Recensione: “Mal che vada ci innamoriamo” di Mary G. Baccaglini
Care Fenici, oggi Nayeli ci parla di “Mal che vada ci innamoriamo” di Mary G. Baccaglini
Allegra è convinta di sapere tutto sull’amore. Per lei non è un’entità misteriosa capace di far passare notti insonni o giorni interi a guardare il mondo con lenti rosa. Per lei è solo una delle tante cose che possono accadere nella vita. Forse per questo riesce ad avere la giusta lucidità per rispondere alle lettrici che scrivono alla sua rubrica, le Storie possibili e a dar loro il consiglio perfetto: se al primo appuntamento un uomo dice una frase piuttosto che un’altra Allegra è in grado di proporre i tre scenari che possono avverarsi, e quindi se sarà un «e vissero felici e contenti», un «mi accontento, ma sono felice» o «una tragedia su ogni fronte». Il suo cuore è lì, al sicuro, in una botte fatta del ferro più resistente al mondo. Fino a quando, all’improvviso, il giornale per cui lavora le affida un compito arduo. Uscire con più uomini possibile per affinare le sue capacità di cogliere le sfumature dell’animo maschile. Appuntamento dopo appuntamento Allegra colleziona solo disastri e si convince che i sentimenti non facciano per lei, fino a quando non incrocia uno sguardo che la obbliga a mettere in discussione tutto, a trasformarsi in una donna davanti a un telefono che non suona mai. Perché la teoria è una cosa, la pratica tutt’altra. Ma la strada che porta al vero amore è lunga e tortuosa, e Allegra deve avere il coraggio di ammettere che nessuno sa davvero tutto su questo argomento. L’amore è imprevedibile, non ha regole. Sbaglia, devia, torna indietro, non concede tregua. Bisogna solo lasciarsi andare e accettare che siamo fatti anche di baci, abbracci e carezze.
Mary G. Baccaglini è un fenomeno della rete, la sua pagina Facebook conta più di 120.000 fan. Opinionista in televisione, è anche speaker radiofonica. Finalmente arriva il suo primo romanzo. Una storia sui sentimenti quando sono troppo grandi da gestire. Una storia sulla solidarietà femminile fatta di indimenticabili chiacchierate. Una storia su tutti noi quando entriamo nell’intricato ma affascinante mondo delle relazioni. Un mondo da cui non riusciamo a stare lontani, nonostante tutto. Perché l’amore è nonostante tutto.
Un uomo irrinunciabile è come una figurina che non vorresti dare a nessuno.
È indubbiamente una penna sapiente, quella della Baccaglini. Divertente, frizzante, introspettiva, attenta a dare colore a ogni personaggio, anche se è una comparsa.
«Chiama sua madre.»
«Sua madre?»
«Sì, dille che razza di invertebrato ha cresciuto.»
«Ci manca solo la madre. Rigagli la macchina.»
La storia ci porta nel contemporaneo, a Milano dove tra aperitivi e carriera, nessuno ha più tempo per innamorarsi. Si cerca l’anima gemella, ma lo si fa senza concedersi mai del tutto, timorosi di scottarsi di nuovo.
La parola «affidarsi» è quella che in assoluto mi fa più paura. Vivo fuori casa, faccio la spesa, pago le bollette e vado al cinema da sola. Non ho bisogno di nessuno eppure, adesso che lo guardo, penso di avere bisogno di uno così. Non perché da sola non ci sappia stare. Ma perché con lui sarebbe più bello. Un susseguirsi di «ti porto io» ai quali non vorrei rinunciare.
Grazie alla posta del cuore, a un gruppo di amiche davvero affiatate, e ai pomeriggi di gossip con le amiche di mamma, Allegra si è fatta una discreta esperienza teorica in fatto di amore, questo però non le impedirà di rimanere scottata a sua volta quando deciderà di mettersi a cercare l’anima gemella seguendo i suoi stessi consigli. Ma non ci sono regole in amore e non ci sono regole quando al posto di parlare per stereotipi, si entra in contatto con le persone vere. E sarà proprio l’incontro con un narcisista anaffettivo che la metterà in crisi.
«Tu pensi che ignorandomi mi trasformerò in un uomo desideroso di attenzioni?»
«Come scusa?»
«Hai capito benissimo. Sei un’altra donna rispetto a prima, e quella di prima mi piaceva di più. Quella di adesso mi sembra una scema che se la tira perché ha letto su un settimanale per adolescenti che il maschio è un cacciatore che ama cacciare. Io non amo cacciare, Allegra Casanova, e di certo non caccio ciò che mi sono già conquistato.»
È un romanzo che, oltre alla trama rosa, ci regala un’analisi molto lucida sulle donne di oggi. Le paure, le rivendicazioni, le chiusure, le ambizioni. Non tralascia di farci notare quando tutte queste cose entrano in conflitto fra loro. E non perde mai di vista il fatto che nessuna emancipazione prevede che la donna debba rimanere priva di amore.
Le donne fanno il madornale errore di soffermarsi su quello che vogliono le protagoniste dei film, e mai su quello che piace a loro.
Cosa piace a noi? Siamo così concentrate a piacere agli uomini da non chiederci cosa invece desideriamo noi.
Una lettura che consiglierei a tutte quelle donne che si ritengono troppo impegnate, troppo in carriera, troppo indipendenti, troppo giovani dentro, troppo irraggiungibili o semplicemente troppo sfigate per trovare l’amore.
Anche perché va pur detto che Milano – in quanto metropoli – è una città estremamente difficile per i rapporti umani. Specie per i rapporti a due.
La scelta è ampia e quindi qualsiasi single sa che può trovare di meglio.
Fermarsi con qualcuno, cominciare un percorso insieme sembra più una resa che un’opportunità.
È una storia che parte lentamente e che si sviluppa su piani diversi, ma è il finale che davvero toglie il fiato. L’ho letto e riletto più volte, giusto per prolungare il sapore dolcissimo un po’ più a lungo. Perché forse era solo un “finale possibile”, come quelli che Allegra prospettava nella posta del cuore, ma la mia indole romantica ha desiderato così tanto che fosse reale!
Tu sei la mia sbavatura, Allegra Casanova. Quella che mi fa dire cose per me indicibili.
Sei la macchia di vino rosso sulla tovaglia bianca di lino.
Sei il rossetto che esce dalla bocca quando ci si bacia.
Sei i colori dei bambini fuori dai bordi.
Sei la mia sbavatura e voglio vivere sbavato per tutta la vita.