la sua coscienza fino alle terre selvagge del Galles.
Gwenllian di Ruardean, da fanciulla, è stata maritata per procura, solo per ritrovarsi vedova prima ancora di incontrare il suo sposo. Ha evitato di fare la vita di una dama, studiando invece le arti della guerra, del combattimento e della guarigione, arte quest’ultima che usa per curare le ferite di Ranulf. Salvare la vita del suo nemico, però, ha delle conseguenze e, ben presto, Gwenllian e Ranulf si ritrovano coinvolti in pericolosi intrighi, scoprendo anche un sorprendente e intenso desiderio reciproco.
Ma nemmeno l’amore conquistato a fatica può prosperare, quando la lealtà è divisa e venti di ribellione spazzano la terra.
Sembrava sbagliato, un tradimento, in qualche modo, lasciare che sua madre vedesse la sua fascinazione per quell’uomo. A distanza di sicurezza dalla scena sottostante, si permise di udire quello che sua madre aveva detto. «Io devo portarlo?» Sentì la rabbia risalirle in petto e fece un respiro profondo. «Madre, sai che non posso. Meglio lasciarlo andare, una volta scoperto con che scopo era venuto. Hai detto di aver parlato con lui?»
La madre voltò le spalle alla finestra e annuì. «Gli ho detto che lo avremmo scortato dal suo re nel giro di una settimana. Per cui lo porterai, Gwenllian.»
Gwenllian sollevò il mento, contrariata. Sapeva che sua madre si fidava di lei più che di chiunque altro. Che fosse orgogliosa di sua figlia e che l’amasse molto non era mai in questione. Ma oh, lei avrebbe dato qualsiasi cosa per un granello di rispetto. Per essere trattata come qualcosa di più di una bambina, per avere voce in capitolo in simili decisioni. «Hai parlato con lui, ma non hai scoperto il motivo per cui è in Galles?» Questo era meschino. Aveva saputo senza chiederlo che sua madre era stata troppo intimidita per fargli una domanda del genere. Ma come accadeva ultimamente, non riusciva a evitare di reagire agli ordini perentori di sua madre attirando l’attenzione sulle debolezze di lei. Stavano ricadendo in uno schema, uno spingere e tirare di autorità che era probabile facesse impazzire di rabbia entrambe.
Questo libro è stato proposto dalla Quixote come una sfida, una sfida che ha davvero vinto in larga misura, perché Uomini del re si è rivelato uno dei più begli storici letti nell’ultimo periodo. Oltre ad avere una storia interessante e piena di colpi di scena e azione, i personaggi che l’autrice tratteggia sono assolutamente meravigliosi.
Ranulf Ombrier ha una fama orribile, è noto in tutto il regno come l’assassino del re, e ha guadagnato il suo titolo e le sue terre dopo aver assassinato il padre adottivo, Aymer, in modo poco eroico. Da allora, dopo averne ereditato i beni, è al servizio di re Edward, che si serve di lui per eliminare i suoi nemici. Ma da qualche tempo, Ranulf è stanco e sente il bisogno di espiare. Per questo motivo si trova nel Galles e ha rifiutato una chiamata del suo re, cosa che potrebbe metterlo davvero in pericolo, perché re Edward non è un uomo che perdoni facilmente. Quando lo incontriamo per la prima volta, è in preda alla febbre, dopo essere stato ferito, e capiamo senza ombra di dubbio che sarebbe ben felice di morire; troppi sono i suoi rimorsi ed è convinto di meritare l’Inferno. A curarlo, Gwenllian, una giovane donna, esperta guaritrice, che avrebbe molte ragioni per lasciarlo morire. Infatti, anche se Ranulf non lo sa, loro due hanno in atto una contesa da molti anni. Se Ranulf è un uomo dalla tempra eccezionale, Gwenllian non è da meno. In un primo momento, la vediamo nei panni di guaritrice, ma, ben presto, la ritroviamo in armatura, al comando dei suoi uomini, che hanno per lei una vera e propria venerazione. Un padre che si è recato alle crociate e uno zio che risulta solo una figura evanescente, hanno permesso alla madre di Gwenllian, Lady Eluned, di prendere il potere nella grande fortezza di Ruardean e di dare alla figlia un’educazione che, per quel tempo, ha davvero dell’incredibile. Ne ha fatto un guerriero esperto e ha riposto in lei le sue ambizioni. Anche il suo nome è stato scelto con uno scopo preciso: ricordare ai gallesi la leggenda della principessa che guidò il popolo alla vittoria, secoli prima. Quando Gwenllian e la sua scorta portano a Ruardean il guerriero ferito, Lady Eluned crede di avere finalmente la possibilità di ottenere che la contesa così a lungo rimandata posso avere fine e che la figlia abbia finalmente ciò che le spetta, riportando Ranulf, come prigioniero, al suo re. Ma non ha fatto bene i conti con la mente sempre sospettosa di Edward, che vede finalmente la possibilità di tenere in scacco una donna che lui sospetta da tempo di tradimento e, in men che non si dica, Ranulf e Gwenllian si ritrovano sposati. Ma la strada per la pace e la felicità è ancora molto lontana.
