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Recensione: “Il giuramento di Sir Hugh” di Elisabeth Hobbes

Buongiorno Fenici amanti del grande romanzo storico! Oggi Lucia ci parla di “Il giuramento di Sir Hugh” di Elisabeth Hobbes

Sir Hugh di Eardham è un uomo d’onore, e da anni si impegna a mantenere la promessa, fatta allo zio morente, di essere leale al cugino Stephen, Duca di Roxholm, cercando di contenerne l’indole oscura e pericolosa. Per questo motivo asseconda Stephen anche quando questi lo incarica di rapire la bellissima nipote del Signore delle Cinque Province, al fine di ricattarlo e di strappargli il titolo. Tuttavia, durante il viaggio di ritorno Hugh ha modo di conoscere la determinata e intraprendente prigioniera, e di innamorarsene. Sa che il suo compito è rimanere fedele al giuramento prestato, ma l’idea di rinunciare a lei e consegnarla alle malevole grinfie del cugino per la prima volta fa vacillare il suo cuore, lacerato tra dovere e amore.

 

Ignorando l’ordine di Sir Hugh, Aline non era salita sul carro. Era rimasta ad assistere inorridita all’attacco del lupo. Impietrito dalla paura, Jack era rimasto fermo a piagnucolare, ma poi il grido di dolore di Sir Hugh aveva spezzato lo stato di paralisi in cui i due uomini erano piombati. Mentre Jack brandiva il coltello usato per disossare senza avere il coraggio di usarlo, Aline aveva raccolto la balestra. Respirando lentamente per mantenere la calma, aveva preso la mira e scoccato la prima freccia. Con dita tremanti, ne aveva caricata un’altra e aveva teso la balestra, ma quel secondo colpo non si era reso necessario. La sua mira non l’aveva tradita, e ora la belva giaceva morta.

La morte della sua famiglia ha portato Aline a diventare l’erede del nonno, il Signore delle Cinque Province, e ora Aline ha un unico compito, trovare un marito che governi con lei. Purtroppo, però, il tradimento ordito all’interno della sua corte favorisce il suo rapimento da parte di Sir Hugh, incaricato di portarla al cugino Stephen, Duca di Roxholm. Durante il viaggio, Hugh rimane affascinato da questa ragazza indomabile e pur non potendo sottrarsi al volere del cugino e a una promessa fatta allo zio molti anni prima, tenta di esserle amico e le dà consigli su come comportarsi con Stephen. Ma la ragazza non è disposta a sottomettersi e ben presto si ritrova in una cella, dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio del Duca e avere assistito a uno dei suoi improvvisi e imprevedibili scoppi d’ira. Stephen odia Hugh e i loro rapporti subiranno drastici cambiamenti durante la prigionia di Aline. Il comportamento del cugino, infatti, finirà per ledere quella lealtà mal riposta che ha sempre impedito a Hugh di opporsi. Aline, però, non riesce più a fidarsi completamente e, una volta ritrovata la sua libertà, si appresta ad avere la sua vendetta.

Aline, pur essendo una donna, è perfettamente cosciente del suo valore e anche durante il rapimento si dimostrerà piena di coraggio e di orgoglio. In un primo tempo non capisce come un uomo che sembra onorevole come Hugh possa essere agli ordini di un uomo come Stephen, un Duca che tutti, nel suo palazzo, temono per i suoi scatti e la sua crudeltà. Il poco tempo che riesce a passare con il cavaliere, tempo che suscita in Stephen una grande gelosia, la porta ad innamorarsi di Hugh, ma quando il giovane sembra abbandonarla nelle mani del cugino, e le impedisce di ucciderlo, si sente tradita. Non è disposta ad arrendersi, niente sembra farla demordere, e grazie alla sua grinta riesce a ritrovare la libertà, e, una volta al potere, si rivelerà in grado di gestirlo e di dimostrarsi estremamente dura versa coloro che l’hanno tradita.

Hugh, dall’altra parte, è vincolato da un giuramento che gli impedisce di lasciare il servizio del Duca se non scacciato. Lo zio gli ha fatto promettere, prima di morire, di restare e mitigare il carattere imprevedibile del figlio e Hugh si sente troppo colpevole per non farlo. Pur se l’animo del cugino è sempre stato ombroso e tendente alla violenza, un episodio del passato che lo vede protagonista potrebbe, a detta dei medici, aver aggravato la sua situazione mentale. Anche Stephen, il cattivo di turno, risulta affascinante, molto somigliante al protagonista, dalle fattezze piacevoli, ha momenti di rabbia che lasciano poi il posto a tentativi di seduzione. Sa bene che Hugh gli è stato messo accanto per mitigare il suo carattere, e pur dandogli ascolto, lo odia profondamente. Una particolarità di questo romanzo è il tentativo, da parte dell’autrice, di dare una spiegazione alla cattiveria del personaggio, tirando in ballo una sorta di malattia, anche se non sembra giustificarlo.

È uno storico davvero ben scritto quello che la Hobbes ci regala, due personaggi estremamente interessanti, dai caratteri forti e risoluti, una storia d’amore sofferta e che sembra non poter avere nessun lieto fine. Le scene passionali sono molto poche, ma c’è tantissima azione a riempire le pagine di questo libro, che non ha mai davvero un attimo di noia e che risulta una piacevole lettura.

 

 

 

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