Recensione: Ragazza, serpente, spina di Melissa Bashardoust
Titolo: Ragazza, Serpente, Spina
Autore: Melissa Bashardoust
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo fantasy
Pagine: 336
Prezzo: €20,00
Data di pubblicazione: 5 ottobre 2021
C’era e non c’era una volta – così cominciano sempre le fiabe – una principessa destinata ad avvelenare chiunque la toccasse. Ma per Soraya, tenuta nascosta fin dalla nascita, cresciuta lontana dalla sua famiglia, al sicuro solo nel suo giardino, questa non è soltanto una fiaba. All’approssimarsi delle nozze del suo gemello, Soraya deve decidere se uscire allo scoperto per la prima volta. Nelle segrete del palazzo una div, una demone, potrebbe avere le risposte che sta cercando, la chiave per ottenere la libertà. Al di fuori c’è un giovane uomo che non teme la principessa, nei cui occhi non si legge paura, ma profonda comprensione di chi lei sia veramente, oltre la maledizione e il veleno. Soraya pensava di sapere quale fosse il suo posto nel mondo, ma quando le sue scelte portano a conseguenze inimmaginabili, inizia a chiedersi chi sia davvero e cosa stia diventando: una donna o una demone? Una principessa o un mostro?
C’era e non c’era… inizia così la nostra storia che ha origini nell’antica Persia e ci trasporta in un mondo insolito. Un regno di magia e demoni, di amori e invidie e di una principessa destinata ad avvelenare chiunque la tocchi.
La vita di Soraya è sempre stata questa: non poter sfiorare nessuno per paura di ucciderlo; nessuna carezza da una mano che non sia ben coperta da strati di stoffa; tenuta nascosta dalla sua famiglia per proteggerla dagli sguardi del suo popolo; e lontana dalla vita di corte in cui il suo gemello, invece, è rispettato come capo. Ma quando una div (un demone), che potrebbe sapere come renderla normale, viene catturata dalle guardie del sovrano e portata a palazzo, la curiosità è troppa per non approfittare dei passaggi segreti che conosce alla perfezione. Purtroppo, da quel momento i suoi problemi non faranno che aumentare. Si spingerà oltre le sue stesse aspettative per cercare di liberarsi della sua maledizione, fino a rischiare danni irreparabili.
Un’ambientazione affascinante che spazia tra palazzi di corte e foreste incantate, fin dentro le viscere di una montagna. L’influenza persiana si avverte non solo nei nomi esotici e negli arredi delle stanze, ma è proprio il pantheon degli dei, le favole e il worldbuilding in generale che riesce a lasciare la sensazione dei tappeti sotto i piedi, di una tazza di tè e del profumo dei fiori che crescono rigogliosi nei magnifici giardini.
Lo stile di scrittura è immediato e molto scorrevole con una trama interessante anche se in parte non così inaspettata. Devo dire, infatti, che dopo i primi capitoli la struttura del romanzo appare abbastanza chiara ma non per questo si perde l’interesse. Ci sono scene quasi poetiche e momenti di approfondimento dei personaggi davvero interessanti.
L’evoluzione di Soraya è il fulcro di tutto: il suo tormento per la propria condizione, la sofferenza che prova a non poter toccare un’altra persona, permettono fin da subito di entrare in sintonia con lei. Scorrendo le pagine la vediamo scivolare lentamente, cadere e sbagliare ma infine rialzarsi e lottare. Un percorso di crescita profondo che le fa scoprire finalmente chi è.
È un romanzo molto bello con una parte romance piena di sorprese. Lo consiglio sicuramente a chi ama le favole, a chi cerca un’ambientazione originale ed esotica e a chi apprezza l’approfondimento dei personaggi.