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Recensione: I peccati dell’anima di Eve Silver

 

Recensione “I peccati dell’Anima” 

Autore:Silver Eve

Serie: Otherkin #3

Editore Harlequin Mondadori

Il mondo di Alastor Krayl è andato in frantumi quando ha appreso che suo padre era il dio del caos e del male degli Inferi. Tutto ciò che lo salvò dall’autodistruzione furono i suoi fratelli ritrovati e il legame che condividevano come mietitori di anime. Così, quando uno dei suoi fratelli viene assassinato, la vendetta diventa l’ossessione di Alastor. E l’enigmatico Naphré Kurata, un testimone – o è lei l’assassino? – ha le risposte che cerca. Naphré, riluttante sicario degli Inferi, non si fida di nessuno, specialmente di una seducente mietitrice di anime che la fa bruciare di lussuria. Divisa tra dovere e desiderio, combatte per mantenere i suoi segreti al sicuro da Alastor, anche se desidera arrendersi. Nemici per gli amanti, un eroe semidio oscuro e sexy, eroina sfondata, mitologia egizia, magia e abbastanza passione da far arricciare le pagine e le dita dei piedi. Prendi subito la tua copia di SINS OF THE SOUL!

 

 

 

 

Fenici, in questo terzo libro della serie conosceremo meglio Malthus, il terzo figlio di Sutekh, e non solo… finalmente verrà svelata l’identità di chi ha commesso il barbaro omicidio di suo fratello Lokan.

Una rivelazione incredibile che mi ha colpita, non l’avevo minimamente presa in considerazione, e non è da me, io adoro i gialli, sono stati il mio primo genere di lettura “autogestita”, se così la possiamo chiamare.

Il filo conduttore della storia è quello già proposto nei romanzi precedenti, ossia il tentativo di riportare in vita Lokan dopo aver trovato chi lo ha ucciso.

Ma diversamente dagli altri i fratelli, Malthus non è così sicuro di riuscire a farlo ritornare dal mondo dei morti, per lui è passato troppo tempo, e ora il suo unico obiettivo è la vendetta, brutale e inesorabile.

Il nostro protagonista è un mietitore d’anime che ama le emozioni forti, gli piace vivere situazioni capaci di dargli una scarica di adrenalina a mille, confidando nel fatto di non poter morire.

Vuole a tutti i costi catturare il sommo sacerdote dei Sennakht, per poi interrogarlo insieme ai suoi fratelli, e per perseguire questo scopo è determinato a evitare qualsivoglia distrazione… fino a quando non incontra Calliope, una figlia di Aset fredda, pericolosa e determinata, che lo confonde facendogli perdere la concentrazione e la preda tanto ambita.

La donna odia profondamente i mietitori di anime e ha già perso la sua protetta per mano di un fratello Krayl, Malthus è un suo nemico, ma la passione è passione e anche lei finisce per cedere all’attrazione.

È stato divertente vedere un omaccione grande e grosso, che incute terrore solo con la sua presenza, farsi rigirare come un calzino da questa giovane dinamica, di poche parole, che fino a quel momento ha sempre eseguito gli ordini senza fare domande.

Sono rimasta affascinata dal bisogno dei fratelli Krayl di proteggere le loro donne; Malthus per difendere Calliope scatenerebbe una guerra negli inferi senza pensarci due volte, è così sanguigno come personaggio e mi piace moltissimo.

Non voglio anticiparvi altro della trama, perché finirei per rivelare passaggi che è bello gustarsi e scoprire sul momento, ma posso dirvi che i due protagonisti sono come l’olio e l’acqua, ed è intrigante vederli fondersi.

Anche questo libro, come i precedenti, è piacevole, ma sembra sempre che manchi quel qualcosina capace di catturarmi e tenermi incollata alla storia finché non arriva la fine.

Non fraintendetemi, parliamo comunque di un bel romanzo che vi consiglio vivamente di leggere.

Buona lettura.

 

 

 

 

 

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