Recensione: “Una danza fatale” di Amanda Firth (serie I segreti dei Teatri di Londra #3)
Care Fenici, oggi Lucia ci parla di “Una danza fatale” di Amanda Firth (serie I segreti dei Teatri di Londra #3)
Nancy si è imbarcata insieme a lord Welch sulla White Star, che la condurrà a Bombay e verso una nuova vita, eppure i fantasmi del passato continuano a riversarsi nel suo cuore. Ogni cosa sembra volerle ricordare le difficoltà attraversate, nonostante la brillante carriera d’attrice e i successi che ha ottenuto prima a Londra e poi a Cardiff, e che stanno per replicarsi con la messa in scena di Salomè, al ritorno in Inghilterra. George Welch, fiduciario della regina Vittoria, ha deciso di prenderla in moglie, assecondando il più ardente dei desideri e dimostrando nei suoi confronti una dedizione totale. Ma c’è ancora un segreto da svelare, quello dell’identità di Nancy, custodito in un medaglione…
Lì giaceva Edmund. La sua tomba doveva essere priva di fiori, ora che lei e lord Welch erano lontani. Si consolò dicendosi che erano i primi di marzo e gli alberi del piccolo cimitero si stavano coprendo di nuove gemme. Amava quel luogo, nonostante tutto, perché le dava pace. E le piaceva sedersi presso l’alloro per confidare a Edmund i propri crucci e dubbi. Appena fosse tornata in Inghilterra, sarebbe andata a trovarlo per raccontargli del matrimonio indù cui aveva assistito e dell’idea di mettere in scena una coreografia in cui lei fosse vestita di veli. Gli avrebbe portato un mazzo di lillà, e non ci sarebbe stato bisogno di raccoglierli nella serra di Wanborough perché ormai era il periodo della loro fioritura.
La prima volta, Nancy era andata al cimitero di Swindon insieme a lord Welch, e si era rammaricata per non aver potuto lasciare un fiore sulla tomba, poiché allora era pieno inverno e la campagna era coperta di ghiaccio. Poi vi era tornata accompagnata da Margaret, nella cui villa viveva da alcune settimane, e aveva avuto la sorpresa di vedere un’allegra chiazza violacea nella coltre di candida neve che copriva il cimitero, proprio davanti alla lapide su cui qualcuno aveva fatto scolpire il nome di Edmund Peckinpah. Chissà chi aveva compiuto il gesto pietoso e gentile di portare fiori su una sepoltura sconosciuta, e lillà, per giunta. Quel piccolo mistero si era risolto quando un’altra vettura era apparsa nel piazzale e ne era disceso lord Welch, con un mazzo di lillà fra le mani.
Con quest’ultimo capitolo si chiude una trilogia che, personalmente, non mi ha particolarmente entusiasmato. È inoltre sbagliato, a mio avviso, dipingere questa come una serie, quando, in realtà, è un unico lunghissimo libro diviso in più parti, per arrivare finalmente al mistero che ci ha accompagnato fin dall’inizio: scoprire la vera identità di Nancy. La ritroviamo qui, dopo tante vicissitudini, mentre si sta imbarcando per un viaggio in India al seguito del suo fidanzato, Lord Welch, che nonostante la sua professione di attrice l’adora immensamente ed è deciso a sposarla.
Per i due innamorati questo viaggio è come una luna di miele, ma per Nancy diventa anche motivo di grande apprensione quando, durante una visita al Taj Mahal, si trova fra le mani un bastone che ha sul pomello lo stesso disegno del suo medaglione. Nonostante le ricerche fatte per avere finalmente la spiegazione del mistero che l’ha sempre circondata, Nancy dovrà aspettare il ritorno in Inghilterra e la messa in scena di una scandalosa “Salomè” che, oltre a metterla in grave pericolo, le regalerà finalmente la verità.
Anche se la scrittura dell’autrice risulta piacevole, questa trilogia non è riuscita a catturare la mia attenzione, e il personaggio di Nancy non mi è particolarmente piaciuto. La storia d’amore con George è sicuramente più interessante da leggere rispetto a quella vista nel primo libro con Edmund. Questo era un attore che non esitava a vendere il suo corpo per denaro, e non posso nascondere che, difficilmente, un nobile avrebbe accettato che la sua fidanzata si esibisse in una danza vestita solo di veli. Anche la motivazione dei continui tentativi di uccidere Nancy fa acqua da tutte le parti, si sarebbe trovato ben più di un metodo per arrivare ai soldi che la sua ricomparsa avrebbe portato, senza arrivare all’omicidio. La perdita del medaglione da parte dell’uomo con la sciarpa, dopo averlo così a lungo cercato e ottenuto con grandi sforzi, è davvero ridicola. Così come appare assurdo il comportamento di quella che Nancy ha considerato per anni sua nonna, che avrebbe in ogni momento potuto agire in modo diverso, facendola ricongiungere con la sua famiglia.
In ogni caso tre libri sono stati davvero troppi per una storia che, pur avendo azione e scene di sesso ben scritte, non è stata supportata da una trama adeguata, e che in molte parti mi ha annoiato.
Tirando le somme non mi è piaciuto più di tanto; questa coppia di protagonisti non è riuscita a darmi altro che un blando interesse, ma questo terzo libro è sicuramente migliore dei precedenti, c’è più storia, le scene di sesso sono meno numerose e meglio inserite in una trama che, almeno a sprazzi, riesce ad essere più interessante di quella dei libri precedenti. Molto buone inoltre sono le descrizioni del viaggio in India che risultano davvero precise, e la possibilità di leggere questo libro come Stand- alone grazie al riassunto abbastanza preciso degli avvenimenti accaduti, che viene fatto tramite i ricordi di Nancy ad inizio libro.
#1 Dietro il sipario
#2 La seduzione della scena
#3 Una danza fatale