Recensione: “Le ragazze della villa delle stoffe” di Anne Jacobs
Nell’avvincente secondo volume della saga, un susseguirsi di colpi di scena e nuovi amori raccontati dal punto di vista speciale degli intriganti domestici della villa.
Augusta, 1916. Sono passati tre anni da quando la giovane orfana Marie bussò alla porta della maestosa Villa delle Stoffe, in cerca di un impiego come domestica per la ricchissima famiglia Melzer. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi un giorno ai piani alti, come moglie di Paul Melzer, erede dell’impero dei tessuti. Ammirata e invidiata dallo stuolo di cameriere e servitori che un tempo erano suoi pari, Marie non riuscirà però a godere a lungo della sua fortuna: la brutalità della Grande Guerra irrompe ben presto nel mondo incantato della villa, trasformata in un ospedale militare dove i feriti vengono accolti dalle amorevoli cure delle ragazze di casa. Intanto Paul è costretto a partire per il fronte, così come i mariti di Kitty e Lisa, mentre il palazzo e la fabbrica di stoffe si riempiono di nuovi personaggi: il giovane dottor Moebius, che con i suoi sorrisi incanta le domestiche e le infermiere; Grigorj, il prigioniero russo costretto a lavorare nello stabilimento, il cui sguardo cupo trafigge il cuore della sguattera Hanna; e infine il malinconico tenente Ernst von Klippstein, che sembra non avere occhi che per la bella signora di casa. Ma mentre Marie tenta l’impossibile per risollevare le sorti dell’azienda, giunge la notizia sconvolgente che il suo amato Paul è disperso in guerra, e la speranza di riabbracciarlo si fa sempre più tenue ogni giorno che passa…
Secondo appuntamento con la saga creata da Anne Jacobs e iniziata con la storia di Marie che si fa assumere a casa Melzer dopo che il padrone, socio del padre di lei, ha visto sparire nel nulla i progetti per nuove e più potenti macchine tessitrici.
Ora la giovane ha coronato la storia d’amore con il bel figlio del padrone e attende la nascita di due gemelli.
Già alla fine del primo libro abbiamo visto addensarsi sulla Germania le nubi oscure della Grande Guerra ed essa ha preso ormai possesso completo della vita degli abitanti della Villa delle stoffe e ne sconvolge l’esistenza.
Rinnovata energia permetterà alle donne Melzer di aprire un ospedale nella grande casa e in questo modo sentirsi più utili alla patria e ai mariti di ciascuna di esse, sparsi sui campi di battaglia dell’Europa.
Il romanzo è molto lungo perché attraversa gli eventi di tutti i protagonisti raccontandone gioie e drammi sino al termine della Prima Guerra Mondiale; evidenzia con particolare cura le situazioni di malcontento in Germania: la crisi delle fabbriche, gli sforzi dei loro proprietari di reinventarsi e la nascita di movimenti sindacali di sinistra.
Attraverso le vicende del domestico Humbert, del prigioniero di guerra di cui la giovane Hanna favorirà la fuga e di tutti gli altri uomini della famiglia viene evidenziata l’inutilità e la carneficina di questa guerra che rappresentò per l’Europa uno dei suoi momenti più bui.
Le storie sentimentali dei protagonisti, seppure presenti, spesso passano in secondo piano rispetto alla visione più ampia sulle sorti del conflitto.
Ho trovato questo romanzo maggiormente sviluppato dal punto di vista storico e psicologico rispetto al primo, ma leggermente penalizzato da un lento scorrere delle vicende che lo rende piuttosto impegnativo. Rimane anche leggermente più arido rispetto al precedente per quanto riguarda i sentimenti dei protagonisti che avrebbero dovuto essere ampliati maggiormente.
La villa delle stoffe
Le ragazze della villa delle stoffe