Recensione:”Stupefacente banalità” di Pitti Duchamp
«Vuole essere trattata come una donna o come un cliente?»
«Come cliente, ci mancherebbe!» rispose Mimì senza guardarlo negli occhi.
«Peccato, mi sarebbe piaciuto di più che avesse scelto la prima opzione.»
Lui è il manager di punta di un’azienda produttrice di macchinari agricoli, malato di lavoro. Lei una ex modella con figlio problematico a carico, che tenta di riciclarsi nel mondo dell’agricoltura senza la minima preparazione. Lui fa della calma e del sangue freddo le sue migliori virtù, lei dell’ansia il suo peggior difetto. Tra ricordi dolorosi che affiorano inesorabili dal passato, crisi post adolescenziali di un figlio cresciuto senza padre e problemi economici di ogni sorta, una storia solo apparentemente banale si fa strada tra le piante di ulivo della nostra splendida toscana, diventando piano piano … stupefacente!
Un nuovo, intrigante ed emozionante romanzo dalla penna d’oro di Pitti Duchamp che, dopo Frittelle al miele e altre dolcezze, edito sempre da Dri editore, e la fenomenale serie D’amore e d’Italia, ci racconta una bella storia moderna, ambientata tra Roma, Firenze e le campagne di Vinci.
Raimondo è un bravo commerciante, che si dedica esclusivamente all’azienda per la quale lavora e vende macchine agricole con una perizia e un acume che ne fanno un vero e proprio scienziato del commercio, un analista dell’affare e adoratore del profitto.
Non ha tempo per le donne Raimondo, né tantomeno ne ha per la proprietà di campagna che il babbo gli ha lasciato, assieme a una montagna di debiti e un contadino, ormai anziano, da mantenere e stipendiare.
Raimondo se ne vuole liberare, perché a lui interessa solo il suo stupendo attico sopra i tetti di Firenze e vuole recidere il legame con la sua terra.
Il destino, che mette tutti alla prova, getterà sulla sua strada Niccolò, un ragazzone grande e grosso che degli “amici” infami fanno ubriacare e abbandonano per la strada in coma etilico. Raimondo non ci pensa due volte a caricarselo in spalla e a trasportarlo all’ospedale.
Qui incontrerà Artemisia, Mimì per gli amici, un’ex modella con un figlio scapestrato e pericolosamente in bilico verso l’autodistruzione a causa di alcol e droga. Raimondo cercherà di aiutare Niccolò, di dargli una raddrizzata e uno scopo per reagire, perché il ragazzo somiglia troppo a com’era lui a quell’età e perché la sua coraggiosa mamma non merita di soffrire.
Purtroppo, c’è una piccola questione da sistemare: Mimì è anche la proprietaria di una delle più grandi concessionarie di mezzi agricoli del Lazio e Raimondo aspira a farle firmare un contratto di fornitura in esclusiva con la sua azienda… ma siamo sicuri che lo scopo dell’uomo sarà solo questo?
La vita cambierà per entrambi e le priorità saranno altre…
Un romanzo che è uno spettacolo, un tuffo nella freschezza e nella vivacità di personaggi veri e reali, eppure stupendamente fantasiosi nella loro Stupefacente banalità.
Imperdibile.
Un nuovo centro nel cuore dei lettori per Dri Editore…