Intervista con l’autore: in esclusiva per RFS, Ania Tomicka
Care Fenici, oggi siamo felicissime di poter pubblicare sul nostro blog l’intervista a una delle più conosciute pittrici e illustratrici europee, con mostre in tutto il mondo, dall’Australia al Giappone.
Grazie a Wicked Wolf abbiamo fatto con lei una lunga chiacchierata, parlando di arte e di letteratura: ecco le sue risposte, a cui trovate allegate quattro delle illustrazioni che ci ha concesso di riprodurre… signori e signore, Ania Tomicka!
Ania Tomicka nasce nel 1985 a Lodz, Polonia.
A nove anni si trasferisce in Italia, dove inizia il suo percorso artistico, dapprima interessandosi ai manga per poi passare al ritratto realistico.
Frequenta l’istituto d’arte a Vittorio Veneto e l’accademia di belle arti a Venezia; successivamente si trasferisce a Firenze e prosegue i suoi studi alla scuola di arti digitali ed illustrazione NEMO dove ottiene il premio di alunna dell’anno.
Durante gli studi scopre il pop surrealismo americano ad inizia ad ispirarsi ai suoi maggiori esponenti cominciando contemporaneamente ad esporre in gallerie dedicate al movimento.
Attualmente il suo interesse è volto ai grandi maestri e ad uno studio più approfondito della loro tecnica pittorica.
I suoi lavori sono stati esposti in mostre in tutto il mondo, dall’Italia all’America, passando per Australia e Giappone
SOCIAL
SITO INTERNET http://aniatomicka.com
Instagram https://www.instagram.com/ania_tomicka/
Facebook https://www.facebook.com/Ania.Tomicka.Art/
YouTube https://www.youtube.com/channel/UC7QNBh-ucEkiashYVzrLfIA
DeviantArt https://www.deviantart.com/ponyania
Tumblr http://aniatomicka.tumblr.com/
Dopo una doverosa presentazione eccoci con le domande che RFS vuole proporti.
RFS – Il percorso formativo che hai seguito è molto “classico”: Istituto d’Arte e Accademia. Credi che il rigore proposto e lo studio dei classici ti siano stati utili o li ritieni solo una tappa obbligatoria per poter imparare tecniche e acquisire la nozionistica necessaria?
Ania – Il mio percorso formativo, sebbene io abbia davvero frequentato le scuole d’arte, è tutt’altro che classico. Purtroppo l’accademia non ha nulla del rigore e della serietà sperati, è stata solo una cocente delusione e tre anni pieni di dubbi ed incertezze. Ho cominciato a studiare le tecniche pittoriche da sola, seguendo qualche corso online e successivamente iscrivendomi ad una settimana di workshop con i maestri Roberto Ferri e Giorgio Dante, dove per la prima volta ho avuto la possibilità di vedere dipingere dal vivo ed imparare aspetti fondamentali della pittura ad olio.
RFS – Se osserviamo lo sviluppo delle tue opere figurative dal 2014 a oggi notiamo una evoluzione del personaggio femminile che le caratterizza. Da un disegno più pop, forse ispirato anche al Giappone dei manga, sei passata, a partire dal 2017, a figure più classiche, dai tratti più realistici. Come spieghi questo cambio di rotta? È una fase di sperimentazione o una strada intrapresa con coscienza per arrivare ad altro?
Ania – I lavori dei primi anni sono ispirati al movimento pop surrealista americano, un mondo che mi ha affascinata per molto tempo con le sue inquietanti bambine dagli occhi grandi. Il passaggio era un’inevitabile cambio di gusti e voglia di imparare la tecnica dei grandi maestri. Il mio percorso è sempre stato e sempre sarà una sperimentazione; non credo di riuscire a fossilizzarmi su uno stile unico.
RFS – Donne, donne, magnifiche donne: i tuoi personaggi declinano l’universo femminile in una miriade di sfumature differenti. Femmine, madri, bambine, forse fate, ma sicuramente incantatrici. Spiegaci il perché di questa tua scelta così particolare
Ania – Penso sia semplicemente la voglia di esprimere me stessa sotto forme differenti.
RFS – I volti delle tue donne, soprattutto nei lavori che ti hanno resa famosa al grande pubblico, sono riconoscibili per le fattezze tipiche dello stile “cartoon” del surrealismo pop: visi infantili, teste grandi, espressione sempre triste. Cosa ci puoi dire di questa tua scelta stilistica?
