Recensione: Cercasi buon partito disperatamente di Stefania Cantoni
Emma, trentenne e single per scelta, conduce un’esistenza tranquilla, tra un lavoro monotono e una vita sociale inesistente. Se non ci fosse il suo migliore amico Tommaso a trascinarla ogni tanto fuori di casa, passerebbe tutti i sabati sera sul divano, a guardare serie televisive.
La sua routine viene spezzata dalla morte improvvisa della zia Agnese, a cui era molto affezionata. A sorpresa, la cara parente le lascia in eredità la villetta di Borgo dei Larici, in un paesino fuori Milano. Emma potrà trasferirsi lì quando vuole, ma a una condizione: deve sposarsi entro un anno.
Emma entra nel panico.
Dove lo trova un buon partito in così poco tempo?
E soprattutto, sarà pronta a lasciare il suo porto sicuro, per scoprire di che pasta è fatta?
“Forse sei troppo difficile in fatto di uomini, dovresti essere meno critica. L’uomo perfetto non esiste. Tua sorella lo ha capito molto presto e si accontenta. E sai come si dice… chi si accontenta gode, cara mia”
Se cerchi un romanzo breve, che fa sorridere, tra un un briciolo di ironia e la ricerca di sentimenti velati, sei nel libro giusto. Non ti svelerò molto, se non che l’ho letto in un paio d’ore, quindi se i tomi corposi ti spaventano, beh questo non lo è, con i suoi pregi e difetti.
La storia si apre con Emma, che comincia a narrare in prima persona. Se ci fosse stato un “Caro diario…” sarebbe stato quasi perfetto, la scrittura e lo stile semplice mi hanno ricordato moltissimo quando, incavolate nere e inacidite, si marcavano su un quaderno i pensieri più intimi. Qui, più che l’intimità, la protagonista fa uscire il suo carattere lamentoso e semi adolescenziale, talvolta insopportabile. Avete presente un “ti metto a pancia sotto sulle mie ginocchia e un paio di sculacciate ti riportano alla vita”? Ecco una cosa simile, ma l’ironia del tutto salva le descrizioni e ti ruba un sorriso mentre leggi.
La protagonista della storia è Emma, giovane trentenne, disillusa dall’amore pari a un pulcino bagnato sotto la pioggia, con una famiglia ai limiti dell’invadenza e la classica sorella perfettina, o almeno agli occhi di chi la guarda. La morte di zia Agnese sarà l’input per stravolgere la sua vita, trascorsa tra una serie tv e una chiacchiera con l’attraente “io me la spasso con una ragazza diversa ogni sera” (perchè come dice lui Paganini non ripete), Tommy. La zia di Emma le lascerà in eredità un immobile, a patto che nel giro di un anno lei riesca a trovare finalmente un fidanzato e a sposarsi.
No, ma parliamone: perché se una nella vita rimane single è necessariamente una poveraccia? Per Emma assolutamente no, ma il mondo cui appartiene ha altre ambizioni per lei. Cosa farà la nostra paladina delle single? Cercherà un fidanzato o no? L’aiuterà la sua vicina di casa impicciona con cagnolino al seguito, o magari ci metterà lo zampino “l’amico” Tommy?
Non te lo posso dire! Ma forse all’orizzonte arriva qualcuno da farfalle nello stomaco, tra un Daiquiri e un cinghiale: Christian (non fare associazioni mentali con altri romanzi, perché è un buco nell’acqua!), un Uomo con la U maiuscola, di quelli che vogliono tutte ma di cui non si “accontenta” mai nessuna.
Lettura leggera, adatta secondo me a lettori anche giovanissimi, che sicuramente perdoneranno alcune scivolate nell’editing.
Ho trovato la trama davvero carina, ma la brevità del romanzo non aiuta a insinuarsi nella psiche dei protagonisti e, sebbene non vi siano momenti di stallo nella narrazione, si giunge alla fine del libro in modo frettoloso. Un altro centinaio di pagine avrebbero permesso all’autrice di farci conoscere meglio la storia d’amore e i conflitti che si susseguono, permettendone un’immedesimazione con maggiore pathos.