Recensione: “Release me” di Faith Gibson (serie The Music Within #2)
Care Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Release me” di Faith Gibson (serie The Music Within #2)
Quindici Anni…
Per quindici anni Cade Anderson, batterista della famosissima rock band 7’s Mistress, è stato innamorato del suo migliore amico, il cantante del gruppo. Anche se sono passati degli anni da quando erano amanti, Cade lo desidera ancora. Quando il suo migliore amico si innamora di qualcun altro, la vita per come lui la conosce, finisce. La band si scioglie e Cade deve capire come andare avanti.
Dieci Anni…
Per dieci anni Mal Wilson ha tenuto nascosto chi fosse veramente dalle persone chiuse di mente di Arlo, Kentucky. La fattoria di famiglia si sta riducendo a nulla e il bar che possiede gli sta succhiando tutti i pochi soldi che gli restano. Quando è sul punto di perdere tutto, Mal deve capire cosa fare.
Tre Mesi…
Per tre mesi Cade ha bevuto e scopato in giro per lo stato, cercando di dimenticare il suo amico e amante di un tempo. Quando si ritrova in uno squallido paesino rurale nel mezzo del nulla, viene attratto dal bel cowboy che gli serve da bere. Qualcosa di quell’uomo lo colpisce internamente per la prima volta in anni.
Una Notte…
Quando Mal finisce in una stanza d’hotel con il bell’uomo biondo che è rimasto seduto nel suo bar per ore, quello sconosciuto gli chiede una notte assieme. Quando Mal si sveglia, sa che una notte non sarà mai abbastanza, ma deve farsela bastare.
Due uomini…
Un musicista ricco e famoso, fiero della propria sessualità. Un cowboy povero in canna, che nasconde al mondo chi è davvero. Non funzionerà mai. O forse sì?
Questo romanzo mi ha attratta fin da subito per la cover che, come molte della Quixote, è davvero raffinata. Quella tra il batterista Cade e il cowboy Mal è una storia romantica, in cui la forte passione che i due sfogano in una notte non è affatto sufficiente a soddisfare i loro bisogni. Sono due uomini che trovano un’affinità anche prima di fare sesso assieme. Due uomini senza nessun amico con cui confidarsi che si trovano a proprio agio l’uno con l’altro. Ma quella che dovrebbe sbocciare come un’amicizia sincera deflagra in un’attrazione potente.
Era l’unico modo in cui lo poteva descrivere. Mal aveva infilato la mano nel suo petto, aveva trovato il suo animo e vi si era aggrappato. Non aveva alcun senso.
Un aspetto sicuramente positivo è l’originalità nella trama; un incontro che difficilmente vediamo in un romance, quello tra un cowboy e una rock star, con il conflitto incentrato sulla questione della differenza di reddito. I vari colpi di scena e gli sviluppi della trama non sono troppo scontati e sono gestiti in modo intelligente. Ho amato molto anche il finale, sofferto ma non banale. L’ho trovato credibile, virile e non troppo sdolcinato, insomma adeguato al carattere dei due personaggi.
Hai il mio cuore. Finché non mi lascerai andare, sono tuo.
Tuttavia, lo stile dell’autrice mi è sembrato un po’ freddo; inoltre, le caratterizzazioni dei personaggi, di Cade in particolare, non mi ha convinta. Le scene piccanti non sempre sono preparate da un preludio passionale coinvolgente, da un’eccitazione esplosiva che non può che portare a saltarsi addosso. Questo fa sì che a volte sembrino inserite al solo scopo di dare colore. A volte, poi, l’autrice tende a ripetere troppe volte i concetti, come spiegandoli a un lettore superficiale. Ad esempio ho trovato strana la grande confidenza tra Cade e il padre, che li porta non solo a riassumere le proprie vicende personali, ma anche a esplorare in modo molto, troppo analitico i reciproci stati d’animo, tanto da sembrare quasi una modalità per ribadire al lettore, per l’ennesima volta, cose che sono uscite già in riflessioni precedenti.
Il modo gentile con cui Cade lo stava toccando era troppo. Quello non era scopare, era fare l’amore, e lui non poteva sopportarlo. Si era ripromesso di accettare tutto ciò che Cade gli avrebbe dato, e che gli sarebbe andato bene, ma si era sbagliato. Non poteva permettergli di offrirsi a lui in quel modo solo per andarsene nelle ore successive e togliergli tutto.
