Recensione: “Barbari” Stagione uno
Può un lupo distruggere un’aquila? A questa domanda potranno rispondere Lilian Gold e Dany che hanno visto per noi la nuova serie Barbari, una produzione tedesca andata in onda su Netflix e hanno scritto una fantastica recensione.
“Niente è per sempre. Le stelle… gli alberi, gli animali… le persone. Persino gli Dei. Tutto un giorno scomparirà. Il lupo arriverà. E il mondo brucerà. Il lupo divorerà la luna. Divorerà il sole. Divorerà tutto. Tutto quello che è mai esistito. Ma non è una cosa di cui aver paura. Tutto ciò che inizia, prima o poi deve finire.”
Lilian Gold: Dany, che serie! Mi è piaciuta moltissimo, personaggi, ambientazione, tutto, non vedo l’ora di sentire il tuo parere ma prima vorrei fare un piccolo preambolo.
Siamo nel 9 D.C. e tutto inizia quando Segimer, Reik dei Cherusci, nonostante il trattato di pace tra i Romani e quelli che loro chiamano Germani, si è stufato delle crescenti richieste del nuovo governatore: Varo. Invoca così un Thing con tutte le altre tribù, perennemente in disaccordo tra loro, per spingerli a unirsi e combattere contro i romani. Ma ovviamente restano divisi e per questo ancora tutti costretti e pagare i tributi.
Dany: cara Lilian, non credo di provare la metà di quello che provi tu. Due cose ho apprezzato di questa serie: il fatto che si basi su avvenimenti accaduti veramente (la battaglia della foresta di Teutoburgo) e la dovizia di particolari come la lingua. Per una volta, una serie tv su Romani e Barbari, vede i primi parlare in latino e i secondi in tedesco. Ho apprezzato moltissimo questa cosa, certo, non essendo ferratissima in lingue antiche non ho idea se la grammatica fosse corretta, ma, ehi, mi è davvero piaciuto. Per quanto riguarda l’ambientazione, beh, sono per lo più alberi. Capirai! Ciò che ho veramente disprezzato sono stati gli attori, che noia! A un certo punto ho impostato la lingua originale tedesca e la situazione è leggermente migliorata ma Arminio poteva tranquillamente competere con Jon Snow (Game of Thrones) in quanto a espressioni facciali. Non che gli altri attori siano meglio.
Thusnelda, figlia del viscido Segestes, del clan Cherusci, è la vera paladina di tutta la storia, ma vi giuro che l’avrei buttata giù in un pozzo da quanto mi sta antipatica!
Lilian: ma Dany, dai, magari non si è comportata proprio benissimo ma è grazie a lei se i Barbari diventano un solo popolo. E poi la storia d’amore segreta che ha con Folkwin è importante ai fini della storia. È lei che, stanca delle ingiustizie, guida la spedizione per rubare il simbolo di Roma: il vessillo dell’aquila imperiale.
Dany: gli Dei strambi dei Barbari ti hanno folgorato? La colpa di tutti i morti, famiglia di Folkwin inclusa, è causa interamente sua. I bambini morti, il fratello menomato, tutta colpa sua. Grande intelligenza proprio, rubare il vessillo di Roma. Qualche centinaio di Barbari contro le milizie dell’Impero. Che idea geniale! Fisico da pornostar ma cervello di un’oca! Ovviamente nemmeno la colpa del furto si prende, tutto ricade sul povero Folkwin. Chiaramente la risposta di Roma non si fa attendere.
In questa zona vi sono tre legioni comandate da Publio Quintilio Varo. Costui si era fatto dare, in nome della pace, anni orsono, i due figli di Segimer, che aveva cresciuto come propri a Roma. Il più grande, Ari, ora Arminio, ha combattuto in diverse battaglie fino a meritare la nomina di prefetto, raggiungendo il padre adottivo in Germania. Il ragazzo ricorda le origini e gli amici di un tempo, Thusnelda e Folkwin, ma anche come il padre lo abbia ceduto senza lottare e questo per lui è un tradimento inaccettabile, anche se forse, la sua alleanza a Roma non è così solida!
Lilian: qui devo darti ragione, in effetti Arminio intuisce, grazie a una prova collegata a un ricordo del passato, che la colpa del furto del vessillo ricade sui vecchi amici. Invece di spillare sangue innocente, decide di raggiungere il clan dei Cherusci e farsi dare l’oggetto. Ne segue un momento un po’ triste con il padre che non vedeva da tempo. Ottiene il vessillo, ma purtroppo, il padre di Thusnelda, eterno traditore, avvisa Varo che entra in pompa magna nel clan e crocifigge la famiglia di Folkwin, ordinando che gli venga data la testa di quest’ultimo.
Dany: sai Lilian che in questa puntata accade una delle scene che mi hanno fatto più ridere? Arminio ferito e con l’aquila dentro un sacco che la scaglia sulla faccia di Folkwin. Impagabile! Ho riso come una iena per un pezzo. Comunque sia questa serie ha tantissime scene di sangue, per lo più animale o umano, usato per i riti religiosi. Che schifo!
Lilian: per non parlare delle battaglie, ce ne sono davvero poche, mi aspettavo qualcosa di più da una serie sui Barbari. Anche la parte religiosa l’ho trovata un po’ scarna, ma hai riconosciuto la scena in cui Ari e Thusnelda parlano delle stelle come nel Re Leone? Divertente!
Comunque, dopo che Arminio torna con il vessillo gli viene affidato il compito di riportare la testa di Folkwin, ed è qui che la sua fedeltà a Roma comincia seriamente a vacillare. Non solo salva la vita all’amico, uccidendo i soldati romani, ma decide di riportare una testa a caso facendola passare per il germano. Come risultato il padre, malgrado le proteste di Arminio, gli affida il compito di diventare Reik, come suo diritto di nascita, dato che per un uomo nato barbaro non c’è vera carriera a Roma. La situazione cambia drasticamente, ora il ragazzo è stato tradito anche dal padre adottivo.
Dany: ecco questa è una parte che mi ha intrigato parecchio. Ari perde quasi tutto, ma gli resta la vendetta e due vecchi amici. La prima cosa che fa è ingraziarsi i miliziani germani della legione, la seconda è diventare Reik, ma sa che come sgherro di Roma non avrà vita facile così convince Thusnelda a sposarlo, promettendo che una volta che avranno debellato Roma lascerà il posto a Folkwin. Seh come no!!!! Lilian hai notato che Ari, o Arminio, o come diavolo si chiama mentre prepara piani di guerra mangia? Ha sempre in bocca qualcosa, secondo me lo hanno fatto per fargli cambiare espressione. Non che migliori, sembra solo un porcellino d’india con il parrucchino.
Lilian: Non essere così cattiva, comunque non ho notato tutti questi spuntini.
Folkwin, Thusnelda e Ari intraprendono un cammino che li metterà a dura prova. Folkwin viene catturato come schiavo e creduto morto dagli amici e quindi Thusnelda trasforma il matrimonio politico in qualcosa di più. Anche se credeva Folkwin morto, per me è stato comunque un po’ da stronza dimenticarlo così in fretta. E la fine mi darà ragione. Devo ammettere però che mi è piaciuto il suo essere una donna forte che non ha bisogno di essere salvata, una vera guerriera. Tu ti saresti mai tagliata un occhio per dimostrare a un branco di uomini di aver il coraggio di combattere?
Dany: assolutamente no, ma d’altronde le uniche cose che potevano tenere uniti i popoli germani erano l’avidità e la religione. E Thusnelda, fingendosi un oracolo, non ha potuto fare altro che continuare la farsa e tenere uniti i popoli, malgrado il padre che non perde tempo a tradirli tutti. Ammetto che qui lei mi è piaciuta e ha dimostrato coraggio. Ma con quell’occhio così finto mi sembrava un vampiro. Niente a che vedere con Lagherta di Vikings.
Lilian: beh sì insomma non esageriamo con i paragoni. Ari e Thusnelda riuniscono i clan, e incontrano Varo, che affida loro il compito di portargli tutti i figli dei Reik. Ari esegue l’ordine ma invece di consegnarli, li usa come espediente per dimostrare la debolezza di ognuno di loro. Solo uniti in una sola forte tribù potranno finalmente combattere e sfruttare il punto debole dei Romani: il loro credersi invincibili.
Ed eccoci all’unica grande battaglia della serie dove Ari conduce il padre e le legioni romane nella foresta di Teutoburgo. Dopo fuoco e fiamme, spade e lance, i Barbari vincono. Hanno combattuto per l’amore, l’onore, la gloria, la libertà, i figli e gli Dei mantenendo il loro ordine e distruggendo quello dei Romani.
Dany: ammetto che questa battaglia non è stata facile da guardare, per tutta la serie abbiamo visto i ricordi di Ari, sia come barbaro che come romano, e tutto sommato Varo non è stato un cattivo padre. E vederlo fare questa misera fine, malgrado se la sia meritata, non è stato il massimo. Uno dei centurioni aveva detto: “Amo il tradimento ma odio il traditore”, riportando una delle frasi di Giulio Cesare. In tutta questa serie l’unico che non tradisce mai è Folkwin, e infatti gli va tutto storto.
Lilian: anche le parole di Ari al padre adottivo hanno un suono molto amaro: “E la tua più grande debolezza è stata la tua fiducia in me. Mi domando per che cosa hai combattuto tu. E ne è valsa la pena? Non hai mai capito che si può vivere diversamente da te. Credere in modo diverso, sentire in modo diverso e pensare in modo diverso da te.” Concordo per Folkwin. Lo avrai capito che è il mio personaggio preferito, bello e forte, combattivo e leale. E quando dopo la vittoria la donna che ama sceglie il potere, essere regina insieme ad Ari nonostante lui sia vivo, promette che ucciderà il nuovo Reik (abbiamo anche un bel triangolo). Come sono arrivati a questo punto?
Dany: ti è sfuggita la parte in cui Thusnelda scopre di essere incinta di Folkwin e quest’ultimo aveva giurato agli Dei di sacrificare il suo primogenito per la vittoria? Proprio un bel personaggio. Il mio preferito è il fratello storpio di Thusnelda, vedi un po’ te quanto mi è piaciuta la serie. Se mai faranno una seconda stagione mi auguro che sia più violenta e abbia meno storie d’amore e che continui a essere attinente alla realtà o almeno simile. Per te Lilian?
Lilian: a me è piaciuta tanto, anche la colonna sonora, gli scenari e gli attori. Il finale aperto mi ha intrigato e spero in una seconda stagione, magari con il fratello di Ari che cerca vendetta per Varo. Concludo augurandovi buona visione e consigliandovi di vedere Barbari. Per finire e rispondere alla domanda iniziale, sì un lupo può distruggere un’aquila!
Eccovi il trailer di Barbari.
Voti discordanti per le nostre ragazze:
Lilian:
Dany: