Recensione: “La promessa di Solveig” di Corina Bomann
Serie: Le signore di Löwenhof
Editore: Giunti
Prezzo: €16,90 (Cartaceo), €9,90 (eBook)
Data di pubblicazione: 1 Luglio 2020
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Sorprendente e pieno di colpi di scena: il volume conclusivo della saga bestseller.
Stoccolma, 1967. Giovane studentessa di veterinaria, Solveig vede un futuro radioso davanti a sé. Soprattutto quando l’affascinante Sören, compagno di studi e di passioni, le chiede di sposarlo. Solveig non vede l’ora di annunciare il fidanzamento alla madre Mathilda e alla nonna Agneta, e insieme a Sören si mette in viaggio per la tenuta di Löwenhof. Ma complice la neve e l’improvviso attraversamento di un cervo, i due innamorati rimangono coinvolti in un terribile incidente d’auto. Il sogno d’amore di Solveig rischia di essere spazzato via e la ragazza cerca conforto tra le braccia della madre e della nonna, tentando di ritrovare serenità con lunghe cavalcate nei prati che circondano Löwenhof. Ma i tempi d’oro dell’allevamento di cavalli sono ormai finiti e mandare avanti gli affari è diventata una vera sfida. Servono nuove idee per riportare la tenuta all’antico splendore. Tanto più che Solveig ha fatto una solenne promessa a sua nonna: si prenderà cura di Löwenhof e non lo venderà mai. Saranno una visita inaspettata dall’America e un affascinante uomo d’affari di Stoccolma ad aprire a Solveig le porte di un nuovo mondo: i tornei internazionali di equitazione. Ma è davvero pronta per lasciare andare il suo doloroso passato e imbarcarsi in questa avventura e magari in un nuovo amore?
Eccoci all’ultimo appuntamento con la bella saga dedicata alla nobile famiglia Lowenhof, da generazioni allevatori di splendidi cavalli di pura razza svedese, fornitori ufficiali della casa Reale che ci hanno avvinto con le loro avventure familiari e sentimentali.
Le protagoniste femminili di questa saga sono le regine incontrastate di ogni libro della serie: dalla capostipite Agneta, che da giovane donna desiderosa di liberarsi della sua famiglia per mezzo dell’arte si era ritrovata a dover prendere in mano le redini della famiglia e dell’azienda, passando attraverso Matilda, figlia adottiva, per arrivare a Solveig, la protagonista di questo volume.
Sono molte le caratteristiche cha accomunano Solveig alla mamma e alla nonna: un carattere sensibile e amante delle tradizioni familiari, il desiderio di farsi una carriera come veterinaria e di costruire una famiglia con un giovane collega.
Il destino naturalmente non le sarà amichevole, portandole via bruscamente il suo amore e lasciandola inconsolabile e distrutta.
Nel contatto con le radici familiari, con la terra e con gli amati cavalli, lentamente Solveig si risolleverà e ben presto problemi pratici ben più urgenti che minacceranno le sue proprietà e la sua vita così come l’ha sempre conosciuta la porteranno a prendere sulle sue spalle la conduzione dell’azienda.
Un uomo, comparso nella sua vita all’improvviso e presentatosi a lei in modo brusco e scostante, ma in cui riporrà le sue speranze e il destino di Lowenhof, la riporterà gradualmente alla vita.
Grande protagonista anche in questo libro sono la terra, i campi che circondano Lowenhof e ciò che rappresentano per le donne della famiglia: lavoro e sofferenza, una grande responsabilità verso i dipendenti e le loro famiglie, tale da mettere spesso se stesse in secondo un piano.
La vicenda si snoda a partire dalla fine degli anni 60 fino a concludersi nel 1970 e ci racconta uno spaccato dei cambiamenti nella società svedese in quegli anni. Mi è piaciuto molto il tema degli sport equestri e delle Olimpiadi, trattato come sempre con perizia e vivacità.
Essendo un’amante dell’equitazione l’ho apprezzato particolarmente.
L’autrice, come sempre, è leggermente tirata nelle scene sentimentali, che risultano un po’ freddine per me, abituata a un po’ più di calore mediterraneo, risulta comunque una bellissima lettura.