Gwenllian non è la classica eroina, non è particolarmente bella, è alta, muscolosa, senza curve. Se la sua vita, mentre il padre era in patria, era destinata a essere quella di ogni donna del suo tempo, la morte del promesso sposo scelto per lei ha messo in moto avvenimenti straordinari, favoriti dalla lontananza del padre. Le ambizioni della madre l’hanno costretta a dover tutti i giorni dimostrare di essere più brava e più astuta di ogni uomo e questo la stava sfinendo, senza che lei nemmeno se ne accorgesse. L’essere costretta al matrimonio le permette di abbassare la guardia; non è mai riuscita a vedere Ranulf come il nemico, ma ha sempre percepito i demoni che non gli danno pace. E più riesce a farlo parlare del passato, più si rende conto di quanto la sua fama, seppur meritata, nasconda motivi profondi per ciò che ha fatto. Fra loro due c’è sempre una corrente di sensualità latente e, nonostante in un primo momento Ranulf non esiti a disprezzare il suo aspetto con parole dure, appare sempre palese l’ammirazione che prova per le sue capacità. Una volta sposati, fra loro divampa una grande passione fisica che compensa le tante cose che, in un primo tempo, celano l’uno all’altra, mentre l’amore si fa largo nei loro cuori.
Nonostante sia ora diventata Lady Morency, sua madre non intende desistere dai suoi propositi di ribellione e Gwellian dovrà presto prendere una decisione che, in ogni caso, lacererà il suo cuore.
Una scrittura fluida e molto bella, aiutata da una traduzione davvero superba, fa di questo libro uno storico imperdibile. Nonostante la figura di Gwenllin sia abbastanza incredibile per l’epoca, l’autrice è riuscita a renderla vera, ne ha fatto una donna incredibilmente forte e fragile nello stesso tempo e l’ho amata, sia che dispensasse guarigione, sia che impugnasse una spada.
Ranulf è un uomo che tutti disprezzano per aver ucciso un padre crudele che lui, però, amava moltissimo. Anche con il passare degli anni non ha mai perdonato sé stesso per avergli voluto bene nonostante tutto ciò che vedeva, e per non averlo fermato prima, e si considera maledetto. Adoro i protagonisti tormentati, pieni di cicatrici sull’anima e in cerca di redenzione e Ranulf ha un animo nobile, nonostante quello che è stato costretto a fare. Un periodo storico travagliato, in cui il tradimento era sempre dietro l’angolo e in cui serpeggiava la voglia di ribellione, ha permesso all’autrice di tessere una storia in cui c’è tutto quello che mi piace leggere in uno storico e, dico la verità, sono ansiosa di mettere le mani sul prossimo capitolo di questa storia, dopo aver scoperto che la sua protagonista sarà nientedimeno che l’ambiziosa Lady Eluned.
#1 Uomini del re
#2 Fair, Bright, and Terrible (inedito)