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Doppia recensione: Lucilla la luce dei Normanni di Francesca Cani serie Gli eredi di Holstein prequel

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Voto di Emanuela
Voto di E.L. Corner

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immagine a cura di Emanuela

TITOLO: La luce di normanni
AUTORE: Francesca Cani
SERIE: Gli eredi di Holstein, romanzo prequel
GENERE: Historical romance
EDITORE: Leggereditore
PAGINE: 404
PREZZO: €16,00 (Cartaceo), €4,99 (E-book)
DATA DI PUBBLICAZIONE: 13 Marzo 2020
Uscita del cartaceo rimandata dopo il blocco per Covid-19

La serie Gli eredi di Holstein è così composta:

0,5. La luce dei normanni (prequel)
1. Tristan e Doralice – Un amore ribelle
2. Jonas e Viridiana – Il cuore d’inverno
3. Andreas e Zoya – Il fiore di pietra

Anno Domini 1069.
Filippo di Lacus è l’unico erede di un feudo saccheggiato, l’ultimo rimasto in vita di un’antica famiglia e la sua spada è la sola che può reclamare vendetta. In battaglia lo chiamano il Falco, poiché egli non nutre pietà né emozioni. La forza fisica è la sua sola alleata, finché il destino lo porta a sud.
Nella terra di Puglia dove regnano Roberto il Guiscardo e Sichelgaita di Salerno, Filippo incontra una giovane che con la sua luminosa presenza riesce a diradare le sue tenebre.
Lucilla d’Altavilla è innocente, sincera e desidera la libertà, ma suo zio vuole per lei un marito potente e i Normanni la destinano proprio al Falco di Lacus. Lucilla che con il suo canto ammalia la corte non sa che sarà consegnata proprio a colui che il suo cuore teme e sogna in egual misura.
La giovane viene data in sposa a Filippo, Lucilla è ormai sua e non può opporsi. Proprietà di un soldato che non sa provare amore, diviene signora di un castello in rovina, vittima di un complotto che ha radici profonde.
Intanto gli eserciti marciano sulla polvere in cerca di un manoscritto, un leggendario ordine di cavalieri si oppone ai malvagi e Lacus è il centro del mistero. Ma sulle sponde del lago di Garda, dalle ceneri di un uomo, nasce un legame fatto di sguardi e carezze mentre la magia di un’estate rende immortale un sentimento che nemmeno le prove più aspre potranno spezzare.

Recensione a cura di Emanuela  

Care Fenici,
ho letto con grande attenzione questo nuovo romance storico scritto da un’autrice tra le più rappresentative del nostro panorama italiano e sono rimasta veramente sorpresa e coinvolta per più di un motivo. Prima di tutto, il ritmo e la cruda e avvincente tensione narrativa che vi ho trovato, sono tipici di un action book più che di un romance nel senso stretto del termine. Secondariamente, i due protagonisti sono scorze dure, impavidi seppure su differenti livelli e in diverso modo e spietatamente reali.
Filippo di Lacus non è il cavaliere senza macchia e senza paura che ci si aspetta in un romance storico ma un uomo duro, distrutto nell’animo, assetato di vendetta, alla ricerca dello scontro all’ultimo sangue, incapace di amare e di essere amato… che peraltro è il suo ultimo pensiero. Un’anima nera insomma, che spande attorno a sé dolore e buio.
Lucilla è una bionda luminosa, amante della musica e del sapere. Temprata da un passato difficile e doloroso a causa della perdita dei suoi cari, consapevole di essere solo una pedina nelle mani dello zio intenzionato a servirla su un piatto d’argento al miglior offerente. Una donna ben lontana dall’essere una stupida pupattola quindi.
La storia d’amore tra i due, ben presto sposi, sarà intensa e coinvolgente. La luce di Lucilla intaccherà lentamente il buio di Filippo e rinsalderà il loro matrimonio grazie anche a un’intensa passione. La grande attrazione sessuale che li lega da subito in amplessi bollenti, un fine comune di riscatto e la volontà di andare oltre l’odio e la vendetta creerà un forte legame, ma il cammino per il lieto fine sarà però lontano e passerà attraverso terribili sofferenze.
Il clima e l’epoca in cui si svolge il romanzo sono ampiamente descritti con dovizia di particolari e accuratamente ricostruiti contribuendo a costruire uno scenario perfetto in cui i due protagonisti si muovono e agiscono.
Figure realmente esistite come Sichelgaita di Salerno, suo marito Roberto il Guiscardo e Matilde di Canossa, si muovono abilmente inserite nella finzione del romanzo, rendendolo convincente e ancora più appassionante.
Una lettura bellissima che fa veramente sospirare fino alla fine, un grande e nuovo imperdibile successo per Francesca Cani.
Sorprendente!

