Recensione: Kiss me here di Valentina Ferraro
TITOLO: KISS ME HERE
AUTORE: VALENTINA FERRARO
EDITORE: SELF PUBLISHING
GENERE: NEW ADULT – COLLEGE ROMANCE
PUBBLICAZIONE: 20 LUGLIO 2020
Non sono andata a quella festa per incontrare lui. Lui, è capitato.
Uno sguardo di troppo, un mezzo sorriso da canaglia, un rum e cola al quale dare la colpa dopo e, come per incanto, mi sono ritrovata in uno sgabuzzino delle scope, avvinghiata al corpo nudo e bellissimo di questo sconosciuto.
E Sconosciuto ci sa fare.
Sconosciuto mette in discussione la mia indole diffidente, mi fa provare emozioni contrastanti, mina le mie certezze.
Ma per fortuna non lo rivedrò mai più… o almeno era quello che pensavo.
Lui è il diavolo in persona.
Quando mi guarda, mi spoglia.
Quando mi parla, mi ferisce.
E io devo mettere una distanza infinita fra di noi, prima di lasciarci il cuore.
***
Non pensavo mi avrebbe assecondato. Nemmeno per un attimo ho creduto che sarebbe bastato un cenno del mento per convincerla a seguirmi.
Dieci secondi ed è riuscita a mettermi K.O.
C’è solo un problema: adesso che ho scoperto chi è, capisco che non la posso avere. Tutte, ma non lei.
Cybil MacBride è pericolosa, imprevedibile, intoccabile.
Eppure, ogni volta che chiudo gli occhi, le uniche cose che vedo davanti a me sono una cascata di capelli biondi e un tattoo minuscolo all’altezza dell’inguine, che rimane, ad oggi, la cosa più eccitante sulla quale abbia mai messo le mani.
Peccato che quei capelli e quel tatuaggio appartengano entrambi a una grandissima manipolatrice.
E si sbaglia: il diavolo in persona non sono io. È lei!
«Ne sei sicura? Perché mi sembri un po’ confusa al riguardo. Un uomo non deve essere “sensibile in certi frangenti”. Un uomo ti deve prendere…». Mi avvicino a lei di proposito, quel tanto che basta per innervosirla. Fa un passo indietro e va a sbattere contro il tavolo da lavoro. Allungo le mani e, senza mai perdere il contatto visivo con lei, l’afferro per la vita e la metto seduta sul ripiano in legno scuro. Sfioro il suo orecchio e accarezzo appena la carne tenera del lobo con le labbra. «E ti deve far godere. Senza chiederti cosa ti piace. Lo deve sapere e basta».
Non c’è che dire, lo stile della Ferraro è unico, perfetto, coinvolgente, raffinato e scorrevole, e nonostante io non sia amante dei libri con tira e molla, questo è decisamente un romanzo a 5 stelle.
In perfetto stile New Adult, i personaggi sono immaturi, permalosi, ostinati, portati a fraintendere, egoisti, arroganti, capricciosi, fragili e insicuri, nonché incapaci di dialogare. Pieni di difetti, insomma, che all’occorrenza potremmo considerare pregi, perché nell’insieme danno vita a due caratteri tosti, poco arrendevoli, orgogliosi, affascinanti, capaci di schermarli dalle intemperie e dalle difficoltà, senza riuscire, però, a difenderli dal dolore di non riuscire a essere amati, apprezzati, capiti, e a consentire loro sollievo da sentimenti ambivalenti e confusi.
«Fallo per Rob».
Per Rob… Solo che a me non interessa farlo per Rob. È da Lucas che sto scappando, dalle donne che fa infilare nel suo letto ogni giorno. Vederlo nudo, ieri notte, così rilassato, con la sua stupida sigaretta in bocca dopo una sessione di sesso sfrenato con la sconosciuta di turno, mi ha strappato l’ennesimo pezzo di cuore.
E se è vero che non si può decidere chi amare, è altrettanto vero che si può decidere di non soffrire più. E lui mi fa soffrire. Ogni volta che mi ignora, io sto male. Ogni volta che si allontana, si porta via un grammo della mia anima. Anche adesso, mentre mi chiede per la centesima volta di tornare a casa e di farlo per Rob, mi ferisce. Sminuisce i miei sentimenti, sminuisce me.
*
«Tu sei fuori di testa».
«Già, ma è colpa tua». Mi strofino il mento, la squadro dalla testa ai piedi.
