Recensione: Città Invisibile – Prima Stagione
Città Invisibile è una serie decisamente particolare, pronte a leggere la recensione?
Una serata noiosa come tante, niente da fare, niente da guardare. Ho aperto Netflix giusto per passare il tempo e mi è apparsa questa serie e alle parole “Loro sono tra noi” mi sono soffermata sulla trama. Sembrava il solito filmetto sul paranormale, inizialmente avevo pensato agli alieni, ma ero proprio lontana dalla realtà e partendo dall’idea di guardare solo il pilot sono arrivata alla fine del settimo episodio, l’ultimo della serie senza rendermene conto.
È da po’ di tempo che Netflix tenta di dare voce a temi sensibili attraverso film e serie tv più o meno azzeccate, con una particolare attenzione a quelle realtà molto lontane dalla nostra, possiamo citare Equinox uno tra gli ultimi proposti; che per certi versi le assomiglia, ma questa ha quel tocco in più, ed è un peccato che questa Città Invisibile sia stata pochissimo pubblicizzata, per questo ho deciso di fare la recensione.
La storia si svolge a Rio de Janeiro ai nostri giorni e veniamo immediatamente catapultati in un mondo che, per quanto mi riguarda, era totalmente sconosciuto: il folklore brasiliano.
Tutto inizia quando durante un incendio, Gabriela, antropologa fortemente coinvolta nella salvaguardia della foresta, e come scopriremo in tutti i segreti che la stessa cela, per salvare la figlioletta Luna perde la vita. Scopriamo subito che il marito della donna, nonché padre della bambina, fa parte della polizia ambientale.
Dopo diversi mesi da questo incidente, il protagonista Eric non si da pace per la perdita, in più iniziano a manifestarsi eventi decisamente strani che portano la storia su un altro piano: da banale crime a mistery per poi trasformarsi in un fantasy, insomma ce n’è per tutti i gusti!
Le tematiche trattate sono veramente diverse e varie: si parte dai rapporti familiari, sul come riuscire a crescere una figlia quando la moglie che amavi non c’è più, passando per la discriminazione verso i nativi e alla più brutale e sentita emarginazione per coloro che sono diversi. Il tutto condito dal problema rappresentato dalla scarsa considerazione per il sistema ecologico, la salvezza del pianeta è molto radicata in tutta la storia anche se su scala ridotta visto che tutto si svolge in una singola città.
Alla luce della scoperta del cadavere di un delfino che si scoprirà non essere tale, ci ritroviamo a scoprire che tutte le leggende che ci venivano raccontate da bambini sono vere, faremo la conoscenza di personaggi strani o “entità” come vengono definite, tutte legate in qualche modo a quella foresta che ha dato loro la vita. Ci troveremo a scontrarci tra il passato e il presente, tra la cultura popolare tramandata dagli anziani con quello che invece vogliono i grandi imprenditori di oggi.
In un villaggio sperduto in mezzo alla foresta chiamato Vila Torè, abitato da entità e persone comuni, assistiamo all’inevitabile scontro generazionale, i più maturi decisi a salvare la foresta e i più giovani incentrati verso il progresso.
In tutto questo processo si perde però quello che in questi sette episodi era la parte fondamentale della storia, conoscere queste entità. Si passa da Camila, una sirena che si porta dietro una maledizione a Tutu, un essere tanto grezzo quanto la creatura che lo rappresenta per arrivare al simpaticissimo Isac e fare la conoscenza di creature che a un primo sguardo sembrano molto più oscure come la Cuca (il più pericoloso nella credenza popolare brasiliana) per arrivare al Cucupira.
In tutto questo Eric ne esce decisamente perdente, nonostante sia caruccio e il presunto protagonista, viene costantemente messo in ombra da queste creature che attirano la nostra attenzione, come se fossimo falene davanti a una fiamma. (La falena non è casuale, capirete guardando).
Insomma, qualcosa di terribile si sta manifestando e causa la morte di molte entità e le indagini di Eric lo porteranno non solo a scoprire il suo passato, ma anche all’interno di questo mondo in un modo che inizialmente non era facile prevedere.
Certo la serie non è un capolavoro, e nonostante pecchi di varie lacune, in primis il non raccontarci molto di questi personaggi, si lascia guardare, ogni episodio riesce a tenerti davanti allo schermo con la voglia di andare avanti.
Mi rendo conto di non aver raccontato granché, perché non ce n’è bisogno basta aprire Netflix 😉.
Il finale aperto lascia ben sperare in una seconda stagione, perché sette episodi non sono stati assolutamente sufficienti. Si suppone, se verrà fatta, che si baserà appunto su questo mondo nascosto in bella vista, che dire, a me è piaciuta, voi che aspettate a guardarla?
Giusto se siete nel dubbio vi lascio il trailer di questa serie così particolare dal titolo quasi evocativo: Città Invisibile. (Qui il trailer)