Recensione: “La scelta di Jordan” di Marianne B. Archer
Inghilterra, 1264.
Sir Jordan di Belcourt, luogotenente di un barone spietato, non esita a servirsi della forza per svolgere i suoi compiti con fredda determinazione, e per questo è uno degli uomini più temuti della baronia. Ma a Lady Rosaleen di Lashford, prigioniera nel suo maniero per il sospetto coinvolgimento nella fuga della figlia del barone, non riesce a riservare fino alle estreme conseguenze il solito trattamento inflessibile e autoritario, scoprendosi affascinato, incuriosito e insieme irritato dalla sua caparbietà nel proteggere chi le è caro. Giorno dopo giorno, durante quella convivenza forzata, Rosaleen vede in Jordan, diviso tra i doveri verso il suo signore e l’attrazione per lei, un uomo più complesso di quanto tutti credono, che le richiama alla mente il protagonista di una ballata su un valoroso cavaliere che offre a una misteriosa regina dai capelli fulvi una rosa nera, come oscuro pegno di salvezza.
Riuscirà Jordan, nella battaglia del suo cuore, a vincere tutti i suoi demoni?
Fonte della trama: HarperCollins Italia
“Quando si ritrasse, ciò che lesse in quegli occhi color caramello, ora sgranati, lo fece sorridere con l’arroganza che gli era caratteristica. Era da tanto tempo che qualcuno non osava sfidarlo. E adesso che era accaduto, una parte di lui si sentiva quasi divertita. Una ragazza dall’aspetto così delicato che avrebbe a malapena retto un paio di frustate, figurarsi. Un fiore che si opponeva a una falce affilata. Una sfida ben strana, che tuttavia esercitava una strana attrattiva.”
Care Fenici, se è un imperturbabile luogotenente dallo sguardo di ghiaccio ciò che state cercando, La scelta di Jordan è sicuramente il libro che fa per voi. Si tratta di un romanzo storico, con ambientazione medievale, nato dalla penna di Marianne B. Archer e pubblicato dalla casa editrice HarperCollins Italia.
Siamo nel 1267 e l’Inghilterra è preda di una vera e propria guerra civile, combattuta tra il re e alcuni baroni ribelli. Jordan di Belcourt, il nostro protagonista, è il braccio armato dello spietato barone Delsey di Albenham. Divenuto orfano in giovane età a causa di una faida tra famiglie, che si è conclusa con lo sterminio di tutti i suoi congiunti, Jordan è cresciuto con l’ardente desiderio di non sentirsi mai più impotente ed è disposto a rinunciare alla sua morale pur di raggiungere il potere.
É proprio quando viene chiamato a svolgere uno dei lavori sporchi per il barone, che il luogotenente conosce Lady Rosaleen di Lashford, rea di essere la sorella dell’uomo che ha aiutato Aislinn, figlia del titolare della baronia, a fuggire.
Rosaleen, figlia di un signore locale caduto in disgrazia, si troverà suo malgrado, alla mercé di Sir Jordan. Ma la giovane donna, fragile e al contempo orgogliosa e audace, riuscirà a smuovere qualcosa nell’animo dell’algido guerriero e lo porterà a riconsiderare tutte le scelte e le azioni compiute in passato.
Lo stile di questa autrice mi ha ammaliata: mi sono ritrovata a evidenziare tanti di quei passi che alla fine mi ci è voluto un po’ di tempo per decidere quale citazione inserire.
L’epoca storica è stata descritta con vivide pennellate dall’autrice. Si respira a pieni polmoni l’aria del medioevo: il feudalesimo con i suoi cavalieri costretti a prestare servizio ai nobili di alto rango in cambio di terre e castelli; i villaggi di contadini soffocati dalle tasse; lo strapotere della chiesa e la vendita delle indulgenze.
I personaggi sono estremamente intriganti. Jordan, in particolare, non è il classico eroe. È fiero, passionale e ingestibile. Il suo è un personaggio tormentato, che non sempre agisce per il bene e che molto spesso nel corso del racconto si trova a oltrepassare il labile confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Lo stile della Archer è fluido e la narrazione in terza persona non allontana il lettore dai personaggi; anzi è resa in maniera tale da indagare profondamente l’animo dei protagonisti. Credo che proprio qui risieda la bravura di questa scrittrice, di cui spero di leggere presto qualche altro romanzo.
Nessuna nota stonata. Nessuna sbavatura. Un libro che consiglio caldamente a quante amano i romanzi storici e sono stanche della solita storia trita e ritrita.