Recensioni: serie TV e Film

Recensione: The Chair – Stagione 1

The Chair (La Direttrice) è una serie originale Netflix che ha come protagonista Sandra Oh, nota per i suoi ruoli in Grey’s Anatomy e Killing Eve. Vediamo un po’ che ne pensa la nostra Wicked Wolf? Intanto, eccovi anche il trailer. Enjoy!

Progetto grafico a cura di Maria Grazia

Guardate, Fenici: c’è Sandra Oh su Netflix!

Questa è la storia, inventata, della prima giovane donna di colore messa a capo di un prestigioso dipartimento universitario. C’è voglia di cambiare, di evolvere, di migliorare, e ci sono le storie dei docenti, i loro drammi e la politica dell’ateneo, le proteste, la burocrazia e… oh, mio Dio, sono solo sei episodi!

È sicuramente uno scherzo.

The Chair - Stagione 1

Ji-Yoon Kim ce la mette tutta. Vuole dare nuova vita al dipartimento di inglese della Pembroke University, ma fin dall’inizio si deve scontrare con un’infinità di ostacoli: insegnanti anziani che rifiutano di modernizzarsi, un mastodontico calo delle iscrizioni e tagli al budget.

Al suo fianco c’è il collega Bill, che ha da poco perso la moglie ed è in una spirale di alcool e troppa sincerità, e Yasmin, la migliore insegnante che si sia vista in quelle aule negli ultimi quarant’anni.

La nostra direttrice cerca in ogni modo di rendere felici i colleghi e far quadrare i conti, mentre affronta lo scandalo mediatico che ha coinvolto Bill e prova a conciliare il lavoro con le necessità della piccola Ju-Ju, la bimba che ha adottato.

A un certo punto c’è perfino David Duchovny, nei panni di sé stesso, che si prende in giro in modo assolutamente delizioso.

The Chair è una serie acuta, ironica, che sembra però interrompersi all’improvviso rimanendo incompleta; guardi la conclusione del sesto episodio e ti chiedi cosa ti sia sfuggito. È come se ci fossero delle lacune.

The Chair - Stagione 1

Chi è la ragazza che si presenta continuamente da Bill?

La foto di Ji-Yoon col suo ex fidanzato? (nientemeno che Daniel Dae Kim)

Lo studente che sparla della professoressa?

Sono tutte storie avvincenti che ci passano davanti e si perdono per ovvie ragioni di tempo: ci sarebbero voluti almeno un paio di episodi in più per definire le trame di alcuni dei personaggi che, seppur marginali, risultano interessanti.

In particolare, ho trovato molto avvincente lo scandalo che ha coinvolto Bill: un breve filmato di lui che durante una lezione fa il saluto nazista.

È vero, di per sé è un brutto gesto, ma il contesto? Possibile che gli studenti si riversino nei vialetti dell’università per protestare e invocare il licenziamento di un insegnante dopo aver visto solo una gif di pochi secondi?

C’è troppo materiale da gestire in poco tempo, attori straordinari che hanno dato il meglio con quello che avevano e una trama incompleta che non aiuta gli outsider a comprendere appieno la satira sull’ambiente universitario statunitense.

Peccato!

 

 

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