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Recensione: “Resilienza” di Maria Claudia Sarritzu

 

Titolo: Resilienza

Autore: Marica Claudia Sarritzu

Casa Editrice: Triskell Edizioni

Genere: Romanzo rosa

Data di pubblicazione: 18 maggio 2021

 

 

Athena si considera una persona resiliente, impermeabile alla sofferenza. Una dote fondamentale per chi, come lei, ambisce a diventare un bravo medico.
Ma quando, per superare un esame, viene costretta insieme ai suoi colleghi a prestare servizio presso il Glasgow Mental Hospital, le sue incrollabili certezze cominciano a vacillare. I pazienti ricoverati all’interno della struttura sono infatti ragazzi che, in seguito a un evento traumatico, hanno sviluppato comportamenti patologici. Creature fragili, apparentemente annientate dalla vita e incapaci di reagire alle avversità.
È qui che Athena conosce River, un giovane ombroso e schivo che rifiuta di parlare, comunicando solo attraverso un sintetizzatore vocale.
Per penetrare il suo muro di silenzio, Athena sarà costretta a mettersi in discussione, scoprendo che la vera resilienza non consiste nel fuggire dal dolore, ma nel viverlo fino in fondo, abbracciando le proprie fragilità e imparando a trasformarle in punti di forza.

 

 

Buongiorno Fenici, oggi sono qui per parlarvi di Resilienza, il quinto libro che Maria Claudia Sarritzu ha pubblicato con la Triskell Edizioni e che io aspettavo con molta trepidazione di poter leggere.
Il romanzo ha come protagonista Athena Cooper, una ragazza iscritta al secondo anno di medicina, molto resiliente: niente la fa soffrire.
Ha un fratello minore, Lex, che frequenta il suo stesso corso ed è l’unico in grado di vedere Grace, la sua amica immaginaria. Entrambi sono compagni di classe di Jimmy e Liam, altri due aspiranti medici come loro che in quanto a stranezze non sono certo da meno: il primo è un finto biondo che muove campagne contro la discriminazione verso le persone con i capelli chiari, cercando di convincere altra gente a tingersi; il secondo ha una paura esagerata della morte.
Bene, immaginate che a ogni membro di questo quartetto di strambi aspiranti dottori venga assegnato da un professore – altrettanto particolare – un paziente dell’istituto psichiatrico Glasgow Mental Hospital – detto Glental H. Ora aggiungete alla trama qualche altro eccentrico personaggio, mischiate il tutto ed ecco che dall’abile penna di Cucchiaia – l’autrice si chiama così sui social – esce Resilienza, un altro capolavoro.

Cosa la rende una scrittrice fantastica? Il suo stile unico: riesce a trattare anche gli argomenti più delicati in un modo incredibilmente ironico, senza però cadere mai nell’offensivo; è in grado di farmi ridere tanto da avere il mal di pancia e di lasciarmi tanta suspense da divorare ognuno dei suoi scritti in poche ore.
Lo dimostra il fatto che in questo romanzo è riuscita a trasmettermi – oltre alle risate – degli insegnamenti seri, sulla quotidianità e sulla vita, proprio attraverso le persone che hanno sofferto molto: i pazienti in cura al Glental H.

In particolare è risaltato più di tutti River, un ragazzo che non parla con nessuno da ben tre anni e che viene assegnato come compito d’esame alla nostra protagonista, brava in tutto tranne che nel rapportarsi con gli altri esseri umani. Lui, col suo silenzio – fatta eccezione per le rare volte in cui le ha rivolto la parola col suo sintetizzatore vocale intimandole di stare zitta – le farà capire che la sua resilienza non è il suo punto di forza, ma la sua più grande debolezza.

 

“Non tutte le persone che soffrono riescono a parlarne. Ci sono storie che vengono raccontate e che bisogna ascoltare, per dare sostegno a chi le ha condivise con noi.  E ci sono storie che non verranno mai raccontate, che resteranno silenziose. Ciò che conta è essere sempre pronti ad ascoltare, a essere empatici verso il dolore degli altri. Essere umani.” (Tratto dal libro)

Questo – come anche gli altri libri di Maria Claudia Sarritzu – è il genere di testo che cerco nei periodi in cui sono troppo stressata: è leggero ma profondo, divertente, a volte demenziale, con delle scene che ti fanno sbattere la mano in fronte per le troppe risate quando un secondo prima stavi per piangere.

Non vi svelo altro, non voglio rischiare che mi sfugga qualche informazione troppo succosa… vi anticipo solo che questo libro sa stupire. Leggetelo, non ve ne pentirete.

 

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