Recensione: HUNGER GAMES – Ballata dell’usignolo e del serpente di Suzanne Collins prequel della serie
A dieci anni dall’ultimo libro della serie Hunger Games arriva il prequel della serie. Federica l’ha letta per noi ed ecco il suo parere
Pagine: 480
2. La ragazza di fuoco
3. Il canto della vittoria
4. Ballata dell’usignolo e del serpente (prequel)
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Ben trovate, Fenici!
Eccoci qui con il romanzo più atteso dalle fan di Katniss Everdeen: Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente. In questo libro, prequel della nota trilogia, vediamo come protagonista un giovane Coriolanus Snow, quello che sarà il temuto presidente-tiranno di Panem.
L’intera storia è collocata esattamente dieci anni dopo la fine della guerra che ha sconvolto Panem e, quindi, all’inizio della mietitura della decima edizione degli Hunger Games. Ben diversi da quelli da noi conosciuti, qui li vediamo crescere ed evolversi, con le idee non solo degli strateghi, ma anche dei primi mentori coinvolti nei giochi: i diplomandi dell’Accademia di Capitol City. Tra questi, per l’appunto, spicca Coriolanus, discendente dell’antica e ormai in rovina casata Snow. Caduto in disgrazia dopo la guerra, cerca in ogni modo di nascondere al mondo la povertà della famiglia, ambendo a ruoli sempre più di spicco nella vita studentesca. Maggiore sarà il prestigio, maggiori saranno i premi, e soprattutto il denaro, ottenuti. Ahimè, la fortuna sembra non essere a suo favore: tra i ventiquattro tributi a cui fare da mentore, gli è toccata proprio la femmina del Distretto 12, quella che, ancor prima di sapere chi sia, ha meno probabilità di tutti di uscire vincitrice.
Lucy Grey Baird, a differenza di quanto si crede, non è realmente una ragazza dei distretti, ma una covey (quelli che noi definiremmo artisti di strada nomadi) bloccata nel 12 con l’inizio della guerra. Nei giochi ci finisce di proposito per una piccola vendetta della figlia del sindaco; ciononostante non passa inosservata: salita sul palco della mietitura, inizia a cantare, incantando tutto il distretto e tutti i telespettatori (che, almeno nei primi anni degli HungerGames, erano prevalentemente cittadini di Capitol City). Vi ricorda nulla? Ebbene sì, care Fenici, la Collins ha voluto regalarci un pezzetto di Katniss anche in questo romanzo. O forse, è Katniss un pezzetto di Lucy Grey…
Insomma, tra alti e bassi, inconvenienti e sventure, Coriolanus e la giovane covey instaurano un rapporto di reciproco rispetto e stima, arrivando a innamorarsi. Sì, la cosa ha stupito parecchio anche me: finalmente si vede il lato umano del Presidente Snow! All’inizio ero del tutto incredula, poiché il giovane Corio (così chiamato da amici e famiglia) era tra quelli che ritenevano i giochi un abominio; ma poi, nel corso della vicenda, capisce tante cose di cui discute con la capo stratega Gaul, una donna che definire sadica pazza è dir poco! Scienziata concentrata sul controllo e sulla creazione di ibridi sempre più letali, fa da “mentore” al ragazzo, portandolo man mano a comprendere le dinamiche della sua logica e dei giochi stessi.
Della trama non vi dirò altro, ritengo vada scoperta pian piano, entrando nel vivo delle vicende e delle emozioni.
Ammetto di aver avuto non poche difficoltà a leggere questo libro, ma non perché sia brutto, al contrario, è davvero un capolavoro! Come sempre, la Collins ha un talento tale da conquistare il lettore e da immergerlo nella lettura a 360°. Il difficile, dunque, è stato il venire a patti con l’affinità che si prova per il piccolo Snow. Tanto odiato e tanto disgustato nei precedenti romanzi, quasi fino alla fine di questo è impossibile non essere d’accordo con lui e la sua visione del mondo. Accidenti a lei! L’autrice è stata fin troppo in gamba! Sconvolge la naturalezza con cui si è portati a essere prima dalla parte di Coriolanus, dopo da quella dei giovani sventurati amanti… Sì, è pieno di quelli che, per chi ha letto la trilogia di Katniss, si definiscono déjà-vu; qui scopriamo l’origine di tante cose: la passione del Presidente per le rose, chi ha scritto e per chi era L’albero degli impiccati, l’odio sconfinato di Snow per le ghiandaie imitatrici.
Insomma, un romanzo eccezionale che arricchisce e completa la precedente trilogia!
I personaggi, dal principale alle “comparse”, sono magistralmente descritti, quasi ti aspetteresti di vederteli materializzarsi davanti, così reali e così vivi!
La scrittura, seppur “impegnata”, è molto fluida e scorrevole e immerge totalmente il lettore nelle vicende, rendendolo partecipe quasi fosse un componente attivo della trama. Editing, ovviamente trattandosi della Mondadori, impeccabile.
Il romanzo è scritto in terza persona, a differenza degli altri libri, ma segue solo ed esclusivamente il pov di Coriolanus, incentrandosi sui suoi pensieri e soliloqui.
Dunque, libro CONSIGLIATISSIMO e non importa l’ordine con cui lo si vuole leggere, se prima o dopo gli altri, e COMPLIMENTISSIMI all’autrice!
Alla prossima, Fenici!