Ania – Erano fattezze che mi piacevano molto ed erano divertenti da dipingere. Ora sinceramente non riuscirei più a riproporle, per questo alcuni dei volti sono neri. Non so ancora bene cosa ci sarà sotto.
RFS – Gli scoiattoli e i buffi animaletti che fanno compagnia alle tue donne chi sono e cosa rappresentano? Confidenti? Spettatori incuriositi?
Ania – Rappresentano la parte oscura che accompagna ognuno di noi ogni giorno.
RFS – La tua arte sembra affondare le radici in un solido substrato classico, quasi rinascimentale. Anche la scelta della tecnica a olio, in un mondo di digital art, appare quasi in contrasto con i personaggi dei tuoi primi lavori. Strada percorsa grazie ai tuoi studi accademici? O scelta “di cuore”, più che di testa?
Ania – La tecnica della pittura ad olio mi ha sempre affascinata per la sua complessità e versatilità. Sicuramente si tratta di una scelta di cuore, è un’emozione unica scoprire sempre qualcosa di nuovo e metterlo in pratica.
RFS –Un paesaggio, un incontro, un’emozione, un colore, una musica… Dove e come trai l’ispirazione per i tuoi nuovi disegni?
Ania – Ovunque ci sia. Penso costantemente a nuovi lavori, rielaboro quelli più vecchi, guardo immagini di altri artisti, le studio. L’ispirazione è davvero da tutte le parti.
RFS – I tuoi ultimi lavori mostrano donne senza volto, volutamente nero o dissolto. Dopo anni in cui il viso, e le emozioni in esso celate, sono stati al centro della tua opera cosa rappresenta questo cambiamento?
Ania – Un viso nero non copre le emozioni ma ne svela di più complesse e mature. I miei personaggi stanno cambiando identità e non sembra per niente un percorso facile.
RFS – Come sai il nostro blog scrive di letteratura, ed è rivolto in particolare agli amanti del genere fantasy. Innegabile ammettere che una copertina accattivante, che stuzzichi la fantasia sia uno dei veicoli maggiori all’acquisto; sicuramente i nostri lettori sono curiosi di sapere quali sono le tue letture preferite, e sappi che sulle tue donne si potrebbero scrivere romanzi interi!
Ania – Sebbene Orwell sia il mio scrittore preferito, ed il genere distopico quello che prediligo, adoro sicuramente anche il fantasy. Dai più classici come il magnifico “Signore degli anelli” al contemporaneo “Trono di spade”. Uno dei libri che ho preferito negli ultimi anni è “La farfalla d’ombra” di Yali aou Ametistha.
RFS – A proposito di letteratura: alcuni dei tuoi lavori sono stati scelti dall’autore francese Eric Fagny per le copertine dei suoi libri. Parlaci di questa esperienza: è stata la prima volta che hai avuto occasione di collaborare con il mondo della letteratura? Fagny ha utilizzato alcuni dei tuoi disegni più famosi; hai mai pensato di realizzare delle copertine su richiesta esplicita di un autore?
Ania – Eric mi ha trovata su facebook ed i miei lavori gli sono piaciuti davvero molto. Mi ha chiesto i diritti per alcune opere ed io ho accettato. Realizzerei molto volentieri copertine di libri con il mio stile!!!
RFS – Parlaci di cosa stai facendo in questo momento: cosa bolle in pentola? In quale mostra, nel prossimo futuro, potremo vedere i tuoi lavori?
Ania – In questo momento è in corso la mia personale “Omen” a San Francisco con 12 lavori ad olio nuovi. Per il 2019 ho in programma alcune collettive negli Stati Uniti e Giappone.
RFS – Ultima domanda che ti vorremmo fare: quale percorso formativo consigli a un giovane che volesse seguire il suo sogno e sperimentarsi nelle arti grafiche?
Ania – Il mio consiglio è di fare tantissima ricerca, anche interiore. Capire che cosa interessa veramente per decidere il percorso formativo è fondamentale. Il passo successivo è informarsi sulle possibilità che le varie scuole offrono. Per chi vuole fare pittura classica invece, sconsiglio vivamente le accademie di belle arti. Esistono scuole molto più serie ed atelier di artisti professionisti a cui ci si può rivolgere per avere una formazione tecnica completa.
Grazie Ania della cortesia e gentilezza che ci hai riservato, è stato un onore e un piacere ospitarti qui nel nostro blog!