Recensione: Anima violata di Penelope White
Titolo: Anima Violata
Autore: Penelope White
Editrice: Self Publishing
Genere: Dark Romance / erotico / violenza psicologica
Lunghezza: 400 pagine
Data di Pubblicazione: 21 Gennaio 2021
La violenza psicologica.
Quella forma di oltraggio, tortura, maltrattamento, coartazione.
Quella brutale ingiuria che, per la maggior parte delle volte, resta latente, silenziosa… senza lasciare traccia.
Lo stupro dell’anima, una vera e propria penetrazione sadica e violenta delle parti più interne e segrete.
Un insieme di azioni che lasciano ferite talmente profonde, da non permettere a nessun altro di accorgersene.
E tutto questo, solo ora può capirlo, solo dopo averlo provato sulla sua stessa pelle.
Perché lei, Valery, non è più chi credeva di essere: è diventata solo un riflesso allo specchio; una stupida immagine appartenente a qualcun altro.
Non è più neppure una persona a sé stante, con pregi, difetti e una vita alle spalle.
È diventata qualcos’altro: una semplice fonte di approvvigionamento da spolpare sino all’osso.
Perché Valery non è più Valery.
Valery è solo lo specchio di Thomas: un narcisista manipolatore perverso.
Romanzo Autoconclusivo
ATTENZIONE: Questo romanzo contiene scene di violenza, fisica e psicologica, scene sessualmente esplicite e tematiche particolarmente forti, se ne consiglia la lettura ad un pubblico adulto e consapevole.
Valery, proprietaria di un centro estetico, in un momento molto delicato della sua vita incontra Thomas, un uomo gentile che le sta vicino in modo molto tenero, e dopo pochi giorni diventa una presenza dalla quale fatica ad allontanarsi. Thomas inizia a mettere in atto atteggiamenti scostanti, all’inizio di poco conto, come allontanarsi per alcuni giorni per poi tornare, fare sesso in modo brutale e concederle appena qualche briciolo di intimità. In Valery non nasce alcun sospetto e, anzi, si chiede se sia lei a provocare il suo allontanamento. Si sente sempre più legata, dipendente da lui, tanto che, quando Thomas si allontana per diversi mesi, lei anziché dimenticarlo non smette di incolparsi per qualcosa che ha detto o fatto, alimentando il senso di mancanza.
Il comportamento di Thomas diventa sempre più dominante, prepotente ed estremo fino ad arrivare alla violenza, anche fisica.
Nella nostra Valery però non scatta nessun campanello di allarme, nonostante gli avvertimenti dell’amica, perché si vuole lasciar intendere che la sua volontà sia stata azzerata e i suoi pensieri sostituiti dalle voci che questa persona le mette in testa.
Tante volte mi sono posta domande, sono stata assalita da dubbi, incertezze, paure: avrò fatto la cosa giusta? Sto davvero meglio senza di lui?
E rispondere adesso, dopo ben sei mesi, che sì, ora va molto meglio, beh, sarebbe una stronzata; mentirei a me stessa se provassi anche solo a pensare a una risposta differente da questa: Thomas mi manca ancora come l’aria, come il terreno sotto ai piedi. (Tratto dal libro)
Pur trattando un tema molto delicato e certamente difficile, purtroppo questo romanzo non è riuscito a convincermi.
Il difetto maggiore, a mio avviso, è che non riusciamo a immedesimarci in questa protagonista che sembra non essere abbastanza sveglia per accorgersi che qualcosa non va nel suo nuovo spasimante. Basta qualche giorno di corteggiamento perché Valery si ritenga affettivamente dipendente da Thomas: tutto troppo veloce, secondo me.
Allo stesso modo, le tecniche di manipolazione che lui mette in atto sono così grossolane che difficilmente potrebbero sfuggire a dubbi: sei mesi di tempo sono molti per rimanere attaccati a una conoscenza recente, così come alcuni sbotti di rabbia e altri atteggiamenti troppo strani.
Thomas tocca tutte le corde giuste per farla sentire in colpa, per sminuirla, per sfruttarla economicamente e non solo, ma Valery non si pone nessuna domanda, continua a dichiarare amore pieno, totale, definitivo per questa persona nonostante il suo atteggiamento del tutto fuorviato. Sbalzi d’umore che lei non capisce, sesso brutale seguito da una freddezza cruda dopo aver ottenuto soddisfazione.
Mi guardo e non mi vedo davvero. Perché tutto ciò che quella lastra di vetro sottile mi restituisce non è più l’immagine di Valery, ma quella della mancanza di Thomas… (Tratto dal libro)
Non mi hanno convinta le caratterizzazioni dei personaggi (Valery troppo vulnerabile e piagnucolosa per essere una donna in carriera, Thomas delineato con tratti troppo netti, come un cattivo bidimensionale), ma neppure l’approfondimento psicologico.
Non so se riesco a spiegare bene la sensazione che ho avuto leggendo questa storia, perché comprendo bene il tentativo di raccontare qualcosa che è molto diffuso, purtroppo, e che ha bisogno di avere voce.
Tuttavia, pur sapendo che il racconto descrive una situazione veritiera, e pur mettendo in scena episodi realistici, mi sembra che non sia riuscito a entrare nei meccanismi psicologici che portano una persona a cambiare il proprio livello di autostima, a creare un attaccamento sbagliato verso un’altra, meccanismi che scattano in donne anche intelligenti, capaci, determinate, che avrebbero ogni possibile capacità per capire e per uscirne, ma non lo fanno perché soggiogate.
Per di più, sembra scaricare tutta la colpa di una relazione sbagliata sulla donna, che non sembra abbastanza tosta per fare la cosa giusta, abbastanza intelligente per capire che sta sbagliando a fidarsi della persona sbagliata.
E so bene cosa dovrei fare in questo momento, ma il problema è un altro: che non me ne importa di farlo davvero!
Dovrei allontanarlo, scostare le sue mani da me, non ascoltare le sue parole, sottrarmi persino al suo sguardo…
Invece sono qui: con le sue mani addosso, sotto la stoffa umida dell’asciugamano che lascia ricadere a terra, il rumore dei suoi baci sul collo a riempirmi le orecchie e i suoi occhi su ogni singola parte del mio corpo nudo. (Tratto dal libro)
Anziché mostrare un legame basato su bisogni complementari, ad esempio quello di sentirsi compiaciuti e quello di sentirsi al sicuro, oppure quello di cedere il controllo e quello di detenerlo a ogni costo, ci si concentra sulla protagonista che non è stata in grado di accorgersi delle cattive intenzioni di un manipolatore che ha saputo raggirarla bene, indossando una maschera amorevole nei frangenti giusti per togliersela quando ormai l’ha soggiogata. E per quanto questo possa essere realistico, non credo sia il modo migliore di dipingere questo genere di storie.
Forse mi sto davvero rendendo conto che mi stavo compiacendo di qualcosa che, ora, non mi basta più.
Perché dicono che non bisogna mai accontentarsi delle briciole, ma io avevo fatto molto peggio: ero arrivata a nutrirmi con la polvere sul pavimento che smuoveva al suo passaggio. (Tratto dal libro)