Cybil si volta, fa due passi verso il portone, poi torna indietro. E sapevo che l’avrebbe fatto, perché quando siamo vicini ci facciamo male. Ma quando ci allontaniamo troppo, l’assenza diventa ingestibile. E odio i nostri silenzi, odio quando prende le distanze, odio doverlo ammettere a me stesso che, nemmeno troppo in fondo, sono pazzo di lei.
«Certo, perché è sempre colpa di qualcun altro, vero, Lucas? Non ti prendi mai le tue responsabilità».
«Torna a casa», dico.
«No». Scuote forte la testa, abbassa lo sguardo sui suoi piedi e si morde le labbra. «Non posso».
«Te lo chiederò in ginocchio, se necessario: torna a casa».
«Altrimenti Rob si arrabbia?», mi schernisce lei.
Altrimenti andrò fuori di testa, è l’unica risposta sensata che avrei per lei, quella più vera. L’unica che conta e la sola che non posso darle.
Odio e amore legano da più di due anni Lucas e Cybil, ma i personaggi su cui ruota la trama sono tre: da sempre Robert è, senza volerlo, un elemento di disturbo: fratello (gemello, ma diverso) di lui; migliore amico (o partner in sospeso) di lei.
Una situazione confusa piena di sensi di colpa, attrazione, rabbia e frustrazione che rimane irrisolta per anni, frutto dell’incapacità di comunicare dei due ragazzi, e della vergogna che non permette loro di confessare quell’unico momento di debolezza nello sgabuzzino di due anni e mezzo prima alla sola persona della quale si fidano e alla quale sono fedeli.
Nel rispetto per il bellissimo rapporto che hanno con Robert, sanno di non poter approfondire una relazione sentimentale tra loro; eppure non riescono a stare lontani. Questo fa sì che non possano vedersi senza rintuzzarsi, punzecchiarsi, aggredirsi o lanciarsi addosso frasi orribili che non pensano, cattiverie che sono pregne, nel caso di Lucas, anche della gelosia nei confronti del fratello, nella consapevolezza di essere arrivato per secondo, di essere l’intruso in una relazione che avrebbe dovuto essere solo sua.
«Non ho avuto una storia con “lei”. Cioè, non nel senso che pensi tu. Lei continua a scapparmi dalle dita. Ogni volta che credo di averla trovata, di averla raggiunta, la perdo di nuovo». Si corica su un fianco, mi accarezza il collo, scende sul seno, mi tocca appena.
«Devi amarla proprio tanto», dico e me ne pento subito. La mia frase esce flebile e patetica. Sono certa che si sia accorto della gelosia che mi corrode lo stomaco, della voglia esasperante che ho di alzarmi dal letto e chiudermi in bagno pur di non guardarlo negli occhi.
«La amo al punto che la odio. La odiavo. Ora la amo e basta. Forse stavolta resta».
Gli elementi intricati di questo rapporto ci portano a vorticose rincorse, avvicinamenti e fughe (tantissime fughe), rabbia e frasi punitive, comportamenti scostanti e gesti sbagliati. Non so come le lettrici di New Adult riescano a scusare così tanti errori da parte dei protagonisti. Davvero, non so come Cybil possa continuare a desiderare Lucas dopo averlo sentito andare a letto ogni sera per due mesi con donne diverse, o come lui sopporti una donna permalosa e incapace di esprimere le proprie emozioni. Tuttavia, devo dire che è una lettura appagante, struggente, appassionante, e ho trovato il lieto fine raffinato, ironico e, nonostante tutto, anticliché. E come ogni storia di Valentina Ferraro, fa venir voglia di leggerne ancora.
Cybil sbatte le ciglia come se fosse la protagonista di un cartone animato giapponese. Apre la bocca, poi la richiude, alla fine si decide a parlare: «Se questo è il tuo tentativo di chiedermi scusa, fattelo dire, non sta andando bene. Ci sono più insulti in questo discorso che in tutti quelli che mi hai fatto in passato, e sono stati tanti».
«Cerca di leggermi fra le righe…».
«Io le tue righe non le capisco. E mi sto sforzando, te lo giuro, ma credo che l’unica malattia che tu abbia sia un disturbo bipolare». Lo dice sorridendo, mi accarezza una mano, poi si lecca le labbra.
«Non ti sto solo chiedendo scusa. Ti sto chiedendo di tornare da me. Di restarci…».
Senza darle il tempo di ribattere, la bacio.
Ed è un bacio irripetibile. È la somma di mille baci che avrei voluto darle in questi anni e che ho dovuto ingoiare.
È liberatorio.
È il bacio che mi spedirà dritto dritto all’inferno. E glielo do come se fosse l’ultimo della mia vita.