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Recensione: “Vieni più vicino” di Rosa Campanile

Titolo: Vieni più vicino

Autore: Rosa Campanile

Serie: Sweet Surrender n. 2

Editore: Triskell Edizioni

Data di pubblicazione: 11 Febbraio 2021

Se per un solo istante ti lasci andare, vedrai com’è bello perdere il controllo.

Jackson “Jax” Hunt è il playboy più famoso e desiderato di Chapel Hill. Il corpo coperto di tatuaggi e piercing, la lingua talentuosa e l’irresistibile sensualità lo hanno reso l’uomo a cui nessuna donna dice di no. Tuttavia la prima a rifiutarlo sarà una misteriosa sirena dalla voce dolce come il miele, e un testardo come Jax non può passare sopra a una sconfitta simile.
Maggie non ha idea del guaio chiamato Jackson in cui si è ficcata esibendosi alla serata Open Stage del Red Light, e quando lui riesce a rintracciarla nulla sarà più come prima. Quel tipo sexy e spigliato che la fa ridere e riesce a farla arrossire con una semplice occhiata, è deciso a non lasciarla in pace fino a quando lei non cederà e gli dirà di sì.
Un’ora del suo tempo è tutto ciò che a Jackson serve per poterla conquistare. Ciò che lui non immagina, però, è che sarà Maggie a stravolgergli la vita. Poiché lasciarsi andare e arrendersi all’amore potrebbe essere più facile di ciò che entrambi credono.

 

Un esperimento intrigante, quello di mettere a confronto un ragazzo da copertina, playboy incallito, con una ragazza introversa e inesperta. Oddio, per come ve lo sto dicendo sembra una storia davvero molto classica, quindi il tocco da maestro dev’essere senza dubbio la capacità dell’autrice di delineare due personaggi accattivanti e così vividi da uscire dai cliché.

È vero che Jax è un seduttore incallito, allergico alle storie a lungo termine, affascinante, giocoso, arrogante, tatuato, pieno di piercing e talmente sexy che è impossibile dirgli di no, come il più classico dei classici bad boy. Ma è anche altro. Innanzitutto è un uomo maturo (ha 30 anni), e possiede un lato serio, affidabile e istruito che nasconde bene per non rovinarsi la fama. Sfrutta la sua bellezza su Instagram e la vende per far sognare le lettrici (uomo da copertina, sì, ma di romance), ben consapevole quindi delle dinamiche di attrazione e di come può gestirle a suo favore.

 

«Ti voglio,» bisbigliai, lo sguardo dritto nel suo.

Sgranò gli occhi blu e un’aria spaventata si diffuse sul suo viso. «P-perché?»

«Non farmi insultare la tua intelligenza. Sai di essere bellissima…»

«Jackson…»

«E hai una voce meravigliosa. Ti trovo una persona interessante, Magnolia, e per tutte queste ragioni ti voglio scopare.» La modesta dimensione del tavolo tra di noi mi permise di mormorare quelle parole a una spanna di distanza dalla sua bocca, ora leggermente socchiusa. «Voglio sentirti urlare il mio nome mentre sono dentro di te. In scala, se lo sai fare. E tante altre cose che svelerò al momento opportuno.» Indietreggiai, lasciandola lì a digerire i miei maliziosi propositi. «Un uomo deve pur avere degli assi nella manica, non credi?» 

 Con schiettezza strafottente mette alle strette il suo interlocutore, obbligandolo a cercare dentro se stesso la verità priva di scuse o coperture. Nei suoi anni da seduttore ha affinato al massimo la tecnica della persuasione, arte che usa anche con amici e familiari. Il fatto che sia un amante strepitoso è solo l’ultima, non irrilevante, carta che può giocare.

Ama l’adrenalina, le sfide, la caccia, e Magnolia è una preda molto succulenta, per il fatto di essere l’unica che ha saputo dirgli di no, ma anche per gli innumerevoli strati di timidezza, che lui non vede l’ora di scartare come una caramella per svelarne la passionalità che è certo vi ribolla sotto.

Mi figuravo Magnolia come un pacco avvolto da strati e strati di carta regalo. Era permesso prenderla solo a pochi eletti e per arrivare al tesoro nascosto dovevi scartare, scartare e scartare. Un lavoro di pazienza, qualità di cui non ero naturalmente dotato; tuttavia per lei mi sarei prestato più che volentieri: alla fine sarei stato ben ricompensato. Non che nel frattempo non ne guadagnassi qualcosa. Sotto sotto ero un voyeur, e mi deliziava vedere in che maniera sempre diversa Magnolia schiudesse il suo guscio di timidezza. 

Magnolia si presenta come una ragazza piuttosto anonima, schiva, riluttante ai luoghi affollati e alla socialità a causa di una famiglia disfunzionale. Non è abituata all’attenzione dei ragazzi, e la sua risposta tipica è quella di fuga e di chiusura.

Ho adorato le sensazioni scabrose e realistiche dei suoi primi approcci con il “Figo da Paura”, il senso di straniamento nel trovarsi in una situazione incredibile per lei, quasi irreale, come il fatto di essere desiderata e rincorsa da un uomo universalmente oggetto di brama, da donne quanto da uomini. Questi primi approcci, così come la lunga fase dell’avvicinamento, dell’attesa, del corteggiamento, sono stati curati in tutte le minime sfumature e hanno solleticato le corde giuste per risvegliare quelle emozioni dimenticate, in me, ormai dall’adolescenza.

Jackson si levò la t-shirt dalla testa, nello stesso modo in cui si era spogliato per l’obiettivo di Violet. Una mossa fluida che catturava l’attenzione, come a dire guarda-un-po’ ma con il volume sparato al massimo. Rimasi senza fiato tanto era accattivante e sexy. 

Gli sviluppi non si discostano molto dal canonico romance, ma appagano tutte le nostre papille, da quelle passionali a quelle romantiche, sviluppando la crescita dei personaggi, risolvendo le loro questioni irrisolte e rimanendo coerenti con i difetti di entrambi, fino a saldare definitivamente la loro unione come coppia e nel gruppo di amici già conosciuto con il primo volume della serie.

Espirai piano. «Ho paura di perdere il controllo e di cosa può succedere se ti dico di sì,» confessai in un unico respiro.

Chinò di nuovo il viso, inalando il mio fiato, il mio profumo. «Dolce, piccola, Magnolia. Non devi avere paura. Se per un solo istante ti lasci andare, vedrai com’è bello perdere il controllo. Lasciati andare, ci sarò io a prenderti.» Di nuovo, immagini di parole bisbigliate su pelle nuda distesa su lenzuola stropicciate.

«Vuoi farti prendere da me?» 

 

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