Per quanto riguarda la caratterizzazione del batterista, non ho letto purtroppo il volume precedente, ma ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa in ciò che ci viene mostrato in questa storia. Cade sembra un classico bravo ragazzo, un milionario filantropo dal cuore d’oro, tenero con i bambini e con gli anziani. Si innamora a prima vista e, anche se non vuole perdere la testa, decide di donare tutto se stesso, senza voler mettere pressione a Mal. Non sembra affatto aver avuto una delusione cocente; il ricordo di Tag è appena accennato e sempre offuscato, quasi a dare l’idea che il primo romanzo fosse tutto un bluff.
Per gli ultimi quindici anni, ogni volta che era stato con un uomo, con una donna, da solo con Tag o quando aveva condiviso qualcuno con il suo migliore amico, aveva sempre immaginato la sua faccia mentre veniva. Sempre. Fino a quel giorno. Fino a Mal.
Cade si mette in gioco fin da subito senza paura di ferirsi, e dimostra una tenacia senza fine. Una grande capacità di stare sulle sue posizioni, di dimostrare amore incondizionato, di dare conferme a Mal a prescindere da ciò che ne otterrà indietro. Sembra cercare di fare ammenda con tutte le sue forze per gli errori che compie. Indubbiamente positivo è il modo in cui l’autrice lo porta a implorare per ottenere l’amore di Mal senza arrivare a umiliarsi, mantenendo intatta la sua aura di virilità.
«Mi manchi, Cowboy. E ti amo. Ancora.»
Mal pensava di sapere cosa fosse il male al cuore. Pensava di sapere cosa fosse la tristezza. Pensava di sapere cosa si provasse a essere abbandonato e a doversi occupare da solo di se stesso. Si era sbagliato.
Altro elemento che non mi ha convinta del tutto è l’assenza di un ruolo centrale per la musica, cosa che nei romanzi incentrati sulle rock band mi aspetto che avvenga. Cade, nonostante le intenzioni, non sembra dipenderne. Non sembra che essa svolga un ruolo fondamentale nella sua felicità, nella sua vita. Sembra quasi un voler proseguire in attesa che Mal decida di dargli tutto se stesso e accoglierlo in una famiglia. Anche questo toglie caratterizzazione al povero batterista, che pare fare musica solo per ripiego. Non ho sentito il fuoco della passione, quindi la scelta tra seguire la sua vocazione o seguire l’amore non è così bruciante e sofferta.
In sostanza, non so se questo tipo di uomo sia coerente con il personaggio che rappresentava nel primo volume, ovvero l’antagonista; ad ogni modo ho avvertito la mancanza degli elementi che in precedenza lo avevano reso colpevole di atti meschini, egoisti e di conseguenza l’avevano portato a essere odiato da tutti.
«E la musica? Si tratta della tua vita.»
«Era la mia vita. Adesso la mia vita sei tu. La musica mi ha fatto andare avanti finché non ho incontrato te.»
Più deciso è il carattere di Mal, un cowboy molto orgoglioso, terreno, pragmatico, ma anche disilluso, che si sente svilito dalla sua condizione economica e anche dal suo essere gay. Anche a letto, le sue caratteristiche sono più nette di quelle di Cade: irruente, selvaggio, dominante, ama le parole sporche e si chiude ai minimi cenni di tenerezza o di intimità.
Cade stava facendo ciò che ogni partner responsabile avrebbe dovuto fare: allargarlo per bene, prepararlo per l’uccello duro che avrebbe presto rimpiazzato le sue dita. Stanco di aspettare, Mal gli ordinò: «Cade, o mi scopi adesso, o troverò qualcuno che lo farà.»
L’impatto improvviso della mano di Cade sul suo culo echeggiò nella stanza. «Sei un passivo così autoritario.»
È una storia interessante, tenera, e con bei risvolti che attraversano generi particolari, quali il country e il rock. Ma, come dicevo, lo stile, la caratterizzazione e qualche pecca nella traduzione, talvolta troppo letterale, hanno fatto sì che non fossi del tutto coinvolta nella lettura.
#1 Deliver Me
#2 Release Me
#3 Finding Me (non ancora tradotto in italiano)