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Recensione: Emre: Libro Primo di Debora Spatola

Titolo: Emre: Libro Primo
Autrice: Debora Spatola
Editore: Delrai Edizione
Genere: Fantascienza / Young Adult
Data di uscita: 16/09/2021

Il giorno del suo diciottesimo compleanno, Emre vorrebbe un unico regalo dai suoi due padri: poter uscire da sola e senza il loro controllo. Emre, infatti, da che ha memoria, ha sempre vissuto tra le quattro mura di una casa come se fosse prigioniera, traslocando di tanto in tanto, e comunque sotto la stretta sorveglianza di Wender e Cristiano, due uomini che di rassicurante non hanno proprio nulla. E non è l’unica stranezza della sua vita, perché, quasi ogni giorno, viene sottoposta a un prelievo di sangue di cui lei stessa non conosce le ragioni. Wender la rassicura e la tranquillizza ogni mattina presto, portandola a fidarsi di una situazione che di normale ha ben poco. Emre, però, è stanca di sentirsi dire ciò che deve fare e decide così di dare una svolta alla propria esistenza, iniziando a fare domande e tentando di convincere le sue guardie del corpo che è in grado di cavarsela da sola. Ma c’è lo spettro di un terzo uomo ad aleggiare su tutti loro, una presenza spietata che non la lascerebbe mai libera di scegliere. Chi è il terzo? E perché non vuole lasciarla libera?

Il primo libro di una trilogia sorprendente, Emre – Libro zero, svela pagina dopo pagina la verità di una storia incredibile, incalzante e mai scontata. Scienza e fede, amore e ragione, libertà e prigionia, sono le dicotomie che attraversano l’intera narrazione, regalando al lettore forti emozioni e una lettura indimenticabile.

Care fenici, è con emozione che vi presento Emre, scritto da un’autrice italiana e per quanto sappia che l’Italia ci azzecca con la fantascienza come l’aceto sulla pasta, devo essere assolutamente sincera nel dirvi che non solo mi è piaciuto come pochi, ma che non dovete, se amate il genere, farvelo mancare nelle vostre librerie. È lungo, lo ammetto, ci sono più di cinquecento pagine, la storia però è così intrigante che faticherete a riposare gli occhi e, anche giunte alla fine, vorrete immediatamente rileggerlo per fare luce sui passaggi iniziali.

La trama è complessa, riporta un tema etico ingarbugliato e dibattuto: la creazione degli esseri umani. Secondo voi hanno gli stessi diritti di quelli nati in modo naturale? Un uomo può vantare diritti su un altro uomo? La risposta potrebbe essere semplice ma in realtà non lo è affatto. Pensate ai pomodori nati in un laboratorio, potenziati rispetto a un prodotto della terra, ma pur rimanendo sempre un ortaggio. Stesso dilemma per un essere umano, se non più macabro. Potremmo dibattere tutto il giorno, ma la mia opinione non cambia. Giocare con la vita lo trovo eticamente sbagliato, ma sta a voi giudicare.

Emre è una ragazza appena diciottenne senza genitori, vive con due uomini, Wender e Cristiano, si sposta spesso con loro e non può vantare conoscenze sul suo passato né amicizie, sa solo che non può uscire, non può godere delle cose più semplici ritenute da noi comuni: come navigare su internet senza protezione, andare al centro commerciale o a scuola. La sua intera esistenza gira attorno a degli strani prelievi di sangue, senza alcuna motivazione, e a una prigionia senza spiegazione. Ma per i suoi diciotto anni chiede un’unica cosa: uscire senza accompagnatori e godersi un momento da sola in libertà come qualsiasi adolescente. Le sue guardie del corpo, perché così vengono percepite, non sono particolarmente inclini a lasciarglielo fare Wender però, il più gentile tra i due, cede. Da quel momento si entra in una spirale di situazioni volte a svelare il mistero. Dalla famosa unica uscita, durata poco tempo, Emre – con poche battute – riesce a fare amicizia con una ragazza molto popolare e importante ai fini della storia, Panama, e a entrare nella sua cerchia di amici dove spiccano il sovrintendente della polizia Umberto e il ragazzo enigmatico che piace molto sia a Panama che a Emre: Josh.

Da quel momento in avanti si entra in una spirale di situazioni volte a svelare i misteri che avvolgono la sua vita.

Il problema è che lei non dipende solo dai due uomini con cui convive ma anche da un Terzo – nome dato dalla giovane – che non sembra incline né a palesarsi né a rivelarle alcun ché, ma la resa dei conti è solo all’inizio ed Emre non desidera in alcun modo essere di nuovo prigioniera.

I capitoli sono molto strani e alternano il pov tra Emre e Panama in quelli che vanno dal – 49 al – 1, questi però sono intervallati dai capitoli zero raccontati da un certo Eliah, di cui scopriamo l’identità man mano che si procede nella lettura. Non vengono lasciati buchi scoperti e alla fine il quadro sarà ben chiaro anche se parliamo di una trilogia. Vi giuro che rimarrete con un palmo di naso, soprattutto nei riguardi del famoso Terzo. Sospetti ne avevo ma sono rimasta alquanto sorpresa. Lo stile narrativo è talmente misterioso che non sarà facile unire tutti i puntini.

Sicuramente ho amato Emre, nella sua purezza e vitalità ma anche Panama non mi è affatto dispiaciuta; diciamo che ho sentito miei tutti i personaggi e mi sono affezionata, anche a Wender e Cristiano, che se in un primo momento ho detestato, poi mi sono trovata a simpatizzare con loro. Un nemico c’è, ma non è quello che ci aspettiamo all’inizio. Se la componente young adult è molto presente quella fantascientifica va scoperta e assaporata. Non sono presenti scene sessuali articolate, ma per i temi trattati ne sconsiglierei la lettura ai ragazzi. Detto ciò ho apprezzato l’ambientazione quasi tutta italiana, anche se non mi è chiaro dove esattamente sia ambientato, stranamente non ho nessuna critica da muovere, neanche una. Spero solo che il secondo volume non tardi ad arrivare, anche perché mi sono innamorata anche io di Josh, il classico ragazzo ricco, portatore di misteri e contraddizioni, oltre che “difetti”. Non voglio sbilanciarmi maggiormente, vi dico solo che sarà una lettura che non vi pentirete di aver cominciato.

Come sempre vi auguro buona lettura e spero di poter commentarla con voi!

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