Recensione a cura di E.L. Corner

Il libro è il prequel della serie sugli eredi di Holstein; Tristan e Doralice: un amore ribelle
Jonas e Viridiana: Il cuore d’inverno e Andreas e Zoya: Il fiore di pietra e racconta la storia di Filippo e Lucilla, i genitori di Doralice.
Ci ritroviamo pertanto a fare un salto indietro nel tempo per ripercorrere il racconto della storia d’amore di Filippo e Lucilla. Nel libro ritroviamo alcuni importanti personaggi storici agli albori della loro giovinezza, come Matilde di Canossa, e conosciamo altri interessanti protagonisti celebri della storia dell’epoca come Roberto il Guiscardo e Sichelgaita di Salerno.
Filippo di Lacus, a causa di un efferato episodio di violenza, resta l’unico erede del feudo di Lacus. I genitori e le sorelle vengono barbaramente trucidati da un attacco di un gruppo di soldati mascherati mentre lui sopravvive nonostante le torture e le sofferenze a cui viene sottoposto. Le violenze subite però lo cambiano radicalmente nell’animo. Da quel momento in poi la sua vita è improntata alla ricerca dei colpevoli dell’attacco al castello di Lacus e della morte dei suoi cari.
Tutto ciò che vuole è scovare i mercenari brutali e feroci che gli hanno tolto gli affetti, la casa e mutato per sempre il suo destino. Il percorso lo porta ad affinare le sue abilità di guerriero anche per mare, ma nel contempo lo trasforma in un uomo violento, furioso, crudele, un uomo in realtà molto simile ai carnefici che sta braccando.
Filippo e Lucilla si conoscono in modo rocambolesco e inaspettato. Si guardano, si studiano con sospetto e diffidenza. Ma l’attrazione tra di loro è fortissima e incontrollabile fino dall’inizio, un sentimento che si sviluppa nonostante incomprensioni ed ostacoli. I nostri protagonisti verranno coinvolti, loro malgrado, in una misteriosa storia e nella lotta politica tra l’imperatore del sacro romano impero e il pontefice. La forza del sentimento che scorre tra loro li porterà ad affrontare enormi difficoltà ed ostacoli, a combattere con coraggio contro ogni avversità e traversia che la vita gli porrà di fronte.
Francesca Cani conferma anche in questo libro, il suo amore smisurato per la storia dell’epoca. Ancora una volta ci catapulta nel contesto storico della vicenda ponendo l’accento su personaggi realmente esistiti che hanno vissuto in quegli stessi anni. Durante la lettura si riesce ad immaginare benissimo lo sviluppo della vicenda e visualizzare luoghi, personaggi ed eventi. Il contesto storico, complesso e instabile in cui le ambizioni e le vicende politiche e diplomatiche vanno di pari passo con episodi di guerra violenti ed efferati, è descritto magnificamente.
Il libro può anche essere letto senza aver letto gli altri tre che in linea temporale gli succedono. Per godere appieno della storia e degli eventi io però consiglio di leggere anche gli altri Tristan e Doralice : un amore ribelle, Jonas e Viridiana: Il cuore d’inverno e Andreas e Zoya Il Fiore di Pietra.
Un pensiero finale lo dedico al fatto che in questo volume riesco anche a percepire il percorso di crescita e sviluppo di Francesca Cani come scrittrice, come se tutta l’ esperienza maturata con i volumi precedenti si fosse concentrata in questo ultimo libro. Si percepisce insomma una grande ricerca di miglioramento e perfezionamento che si riverbera nella scrittura, nella contestualizzazione anche storica delle vicende, nella caratterizzazione dei personaggi e nel racconto emozionante delle avventure dei protagonisti.

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