Recensione: “Come sedurre il capo” di Natasha Madison (Tempt serie #1)
Care Fenici, oggi Sax ci parla di “Come sedurre il capo” di Natasha Madison (Tempt serie #1)
Lauren
Tornare al lavoro doveva essere una transizione indolore, ma quando il mio nuovo capo si rivela essere uno stronzo arrogante e presuntuoso, la mia vita professionale si è trasformata in una vera tortura. D’accordo, averlo chiamato stronzo prima di sapere che fosse il mio capo non è stata la migliore delle scelte. Odiarlo dovrebbe essere facile. Solo che non avevo messo in conto che fosse così fantastico e affascinante, quando non mi provoca.
Austin
Mi aspettavo che la mia nuova segretaria fosse professionale e puntuale, ma finora ci sono stati solo occhiatacce e commenti sgarbati. Quella piccola furia meriterebbe il licenziamento, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare è di farla piegare sulla mia scrivania e infrangere ogni regola che mi sono auto-imposto. Uno sguardo. Un tocco. Una notte. Se infrangiamo le regole, le nostre vite non saranno mai più le stesse.
Fortunatamente, le regole sono fatte per essere infrante.
E poi, è così bello sedurre il capo.
Questo è sicuramente uno dei romanzi più esilarante che io abbia letto, una vera medicina per rallegrare lo spirito.
L’inizio non è dei più allegri, però già dalle prime pagine si capisce la bravura dell’autrice e della traduttrice (cosa altrettanto importante), le emozioni traspirano dalle righe e riescono a comunicare tutta l’angoscia e la sofferenza della protagonista, come se fossimo noi in prima persona a provarle; scene scritte divinamente.
Lauren si ritrova a una brusca svolta nella sua vita: dopo anni passati a occuparsi solo dei suoi due bambini, di suo marito e di tutti i loro bisogni, deve reinserirsi nel mondo del lavoro e la cosa la spaventa. Qui incontra Austin, il suo capo despota e maleducato, i due fanno subito scintille e il loro interagire rasenta il comportamento di due adolescenti dispettosi.
Dopo numerosi scherzi demenziali, finalmente le scintille si trasferiscono tra le lenzuola e devo dire che anche qui si vede la bravura dell’autrice: nonostante le scene siano molto osé e il linguaggio abbastanza spinto, l’insieme non risulta volgare anzi è una piacevole novità. Dopo aver letto numerosi romanzi in cui lei è timida, o comunque troppo pudica per parlare esplicitamente di sesso, ci voleva proprio una protagonista che dica chiaramente quel che vuole e quel che le piace senza scadere nel volgare.
Se ne è andata via cinque minuti dopo essere arrivata, mentre io mi sono seduto sul divano, a guardare l’esterno dell’ufficio, verso la scrivania di Lauren. Dopo circa mezz’ora, mi sono reso conto che non era ancora tornata, così le ho mandato un messaggio. Okay, ho fatto lo stronzo, ma sul serio, dov’era? Stava pranzando con Steven? O con qualcun altro?
Poi, però, è entrata in ufficio e mi ha sbattuto la busta con il pranzo sul tavolino davanti a me e vi ha appoggiato accanto una tazza con della Coca Cola.
A quel ricordo, mi tiro su sedendomi dritto. Mi ha drogato, cazzo!
Mando immediatamente un messaggio a Noah.
Io: La mia segretaria mi ha messo il lassativo nella Coca.
Non devo aspettare a lungo, prima che mi mandi un messaggio composto solo di risate e faccine che piangono.
Gli rispondo con una con il dito medio.
Io: Mi ha drogato. Credevo di morire. Stavo per chiamare il 911.
Noah: Hai quasi chiamato il 911 perché avevi la cacarella?
Poi fa seguire un messaggio con delle faccine a forma di cacca.
Scuoto la testa: questo non è uno scherzo, sono quasi morto. La roba che mi è uscita fuori… Non credevo fosse umanamente possibile essere così pieno di merda.
Io: Devo fargliela pagare.
Noah: Ehi, addirittura? Non sai nemmeno se sia stata lei.
Io: Ho una sensazione di pancia.
Noah: Ah, ah, ah! Ti è rimasto ancora qualcosa dentro la pancia? Forse quello che senti è il vuoto.
A quel punto, non perdo nemmeno tempo a rispondergli. Sbatto giù il telefono e mi alzo lentamente, afferrando una bottiglia d’acqua. La fisso con attenzione, per assicurarmi che non sia stata manomessa, prima di aprirla e cominciare a bere.
La storia è scritta a punti di vista alternati e questo la rende ancora migliore perché, secondo me, la possibilità di vedere l’evolversi della trama da ambedue le parti coinvolte fa sì che sia più completa ed esaustiva.
Non credo di aver mai riso così tanto leggendo un libro, avevo le lacrime agli occhi, una lettura veramente deliziosa che ha rallegrato questi giorni così stressanti (perché, diciamocelo, le feste stressano) ve lo consiglio caldamente, non potete perdervelo.