Recensioni MM

Recensione: “Impronte d’amore” di M.J. O’Shea

Care Fenici, oggi Ipanema ci presenta “Impronte d’amore” di M.J. O’Shea

Ad Austin Lloyd forse manca una laurea, ma è bravissimo a curare gli animali che frequentano il suo salone di toelettatura. In amore non ha fortuna, però, e la sua famiglia vorrebbe che si trovasse un brav’uomo. Austin e il suo golden retriever, Maggie, non potrebbero essere più d’accordo.  A causa della sua famiglia complicata e del suo passato difficile, Evan Partridge non è bravo a far avvicinare le persone, ma al suo carlino Dexter piace davvero tanto il proprietario del salone di bellezza per animali.

Austin ed Evan non cominciano con il piede giusto, ma il loro rapporto di amicizia si trasforma piano in qualcosa di più. Purtroppo, il carattere riservato di Evan rischia di rovinare la loro relazione, e l’amore che sta sbocciando tra di loro viene quasi distrutto dall’arrivo di sua sorella.

Non parlarsi li fa soffrire, ma Evan non sa come continuare a frequentare Austin e al contempo aiutare la sorella: l’unica cosa che sa è che deve provare a farlo. Riconquistare la fiducia di Austin richiederà però parecchio impegno.

 

Ci sono romanzi Male to male impegnati, Lgbt che trattano argomenti complessi e devastanti e lo fanno con un realismo che annienta; ci sono invece gay romance più semplici, senza pretese, che vogliono solo raccontare una storia romantica e dolce, far rilassare e magari far sognare il lettore avvolgendolo con una tiepida coperta di lana calda e tanta, tantissima melassa. Non ho nulla in contrario verso quest’ultimo tipo di romanzo; a volte c’è bisogno solo di evadere dalla quotidianità e vagare nell’iperspazio rosa e arcobaleno senza pensare ai drammi della vita di tutti i giorni. Però anche da questo tipo di letteratura – a torto o a ragione – considerata un po’ da tutti “minore”, io chiedo un minimo di coerenza e di buona scrittura. Questo romanzo, Impronta d’amore di M.J. O’shea ahimè non ha raggiunto appieno le mie “pretese”.

Austin è un ragazzo serio, con il grosso complesso di non essere “laureato”. Ha un’attività di toelettatura per animali domestici che ha avviato da solo e che ha fatto prosperare, è apprezzato dai suoi clienti – animali e umani – e ha una schiera di amici che lo amano e proteggono così come la sua famiglia, accogliente e inclusiva. Ha un amico peloso, Maggie, un golden retriver ben educato che riempie quel vuoto che sente per la mancanza di una relazione fissa: è la cosa che più gli manca ma che non si aspetta di poter ottenere tanto presto.

Evan è un professore universitario, riservato e perfezionista. Schivo e solitario, si è trasferito da poco in città dal New Mexico, sembra scappare da una realtà non piacevole e cercare pace nella nuova comunità. Non ha facilità ad ammettere estranei nel suo spazio personale ma da poco ha preso a vivere con sé un cane, Dex, un carlino dolcissimo e affettuoso che gli riempie le giornate. In ritardo da una riunione con i suoi colleghi universitari, va a ritirare Dex dal negozio di Austin e riceve una bella lavata di testa dal ragazzo, che stanco e irritato per aver dovuto chiudere il negozio con due ore di ritardo, lo redarguisce in maniera sgarbata. Il loro primo incontro non è affatto dei migliori, ma poi i due recuperano il rapporto e diventano grandi amici. Evan si lascia introdurre al mondo di Austin e al contempo, Austin si innamora della gentilezza e serietà di Evan. Ma c’è sempre un qualcosa che resta in agguato per disturbare i due piccioncini, e in questo caso è la sorella collerica e instabile di Evan, quella “realtà” non piacevole da cui Evan è scappato quando si è trasferito dal New Mexico.

La storia ha tutto, sulla carta, per essere un romanzo interessante e coinvolgente. L’incontro non tra i più promettenti, la sorella instabile in agguato, l’amore che sboccia pian piano senza quasi che i due protagonisti se ne accorgano. E invece viene raccontata in maniera non adeguata: la prima parte è molto lenta, un lungo elenco di azioni e di situazioni con dovizia di particolari che spesso fanno calare la palpebra. Tra i due dovrebbe esserci un’attrazione quasi immediata ma questa viene più spesso raccontata che mostrata con gesti che la giustifichino. Anche le indecisioni di Evan nei confronti di Austin sono didascaliche, non coinvolgono. Ho avuto difficoltà a rintracciare la chimica che leghi i due protagonisti. La parte dell’allontanamento dei due amanti invece è abbastanza convincente, anche se ahimè troppo breve, mentre la soluzione finale è affrettata e la soluzione degli ostacoli è davvero troppo superficiale e banale. Unica parte davvero efficace e coinvolgente è la descrizione delle interazioni tra Dex, il carlino di Evan e Maggie il golden retriever di Austin e alcuni personaggi minori davvero ben caratterizzati. Ma anche il “cattivo”, la sorella di Evan, che dovrebbe incutere rabbia o anche pietà per i disturbi di cui soffre, viene mostrata in maniera così platealmente negativa, senza un briciolo di analisi e caratterizzazione che più che un personaggio, appare una specie di “macchietta”.

Peccato perché sulla carta la storia era interessante ma è stata, a mio avviso, sviluppata male.

 

 

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio