Recensione: “Illusioni sommerse” di Cristiano Pedrini
Care Fenici, oggi Aina ci parla di “Illusioni sommerse” di Cristiano Pedrini
Norman Foster, un importante e acclamato scrittore, sta per presentare uno dei libri più attesi dell’anno alla Victoria Hall, una delle librerie più prestigiose di Londra. I suoi titoli sono sempre stati coronati dal successo del pubblico, dopo il felice e misterioso esordio avvenuto anni prima. Tra il pubblico, ad assistere a quell’avvenimento, lo attende Jayce Cavendish, rampollo di una facoltosa famiglia americana. La sua presenza non è altro che l’ennesimo tassello che egli, con pazienza e perseveranza, ha posato per completare il mosaico della sua vendetta personale che avrà come epilogo la morte inattesa dello scrittore. Sarà compito dell’ispettore di Scotland Yard Cedric Devonshire scoprire chi si nasconde dietro la scomparsa dell’autore e suo malgrado accettare l’invito di Jayce, conscio di essere uno dei principali sospettati, a riunire nella sua residenza di Keswich tutti coloro che avevano conti in sospeso con la vittima. Un giallo romantico e intenso, dove amore, morte e vendetta fluttueranno davanti agli occhi dei protagonisti trascinandoli in un’avventura piena di suspense, azione e passione.
Si tratta di una storia principalmente di genere poliziesco che si intreccia a una leggera trama romance e a un dramma personale del protagonista. La componente romantica è in realtà molto leggera e imprevista, portata a compimento rapidamente con i crismi di una bella fiaba.
“Jayce e Julian erano diversi in molti aspetti, carattere, modo di porsi, gusti, ma quel loro desiderio di essere l’uno nei pensieri dell’altro, cullati dal silenzio della loro intimità, era il più potente dei legami e nulla al mondo sembrava capace di scioglierlo.”
Lo stile è ricco di aggettivi e frasi complesse, verboso, a tratti onirico, che ben descrive un personaggio tormentato che si atteggia a presuntuoso e irraggiungibile. Personaggio che non trae in inganno un detective in grado di leggerlo davvero, capace di intuire un’identità fragile nascosta dietro a questa maschera di freddezza.
Non voglio soffermarmi sui dettagli dell’indagine, che ho trovato comunque ben costruita nell’impianto misterioso e nei suoi elementi centrali: un delitto, diversi indizi di colpevolezza e diversi possibili assassini.
Interessante il modo in cui si agganciano le vicende personali di ogni sospettato; vicende piuttosto forti, tanto da toccare anche un discreto livello di violenza.
Nel complesso ho attribuito un giudizio di quattro stelle, tenuto conto che si tratta di un romanzo breve, e che quindi la vicenda è priva di approfondimenti e sviluppi che avrebbero potuto arricchire la trama di un romanzo più lungo. Il giudizio non tiene conto della cover, che non dà indicazioni rilevanti sul contenuto né sullo stile.
“«Jayce…» gli disse. Stavolta il suono del suo nome gli fece battere il cuore all’impazzata, lasciandolo indifeso dall’eccitazione che non riusciva a dominare. «Non è importante quanto aspetti ma chi aspetti, crogiolandoti nel piacere di essere a un passo dalla metà più ambita. Non l’hai voluta né cercata, è semplicemente arrivata con il suo incredibile carico di spietata bellezza.»”