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Recensione: “La nave sepolta. The Dig” di John Preston

Titolo: La nave sepolta

Autore: John Preston

Genere: Narrativa Storica

Editore: Salani

Data di pubblicazione: 20 Aprile 2021

Inghilterra, estate 1939. Quando Edith Pretty, affascinata dalle leggende locali che parlano di un tesoro vichingo sepolto nella sua terra, decide di contattare l’archeologo autodidatta Basil Brown, non sa che sta per dare inizio a una delle più straordinarie avventure archeologiche del Novecento. Presto gli scavi riveleranno il gigantesco scheletro di un’antichissima nave funeraria appartenuta a un sovrano anglosassone, che richiamerà l’interesse degli accademici più blasonati. Uniti dalla passione per l’archeologia e da un sentimento delicato e profondo che li lega l’uno all’altra, Basil e Edith lotteranno per proteggere la loro scoperta. Ma la Seconda guerra mondiale incombe e gli scavi si trasformeranno in una corsa contro il tempo, soprattutto quando dalla terra emerge qualcosa di ancor più stupefacente…
Basato su fatti realmente accaduti, La nave sepolta è un romanzo in cui l’amore e la passione assumono aspetti tutt’altro che scontati e che, toccando il significato più profondo del matrimonio, del rapporto tra genitori e figli, della ricerca dell’identità personale, riesce a farci riflettere sul significato dell’essere umani e di condividere la Storia e, in ultima analisi, il dono stesso della vita.

 

 

La nave sepolta racconta del ritrovamento di un’importante e maestosa scoperta archeologica avvenuta alla fine degli anni ’30, in concomitanza con l’avanzare delle truppe tedesche verso il Regno Unito.

Il romanzo non ha un protagonista assoluto. Le vicende vengono narrate da quattro differenti punti di vista e seguono l’intero svolgimento dei lavori, dall’inizio degli scavi fino alla presentazione al mondo del tesoro scoperto. Il fatto che di fondo vi sia un avvenimento realmente accaduto, non rende il libro un mero racconto tecnico delle fasi d’avanzamento del progetto. Di ogni personaggio che racconta, infatti, l’autore ci mostra spaccati di vita, dolori, pensieri, paure e soprattutto le emozioni che quest’importante scoperta suscitano.

Personalmente ho amato particolarmente il pov della signora Pretty, la proprietaria del terreno su cui avvengono gli scavi. È una vedova malata, che si ritrova a crescere da sola un figlio arrivato in tarda età. È una donna che soffre per l’assenza del marito, e che manca delle forze necessarie per tener testa come vorrebbe a un esuberante bambino; un personaggio estremamente umano e sensibile.

La cosa che più mi ha colpito di quest’autore è stata proprio l’elevata capacità di dare un’anima a ogni personaggio, un’intensità straordinaria che mi ha molto sorpreso. Considerato, poi, che a ogni protagonista sono dedicate circa cinquanta pagine, trovo il suo lavoro davvero eccelso.

Ho apprezzato molto anche lo stile di scrittura ricercato e formale, che rispecchia perfettamente l’epoca di ambientazione del romanzo. Mi è piaciuto, inoltre, il fatto che le varie fasi di scavo vengano descritte con cura, ma siano inserite nel testo in maniera tale da non risultare pesanti a persone che poco conoscono il mondo dell’archeologia. L’uso di un linguaggio eccessivamente tecnico avrebbe, infatti, scoraggiato molti lettori.

Ho adorato La nave sepolta, perché lo considero un libro altamente  istruttivo e capace di interessare il lettore sotto molti profili: archeologico, politico, religioso e culturale. Una vastità di aspetti sapientemente trattati e intrecciati. Una lettura breve, ma che crea spunto per importanti riflessioni.

Vi lascio con una piccola chicca: su Netfilx è disponibile il film tratto da questo romanzo.

 

 

 

 

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