Recensione: “La casa dei fiori selvatici” di Mathangi Subramanian
Autore:
Data di uscita: 12 marzo 2020
Sono in cinque. Cinque ragazze nate lo stesso anno a Paradiso, una baraccopoli ai margini di Bangalore. Tutte e cinque sanno che il mondo segue regole ben precise. Se sei un maschio, passerai l’infanzia a giocare con gli amici, poi i tuoi genitori ti faranno studiare e ti daranno l’occasione di migliorare la tua vita. Se sei una femmina, baderai subito alla casa e ai fratelli più piccoli e difficilmente andrai a scuola, perché tanto ti aspetta il matrimonio, ovviamente combinato. Se sei una femmina di Paradiso, ti toccherà pure fare tutto questo da sola, perché tua madre sarà al lavoro, per compensare le mancanze di un padre assente o fannullone, o entrambe le cose. A Paradiso, sono le donne a occuparsi di tutto, senza mai ricevere niente in cambio. Eppure loro cinque non si arrendono. Imparano a prendersi cura l’una dell’altra. Imparano a guardare oltre le differenze di razza e di religione. Imparano a nutrire non solo lo stomaco, ma anche l’anima, e a sfruttare ogni trucco, dal ricatto alla conversione, pur di restare a scuola. E, quando arrivano i bulldozer a radere al suolo la baraccopoli per costruire un centro commerciale, imparano a lottare per salvare il quartiere. Perché il loro può anche non essere un paradiso, tuttavia c’è un’infinita bellezza nascosta tra le tende lacere e i tetti di lamiera, tra il giallo delle scavatrici e il grigio del cielo. È la bellezza della solidarietà e della speranza. La bellezza dell’amore e del riscatto. La bellezza di un luogo che è – sempre e comunque – casa.
Bangalore è una città del sud dell’India, che sta espandendosi in fretta: i grattacieli vengono su come funghi dopo un giorno di pioggia, e i centri commerciali affascinano con le loro esplosioni di luci e colori. Ma la città scintillante deve fare i conti con un altro lato di se stessa. I suoi bagliori non riescono a illuminare la parte più remota, la periferia delle baraccopoli. Incredibile come in posto del genere possano convivere due facce così contrastanti tra loro, ma il governo, che vuole dare un volto nuovo a Bangalore, ha un piano ben preciso: distruggere tutte le baraccopoli, dimenticando però che la gente fragile, distrutta, che vi vive ha bisogno di aiuto, perché nessuno vorrebbe restare in posti come quello.
In questo nostro viaggio, saremo testimoni proprio dell’abbattimento di una di queste: Paradiso. È uno dei tanti luoghi in cui le donne s’identificano solo in quanto mogli dei loro mariti e madri dei loro figli, uno dei tanti, troppi a dire il vero, dove ci sono milioni di ragioni per ritirare una bambina da scuola, ma nessuna è mai valida. Paradiso noi la vivremo dal suo interno, attraverso gli occhi delle donne che vi abitano; chi è stata amata con passione e abbandonata barbaramente, chi ha dovuto imparare a fare la mamma dopo essere stata abbandonata dalla propria, chi ad amare senza mai aver ricevuto amore, chi ha dovuto crescere una figlia dopo che il padre se n’è andato, ma soprattutto, la conosceremo seguendo le vicissitudini di cinque amiche adolescenti.
Il racconto della vita di queste ragazze, che lottano ogni giorno per non farsi schiacciare da un sistema societario maschilista, riuscirà ad affascinarvi, un sistema ove far studiare una femmina viene considerata una perdita di tempo e di soldi, ove obbligarle a lasciare la scuola e sposarsi appena adolescenti, è la normalità. Ciascuna di loro vi lascerà un’emozione particolare nel cuore, imparerete a conoscerle e rispettarle, vi immedesimerete con i loro problemi e molto spesso vorreste semplicemente abbracciarle.
Queste giovani donne sanno che la propria adolescenza è un territorio da difendere, dal quale bisogna tenere fuori gli intrusi ed evitare i disastri con mosse strategiche studiate a tavolino, per poter essere in grado di diventare molto più di quanto qualunque uomo possa pensare di loro, con la consapevolezza che la questa è una guerra contro un sistema prettamente maschilista e patriarcale, ma che può ancora esser vinta.
Paradiso, per voi, alla fine di questo racconto non sarà più una baraccopoli degradata, una di quelle che sovente vediamo in tv, ma piuttosto sarà ognuna delle persone che vi abitano.
Questo romanzo merita davvero di essere letto, di certo una lettura che crea importanti spunti di riflessione senza risultare mai noioso o pedante, ma trattando argomenti molto delicati come la povertà, l’analfabetismo, la condizione delle donne e l’omosessualità, con leggerezza e spontaneità.